mercoledì 15 settembre 2010

I Consigli di Quartiere e la visione quaquaraquà della democrazia

“Polemiche sterili, siamo ancora in vacanza, i giovani presidenti di quartiere sono appassionati e lavorano gratis, il rapporto tra quartiere e cittadini? ci sono qua io a ricevere la gente; se qualcuno ha bisogno venga da me in Comune, non vada in quartiere a cercare risposte”. Questa in estrema sintesi la risposta liquidatoria, arrogante e irresponsabile con la quale, sui giornali, il sindaco ha replicato alle critiche avanzate con una lettera aperta da un cittadino, che sul suo blog aveva denunciato l’impossibilità per i padernesi di rivolgersi alle istituzioni di quartiere perché queste erano di fatto sempre chiuse alla partecipazione popolare.
Il cittadino in questione è Massimo Negrisoli, un tipo fastidioso, elettore dichiarato del centro destra e dunque di Alparone, che si dedica spesso e volentieri a rompere le balle alla giunta “a livello marciapiedi”. Sul suo blog, infatti, egli denuncia regolarmente con passione lo stato miserevole dei cestini della spazzatura (gli segnalo la condizione vergognosa di quelli posti davanti alla Biblioteca, fiore all’occhiello della città) e della segnaletica stradale orizzontale (strisce, zebre, ecc). Il fuoco amico di Negrisoli questa volta ha però colpito il sindaco nel segno, perché ha tirato in ballo l’inefficienza e il degrado della sua amministrazione nel rapporto con i cittadini, cioè il malgoverno dei quartieri (sette anime per un cuore solo) e soprattutto è finita sui giornali.
Alparone come sempre in questi casi ha sbarellato e nella risposta rilasciata al suo house organ, il Giorno, ha ribadito senza vergogna (quando mai..) la sua idea di governo della città e cioè: a che servono le istituzioni e gli organi della partecipazione democratica? Ci sono io e tanto basta. Venite da me a Palazzo e sarete graziosamente ricevuti, è il succo della sua esternazione. Come si vede la sua idea di governo è quella tipica dei notabili democristiani siciliani ai quali egli evidentemente si ispira. Il problema è che il nostro primo cittadino, lo ha acutamente osservato su un altro blog padernese, Giovanni Giuranna, come sindaco “is not very tall”, cioè è politicamente poca cosa. Altro che notabile democristiano...è solo una caricatura.

Ma se è così, se ormai questo si tocca con mano ed è diventato un giudizio comune, bisogna correre ai ripari. Non possiamo accettare che la sua visione quaquaraquà delle istituzioni padernesi si affermi senza colpo ferire. I Consigli di Quartiere sono organi elettivi istituiti per il decentramento amministrativo con i quali i cittadini dei sette quartieri di Paderno hanno la possibilità e il diritto di entrare nel merito delle decisioni che li riguardano e di proporne altre. Per Statuto questi parlamentini devono funzionare, devono essere a disposizione dei cittadini secondo modalità, orari e date prestabiliti che vanno rispettati. Sono a disposizione della cittadinanza e la loro sede deve essere aperta, presidiata da un consigliere e raggiungibile. Sempre, non quando comoda a lor signori. Ma soprattutto non sono riducibili ad anticamere del Principe, hanno una dignità istituzionale e un’autonomia.
Io e altri esponenti del centro sinistra avevamo in passato denunciato il loro svuotamento da parte di Alparone, che li voleva ridurre da organi decentrati di governo a semplici organizzatori del consenso e di feste, sedi di bassa propaganda da usare come passerelle per sindaco e assessori. Oggi questo episodio ci dice che purtroppo avevamo mille e una ragione, che la nostra, mia e dell’opposizione, era una denuncia più che fondata e non una sterile polemica politica o una strumentalizzazione come molti avevano, sbagliando, giudicato. Adesso che tutto è chiaro però, spetta ai cittadini e ai partiti che li rappresentano, riprendersi queste istituzioni ridando a loro un senso e facendone un luogo di partecipazione e dibattito politico. Perché l’amministrazione partecipata, corretta e giusta della cosa pubblica, se qualcuno si ostina ancora ad ignorarlo, è l’essenza della politica ed è il fine della democrazia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mah.... in data 20.06.2009 su Il Cittadino il vice sindaco Bogani esprimeva parere positivo nei confronti dello strumento "quartieri" anzi incitava a una maggiore partecipazione dei cittadini....ora trascorso piu' di un'anno la situazione è cambiata?i quartieri sono strumenti inutili? forse ci si è già stancati di incontrare o ascoltare i residenti? oppure non si vogliono ascoltare eventuali critiche?
Giovanna B.