Quando ero bambino mi divertiva da morire una microreclame pubblicata da “La Settimana Enigmistica” e dal quotidiano "La Notte". Era una fotonotizia grande poco più di un francobollo. Mostrava sempre lo stesso personaggio, un uomo di mezza età, la cui identità era intuibile dal copricapo (un turbante, un cap da fantino, un berretto da ciclista, il cappello da cow boy, ecc), con una smorfia di dolore sul viso. La didascalia diceva sempre così: “E’ in visita nella nostra città il famoso sceicco Ben Aladin Barkà. Poveretto come soffre. Non ha mai usato il Callifugo Ciccarelli”.
Ecco, ho pensato a questo divertente esempio di pubblicità vecchio stile (quando ancora non si chiamava advertising e non si serviva delle Tv commerciali) leggendo oggi le notizie su Berlusconi e lo sviluppo della campagna mediatica sulle sue escort e sulle sue feste, divenuta per sua esclusiva colpa politica, che lo sta stritolando.
Poveretto, come soffre. A tirare la corda che lo sta impiccando è infatti lui stesso che si è messo a litigare con i vescovi italiani attaccati con ferocia dal suo pitbull Feltri che ha inutilmente assunto per fare questo sporco lavoro. La decisione del Cardinal Bertone di non incontrarlo più a l’Aquila in occasione della celebrazione de “la Perdonanza”, è indicativa del livello a cui è giunto lo scontro e spiega la decisione del capo del Governo di querelare Repubblica per le “10 domande” sulla vicenda Noemi-Papi che da mesi gli sta rivolgendo. L’antica cerimonia medioevale che si celebra domani a l'Aquila, infatti, prevedeva l’assoluzione a pagamento (in diverse forme penitenziali per le quali c’era uno specifico “prezzario”) dei peccati. Di tutti o quasi, dall’adulterio alla falsa testimonianza, all’omicidio.
Evidentemente il Vaticano ha ritenuto che non era più il caso e che un Berlusconi così pervicacemente deciso a non riconoscere e pentirsi dei suoi peccati non meritava “Perdonanza”. E i vescovi italiani, di peccati, peccatori e perdonanze, se ne intendono.
Nessun commento:
Posta un commento