Caro Carlo,
permettimi di cominciare con il
ringraziamento ai volontari che hanno permesso la realizzazione di
queste straordinarie primarie, lo ripeto da giorni ma non è mai
abbastanza: grazie.
A Paderno Dugnano grazie agli amici e
sodali del Partito Socialista e grazie agli amici Comunisti Italiani
che hanno dato una gran mano ai seggi, sia al primo turno che al
ballottaggio.
Grazie agli amici di SEL che, a livello
nazionale hanno fatto un gran lavoro, e confidiamo si riorganizzino
presto anche da noi.
Grazie ai volontari non iscritti a
nessun partito ma sinceramente democratici (che hanno operato anche
nei nostri seggi) che mi confermano nella mia personale pratica
costante dell’ottimismo della volontà.
Grazie infine agli amici e compagni del
PD che hanno lavorato prima, durante e dopo per rendere possibili
queste primarie, qualsiasi sia il candidato che hanno poi scelto di
votare.
Li conosco tutti, so come la pensa
ognuno di loro, per tutti la mia stima e la mia gratitudine è
grande. Il successo di queste primarie è soprattutto merito loro.
Ho letto poi con interesse sul blog la
tua proposta di un momento di confronto con tutte le anime che hanno
dato vita a queste straordinarie primarie del centrosinistra appena
concluse.
Non posso che essere favorevole e mi
impegno a costruire un percorso di confronto su tutti i temi, ti
propongo quindi qualche riflessione personale giusto per cominciare
la discussione.
Questa grande festa di democrazia ha
sancito la vittoria netta di Bersani, nessuna regola diversa avrebbe
negato questa vittoria, lo riconosce anche Matteo Renzi e questo gli
fa onore, ma questa è soprattutto la vittoria delle idee, delle
proposte per il futuro e del progetto di Paese che Pierluigi
rappresenta e nel quale la maggior parte di noi si riconosce.
Però vorrei fare chiarezza e sgombrare
il campo da alcuni fraintendimenti e da alcune letture
semplicistiche.
Le primarie nazionali sono
finite, basta con le polemiche, basta con il noi e il voi,
abbiamo validato un percorso scelto dagli elettori, siamo una grande
coalizione che si confronta, e litiga anche, perché è viva e
ragiona ma ora che la scelta è stata fatta procediamo insieme.
Alcuni raccontano di un PD e quindi, a
maggior ragione, di una coalizione divisa: a tutti questi “fini
analisti politici” consiglio la visione del “concession speech”
di Matteo Renzi, che su come dovrebbe funzionare una democrazia
normale hanno solo da imparare.
Temo che invece riusciranno a trovare
argomenti di divisione anche con le prossime primarie regionali, dove
prevedo (da “fine analista” qual sono pure io) si creeranno –
stranamente - tre schieramenti distinti all’interno della
coalizione.
Peccato che persone che per le primarie nazionali erano su fronti opposti si troveranno dalla stessa parte mentre sodali al nazionale appoggeranno candidati diversi al regionale. Eppure non è una cosa strana, si chiama democrazia.
Peccato che persone che per le primarie nazionali erano su fronti opposti si troveranno dalla stessa parte mentre sodali al nazionale appoggeranno candidati diversi al regionale. Eppure non è una cosa strana, si chiama democrazia.
Altri raccontano di una vittoria dell’establishment del PD come se fosse una cosa negativa; anche qui si confondono i desideri con la realtà. Ad alcuni, anche a Paderno Dugnano, dentro e fuori di noi, a sinistra come a destra, farebbe piacere sfasciare il PD: a Paderno Dugnano, finché sarò io il segretario cittadino, non lo permetterò mai. Il nostro PD è aperto e ospitale, discute, si confronta e anche litiga, ma lavora compatto (anche con le altre forze della coalizione) al fine di raggiungere gli obiettivi del bene comune.
