mercoledì 26 agosto 2009

L'Italia di "Svastichella"

“Ma i magistrati italiani su quale pianeta vivono?”. Mia moglie ha appena finito di leggere le cronache seguite all’episodio di omofobia violenta di Roma e non riesce a capire perché mai un delinquente abituale come l’esimio “Svastichella”, pluripregiudicato e pluricondannato per numerosi reati, ma sempre scarcerato perché “invalido” (prende anche una pensione) , dopo aver ridotto in fin di vita un giovane, colpevole ai suoi occhi di essere omosessuale, sia stato denunciato a piede libero e rimandato a casa con la motivazione irridente che “non c’era il pericolo di fuga e mancava la flagranza di reato”.
Difficile far capire a Isabella che nel nostro Paese un tizio qualsiasi, dopo aver vinto un burocratico concorso in Magistratura, può da quel momento giudicare interpretando in modo molto ampio le leggi, seguendo solo il suo “intimo convincimento”, dal momento che le norme sono scritte in modo tale da consentire in pratica tutto e il contrario di tutto. Perché? Ma perché così vuole la nostra Costituzione, così vuole la nostra cultura giuridica, così vogliono gli italiani che non fanno niente per modificare questa assurdità che chiamiamo “Stato di diritto”.
“Ma allora perché adesso lo hanno rimesso dentro?” si chiede mia moglie, incorreggibile ingenua. Ma perché i giornali e il sindaco di Roma, scandalizzati da questo comportamento irresponsabile della Procura, hanno fatto un gran rumore e costretto i magistrati (che subito si erano autoassolti come sempre in nome della Legge) a fare marcia indietro e rimettere dentro in fretta l’accoltellatore.
“E questa è la Giustizia?” si chiede Isabella. No, non è la giustizia nemmeno con la “g” minuscola, ma è l’Italia che ci meritiamo. Un Paese in cui tutti continuano a parlare di “riforme” senza mai farne una accettabile e tutti tirano a campare cercando di trarre da questo insostenibile casino il massimo di beneficio personale, alcuni perché sono marci di natura, gli altri per legittima difesa.

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