Primarie del PD: il popolo c'è e chiede risposte

I giornali di stamattina la definiscono "le primarie dei nonni". Difficile dissentire perché ieri, dal mio osservatorio di presidente del seggio di Dugnano, ho toccato con mano che le cose alle "primarie" del PD sono andate affettivamente così.

Il team del mio seggio era composto da un presidente ultrasessantenne (io), da un vice, Ezio, che viaggia sulla settantina e da una magnifica quarantenne, Giovanna, che ha sostenuto con la sua vitalità tutta l'attività del seggio.

In effetti l'età media degli elettori del PD ieri appariva piuttosto elevata. Decisamente più donne che uomini, molti i pensionati, rarissimi gli studenti e gli under 30. Diciamo che la maggior parte dei votanti aveva un'età compresa tra i 35 e i 55 anni, un target, come si dice nel marketing, di gente solida, ormai arrivata nel lavoro, nelle professioni e nella vita sociale, ad occupare una posizione che però oggi viene rimessa in discussione dalla pesante crisi economica e occupazionale che si abbatte come uno tsunami sulle loro vite.

E' stato questo a Paderno Dugnano come in molte altre città italiane, il "popolo delle primarie". Un popolo convinto della necessità di costruire insieme un nuovo modello di società ,che tenga conto sia dell'esigenza di rilanciare le attività economiche che di tutelare meglio i soggetti deboli, ancora privi di coperture di sorta. In fila al seggio ieri c'erano insegnanti, suore, pubblici dipendenti, commercianti, operai e impiegati, artigiani, uno spaccato molto rappresentativo della realtà padernese. Spesso erano famiglie intere di elettori, nonni, genitori e figli venuti insieme a votare per un partito al quale guardano in modo diverso, ma con speranza. Persone che hanno in comune un'idea di comunità fondata su valori alternativi a quelli della destra e che si aspettano dal PD una nuova risposta.