“Regione Lombardia ti è sempre vicina” recita lo slogan elettorale formigoniano. A patto, naturalmente, che tu faccia guadagnare le strutture assistenziali convenzionate con la Regione ricoverando il nonno con l’alzheimer o il figlio disabile in una di queste strutture private destinatarie delle rette. Spudorato, è il caso di dirlo, il periclitante candidato governatore a vita della nostra Regione, che lo scrive chiaramente nel suo bando Buono Famiglia 2010 leggibile e scaricabile anche sul sito del Comune di Paderno Dugnano. Cito testualmente: “possono richiedere un contributo (1.300 euro ndr) alla propria ASL famiglie e persone in situazione di disagio economico, anche a seguito di interruzione o sospensione del rapporto di lavoro, che si fanno carico del pagamento della retta di un familiare anziano o disabile ricoverato in una struttura assistenziale”.
Per richiedere il Buono, è necessario: 1) essere residenti in Lombardia 2) contribuire al pagamento della retta di un familiare, anziano o disabile, ricoverato presso una struttura residenziale della Lombardia. Inoltre uno dei seguenti due requisiti: nel nucleo familiare deve essere presente almeno un figlio minorenne (sono compresi i minori in affido familiare) e il reddito della famiglia non deve essere superiore ad un valore ISR (indicatore della situazione di reddito) pari a 22.000 euro; il richiedente deve essere disoccupato, in mobilità o in cassa integrazione. Più chiaro di così?
Insomma se vuoi il contributo porta l’anziano o il disabile in una delle nostre strutture, così alla fine questi soldi ritornano nelle tasche di chi diciamo noi. Se invece ti ostini a tenerteli in casa e li vuoi assistere tu, fatti tuoi, contributi non ne avrai perché il bonus regionale non è destinato “alle famiglie” come cerca di farci credere nel suo tipico modo ipocrita e arrogante Formigoni, ma ai titolari delle strutture assistenziali lombarde. Cioè ai soliti noti. Volete fare la prova? Telefonate ad uno sportello ASL chiedendo: “Quali requisiti servono per avere il Buono?” e sentire che risposta danno quando chiedete: “ma se la persona invece ce l’ho in casa?”.
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