E un’altra riflessione è d’obbligo:
che il PD non sia spaccato lo dimostra proprio il fatto che la
stragrande maggioranza del partito ha appoggiato il segretario
Bersani che poi ha vinto e il fatto che Renzi, tra gli elettori,
abbia comunque avuto tante preferenze dimostra che le primarie sono
state primarie vere.
Dopo di che le istanze di Matteo sono
importantissime e vanno tenute in considerazione, come vanno tenute
in considerazione quelle di Laura Puppato, Nichi Vendola e Bruno
Tabacci.
Pierluigi Bersani ha il dovere di garantire le idee di tutti pur all’interno del percorso uscito vincente dalle primarie. A Paderno Dugnano vale la stessa regola, se la maggioranza fosse stata di Renzi si sarebbe aperto un problema politico di rappresentanza, ma anche se non è successo le istanze di tutti i candidati vanno tenute in considerazione.
Pierluigi Bersani ha il dovere di garantire le idee di tutti pur all’interno del percorso uscito vincente dalle primarie. A Paderno Dugnano vale la stessa regola, se la maggioranza fosse stata di Renzi si sarebbe aperto un problema politico di rappresentanza, ma anche se non è successo le istanze di tutti i candidati vanno tenute in considerazione.
E proprio parlando di rappresentanza io
eviterei di personalizzare il confronto, costituire un comitato
elettorale (o non costituirlo) non dà patenti di rappresentatività.
Nessuno tra coloro che ha votato Renzi può attribuirsi la
rappresentanza dei 661 cittadini che hanno votato per Matteo al
ballottaggio e nessuno tra coloro che hanno votato Bersani, neppure
chi ha costituito il comitato, può attribuirsi la rappresentanza
“tout-court” del 1.111 cittadini che hanno scelto Bersani.
Le primarie sono finite, i cittadini
hanno scelto, i comitati si sciolgono, tutti i 1.939 cittadini di
Paderno Dugnano sono (a buon diritto visto che hanno sottoscritto
l’appello) elettori di centrosinistra. E a questi cittadini noi
dobbiamo un impegno di tutta la coalizione e quindi – a maggior
ragione - del Partito Democratico che, della coalizione, è il
fratello maggiore.
A livello nazionale Pierluigi Bersani,
con la ratifica delle primarie, è a mio avviso più forte anche nei
confronti dei sui stessi sostenitori interni, e può portare avanti
il progetto stando attento a non disperdere il contributo di idee e
di lavoro dei sostenitori di Matteo (ma anche di Laura, Nichi e
Bruno) e da subito, tutti insieme, lavorare per raggiungere
l’obiettivo di cambiare, finalmente, questo Paese.
Personalmente mi aspetto quindi un
impegno - da subito - sui temi comuni (ancorché declinati in modo
differente dai vari contendenti): maggiore attenzione al disagio, più
diritti e doveri più certi (non solo per alcuni), lotta
all’illegalità e alle infiltrazioni mafiose (anche culturale),
attenzione all’ambiente e (a maggior ragione in questo momento di
crisi) meno spese militari e maggiore cooperazione internazionale.
Ma prima di tutto mi aspetto che si
continui a lavorare sul tema del lavoro che manca, senza penalizzare
né demonizzare le imprese anzi cercando di coinvolgerle non solo
come un avversario da combattere ma come un partner con cui ragionare
insieme per il bene del Paese ma anche colpendo duramente il
malaffare, l’evasione fiscale, il non rispetto delle regole.
Il lavoro come valore, come condizione
necessaria per la dignità umana di ogni individuo, il lavoro del
dipendente ma anche del libero professionista e dell’imprenditore.
Quindi riprendiamo il confronto sui
temi, da noi i prossimi in ordine di tempo sono la Lombardia, il PGT,
naturalmente il lavoro, ma anche – lo confermo - un confronto più
ampio sul rinnovamento e sulla politica aperto a tutti.
Grazie per l’attenzione
Oscar Figus
Coordinatore Cittadino
Partito Democratico
Paderno Dugnano
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