La fuoriuscita dal berlusconismo in
atto da tempo nella destra italiana lascia a secco, come relitti di un
naufragio sul bagnasciuga, molti tra i più fanatici (e beneficiati) seguaci del
cavaliere i quali non riescono proprio ad accettare un esito che li
destina inevitabilmente ai margini del partito e del potere.
Tra questi ci sono i personaggi più
squallidi e impresentabili del circo Barnum messo in piedi 10 anni fa
dall'impresario di Arcore il quale, a forza di venire implorato e
sollecitato da questo parterre di nullità, sembra aver ceduto alla
sua natura megalomane e incarognita. La notizia è di queste ultime ore:
deluso e offeso dalla scelta di Alfano di dare una svolta definitiva,
in senso democratico, al PdL con l'annuncio delle primarie e
soprattutto con l'intenzione dichiarata di impedire le candidature di
personaggi "indagati" (il Cav per primo dunque), pare che
l'ex leader si sia deciso a partecipare alle elezioni del 2013 con una lista personale.
Ha annunciato, infatti, di aver pronta una lista di "imprenditori" e personaggi della "società civile" con in testa la solita Santanchè
che, lui dice, "è un'imprenditrice", anche se molto civile non appare.
Insomma l'ex monarca decaduto fa quello
che, chi lo conosce bene, si attendeva: distrugge il PdL per poter
tornare a fare il leader maximo della "sua" destra che egli
definisce con scarsa fantasia "la casa dei moderati", come
la Standa che, quando la possedeva, chiamò senza molto successo "la casa
degli italiani". Fu un fallimento quell'avventura imprenditoriale e probabilmente sarà un fallimento anche quest'ultima avventura "politica".
Insomma è una minestra riscaldatissima
la ridiscesa in campo del cavaliere scornacchiato e pensionato dal
suo ex delfino, Alfano, il quale, forte della sua origine
democristiana, cioè politica e non imprenditoriale, è ormai
determinato a rifondare il PdL con lo strumento delle primarie
nazionali e non con un discorso dal predellino dell'automobile in San
Babila.
Riuscirà Berlusconi a ritornare in
campo o la sua è l'ultima e disperata mossa di un personaggio
incapace di riconoscere il suo tramonto? Lo vedremo nei prossimi
giorni, ma è già possibile affermare che sarà difficile per lui
riuscire a rimontare in sella. Al massimo si troverà a cavalcare un
pony, adeguato alla sua statura politica e umana, ma non alle sue
ambizioni e necessità.
E' malinconica e triste la fine di
questo miliardario di successo negli affari, ma fallito
sostanzialmente come politico. Nel 1994 conquistò l'Italia perché
riuscì nell'impresa di unire le destre vecchie e nuove in un unico
soggetto-contenitore sotto la sua guida. Oggi che senza di lui le
destre potrebbero ritrovare una nuova forma di unione più
democratica e meno monarchica, al posto di favorire l'evoluzione del
progetto di Alfano scende in campo per distruggerlo e impedirlo.
L'unico programma possibile per lui è "un uomo solo al
comando, io" anche se questo vuol dire dividere e spaccare il
suo schieramento condannandolo alla sconfitta definitiva. Muoia
Silvio con tutti i filistei.
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