“L’esercizio del diritto non può che svolgersi nel rispetto dei limiti e delle forme previste dalla legge”. Questo principio fondamentale, purtroppo non condiviso, separa come un muro di pietra incomunicabile i cittadini italiani. Da un lato ci sono quelli che vogliono esercitare e vedere riconosciuti i loro diritti secondo le leggi, dall’altra ci sono quelli che rivendicano il diritto di fare quello che vogliono o che ritengono giusto, anche contro le leggi che essi stessi si sono fatte. Inutile dire che questi due popoli italiani votano il primo in gran parte a sinistra e il secondo in prevalenza a destra.
Le tragicommedie parallele delle liste di Formigoni e del PdL in Lombardia e nel Lazio lo dimostrano con grande evidenza. La destra disprezza le regole, che non sopporta e considera un impaccio soprattutto quando non gli sono favorevoli. La sinistra invece le difende per salvare quel poco di democrazia e di civiltà che nel nostro Paese ancora sopravvivono dopo i 15 anni di scorrerie e saccheggi culturali e politici. Gli “uomini nuovi” della neodestra, Berlusconi in testa, continuano a esibire la loro insofferenza, quando non il loro odio, per la Magistratura, la Costituzione, il Codice Penale, le Direttive Europee, ma anche il Codice della Strada, le regole del Calcio, insomma per qualsiasi regola. Su tutti i fogli del populismo nazionale le leggi dello Stato vengono sprezzantemente definite “burocrazia” e i magistrati che pretendono di farle osservare “occhiuti burocrati”. Dove vogliono vivere, mi chiedo, questi italiani che disprezzano la civiltà fondata sulle leggi, che poi è quella di tutti i Paesi democratici dell’Occidente? In che Paese sognano di trasformare la nostra Italia? Nella patria dei prepotenti e degli arroganti, dei bugiardi e dei delinquenti impuniti, degli spregiatori delle istituzioni e del tutto contro tutti?
La domanda che rivolgo ai miei concittadini è sempre la solita. Come si può mettere il governo di un Paese o di una giunta regionale, cioè di due organi legislativi, nelle mani di chi per primo ne disprezza e le leggi e si considera superiore alle regole? Come finirà questa farsa tragica non lo so, ma è certo che se non vince l’Italia delle leggi e delle regole, se prevarrà ancora l’Italia dei soprusi e degli impuniti ai cittadini onesti e “normali” non resterà che emigrare in un Paese “normale” (c'è un'ampia scelta), che avrà forse mille altri difetti, ma non questo ormai insopportabile.
1 commento:
Uno dei tanti commenti (ironici) che si trovano in giro sui giornali nazionali, in risposta a chi tende a sottovalutare le regole della Democrazia:
"Da domani, popolo della sostanza, al posto del bollo da un euro, sulle fatture IVA ci metto un adesivo delle Winx, poi le timbro col timbrino rosso dei Folletti dei pacchetti, bellino bellino, pure col fiocco. E mi firmo Ben Ten. E se rompono, scendo in piazza, dietro il Larussa in armi". :-)
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