Il primo maggio 2010 è passato senza lasciare traccia. Grande festa in diretta televisiva a Roma, stanche e divise manifestazioni a Milano, sindacati uniti andati a Rosarno a parlare, a chi non si capisce, di legalità, integrazione e lavoro. A Paderno Dugnano nessuna manifestazione, ma una festa di ballo popolare nella piazza comunale organizzata da un'associazione di ballerini folk padernesi. Il primo maggio? Un pretesto. La presenza dei lavoratori, infatti, è stata marginale, limitata a due bandiere della CGIL sul palco, nessun discorso sindacale, nessuna parola data agli operai in lotta, nessun volantino o manifesto. Musica maestro, come sul Titanic, così non ci si accorge che il ponte è sempre più inclinato e l’acqua sale nella stiva. E’ intervenuto brevemente a nome del Comune il vicesindaco Bogani il quale non ha detto una parola su quello che la sua amministrazione ha fatto, sta facendo o intende fare per affrontare la disoccupazione e la povertà crescente dei cittadini. Non ha detto niente perché non aveva niente da dire. Perché non fa niente, nonostante la sua giunta tre mesi fa si fosse solennemente impegnata a fare qualcosa di concreto. Le parole però sono volate via e oggi non ne rimane nemmeno l’eco. A febbraio, in Consiglio Comunale, durante una serata dedicata al tema del “Lavoro” i capigruppo di maggioranza e di opposizione si erano detti pronti a votare un Ordine del Giorno che indicava gli interventi possibili dell’amministrazione, controllando poi che questo desse luogo a politiche attive "per" il lavoro e i lavoratori. L’impegno doveva contenere alcune cose chiare e fattibili su cui c’erano già ampie convergenze:
- la consulta (osservatorio) permanente comunale anticrisi; - il mantenimento delle aree industriali e incentivi per il mantenimento e la crescita; - fondo anticrisi; - impiego di strumenti di formazione e orientamento lavoro per lavoratori (AFOL) e imprese (Milano Metropoli); - interventi di sostegno ai lavoratori in crisi sul piano di accesso ai servizi (sgravi su costi scuola, casa, tariffe comunali); - interventi per sgravare burocrazia per piccole e medie imprese; - capacità di fare rete orizzontale (politiche congiunte con amministrazioni comunali territorialmente vicine) e verticale (pressioni e proposte verso Provincia e Regione); - verso sistema bancario, ciò che è utile per accesso al credito per l'impresa e congelamento vero del debito per il lavoratore in crisi.
Il vicesindaco Bogani non ha detto una parola di questo. Probabilmente se n’è dimenticato, anche perché all’ordine del giorno della sua giunta c’è ben altro: la nomina del nuovo assessore per esempio che è al centro delle discussioni dentro la maggioranza. Questi son problemi seri, ragazzi.
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