“Vogliamo costruire una memoria vivente scongiurando il pericolo di una rimozione del passato. Il Memoriale della Shoah sarà un luogo di studio, un luogo di scambio, per discutere, capire e meditare. E avrà uno spazio del silenzio, aperto alla preghiera di ogni fede, nel rispetto reciproco”. Con queste parole Ferruccio de Bortoli, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, ha aperto la cerimonia della posa della prima pietra del progetto (vedi nell'illustrazione) disegnato dall’architetto Guido Morpurgo che verrà realizzato con la trasformazione dei 7mila metri quadri del Binario 21 in un museo, un archivio–biblioteca, un auditorium e un bookshop costruiti su due livelli. Da questa zona della Stazione Centrale di Milano, tra la fine del 1943 e l’inizio del 1945, sono partiti una quindicina di convogli di deportati ebrei, per la maggior parte italiani, verso i campi di sterminio. Si tratta di uno spazio di manovra, oggi dismesso, originariamente utilizzato per il carico e lo scarico dei vagoni postali, situato al di sotto del piazzale dei binari, compreso tra via Pergolesi e viale Brianza, con ingresso da via Ferrante Aporti. Una “stazione invisibile” di partenza verso l’orrore di Auschwitz e Bergen Belsen.
2 commenti:
Sicuramente toccanti le parole di De Bortoli, peccato aver dovuto attendere cosi' tanto tempo per la realizzazione di questo progetto.
Cara Giovanna, l'importante è che adesso lo si realizzi presto. Il fatto che presidente della Fondazione sia il mio amico e collega FdB mi rassicura. La mia generazione non ha avuto molto successo in generale, ma il fatto che una persona degna come lui diriga oggi per la seconda volta il più autorevole quotidiano nazionale, e oggi sia a capo di questa nobile impresa, mi consola un po'. Vuol dire che in fondo, come generazione, non abbiamo proprio sbagliato tutto.
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