Dalla Madonna dei Polsi in Aspromonte al Centro Falcone e Borsellino, sulle rive del Seveso, la ‘ndrangheta non ha problemi: un posto vale l’altro per riunirsi e prendere le sue decisioni. Anzi, con il macabro umorismo che la contraddistingue può darsi che l’abbiano scelto apposta per il nome che porta, il Centro di aggregazione di Paderno Dugnano, utilizzato dalla famiglie del Nord Milano per eleggere il suo “capomastro” di zona. Proprio come nei film.
Quando l’ho letto stamattina sul sito de la Repubblica ho fatto un salto sulla sedia. E poi ho subito chiamato Arturo Baldassarre, presidente del Centro intitolato ai due magistrati vittime della mafia. Che ovviamente è caduto dalle nuvole. La notizia, infatti, l’ha ricevuta da me che gli ho letto al telefono il passaggio dell’articolo, nel quale non si dice quando e come sarebbe avvenuta la riunione filmata dagli inquirenti.
“Io di questa cosa non ne so proprio niente. In passato abbiamo affittato la sala diverse volte, ad associazioni, famiglie e gruppi vari che ce la chiedevano, per cene, feste e ricorrenze, ma questo fa parte della normale attività del Centro - mi ha detto piuttosto sbalordito - adesso cercheremo di ricostruire in che data potrebbe essere avvenuta questa riunione, forse nell’autunno del 2009, quando abbiamo ospitato diverse feste private. Una cosa è certa, nessun organo inquirente o di polizia ci ha mai chiesto notizie su riunioni di sorta”.
La vicenda è destinata a fare un bel po’ di rumore perché arriva a seguito di diverse altre notizie di stampa che indicano da tempo come il territorio del Nord Milano, forse proprio a causa della crisi economica e produttiva, sia diventato terreno di conquista per la criminalità calabrese che punta a entrare direttamente ormai e non più tramite prestanome nell'economia legale e nelle istituzioni, candidandosi quando occorre anche nei consigli comunali. Significativo a questo proposito notare come tra le persone arrestate a Milano nel corso della stessa operazione di Polizia, ci siano il direttore sanitario di una Asl, un imprenditore edile e un biologo-imprenditore. Come si vede si tratta di professionisti e dirigenti di enti pubblici. Insospettabili.
1 commento:
"la ndrangheta a Milano non esiste": così sentenziava meno di un fà il vice-sindaco-sceriffo di Milano De Corato. RIDICOLO.
Speriamo che grazie a questi arresti, e con il prosieguo delle indagini, si possa scrivere la parola fine sullo scempio dal nome "EXPO 2015".
E Abbati
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