Una mossa teatrale,
poco credibile, ma umanamente comprensibile. Che poteva fare del
resto? Nessuno infatti se l'è sentita di tirargli la croce addosso
più di tanto anche se la destra berlusconiana, convinta di essere
stata danneggiata nelle sue manovre per rientrare in gioco
dall'iniziativa dilatoria del Quirinale, rumoreggia e si agita,
mentre il PD tira il fiato e Grillo sbanda vistosamente a riprova del suo non
saper che fare dei voti che ha inopinatamente preso.
Cosa succederà nei 15 giorni che
mancano all'inizio delle votazioni per il nuovo Presidente della
Repubblica? Stando a quel che ha dichiarato il saggio dei saggi, le sue
due "commissioni" incaricate di presentare ai partiti, la
prima, una ipotesi di riforma istituzionale (legge elettorale e
riforma del Parlamento) condivisa e da votare subito, la seconda una
serie di punti programmatici per rilanciare l'economia anche questi
da votare alla svelta, dovrebbero fare le veci del "governo del
Presidente" che non c'è, mentre Monti che rimane in carica per gli
affari correnti tiene a bada l'Europa. Poi, a Camere riunite, si
giocherà la partita cruciale della elezione del Presidente che vede favorito
il centro sinistra al quale mancano solo una manciata di voti per eleggere il suo
candidato a maggioranza.
Un presidente molto diverso e lontano da quello che
vorrebbe Berlusconi, che potrà finalmente sciogliere questo Parlamento impotente a formare un Governo e ridarà agli italiani la responsabilità di salvarsi. Crescere e cambiare, o rinunciare ad essere Stato.