Una traversata del deserto attende la
sinistra padernese che ancora vuole essere tale. Di sinistra nella
nostra città, infatti, sembra essere rimasto ben poco. Quella che
sopravviveva a stento nel PD si è volatilizzata tra primarie,
congresso e candidature e il partito che ne rimane dal punto di vista
dell'identità non riesce nemmeno a sventolare in modo visibile la
nuova bandierina renziana.
Finora politicamente il PD eletto in Consiglio comunale (affiancato dalla coccinella di scorta)
ha espresso solo l'intenzione di "aiutare" il neo
sindaco, se Alparone accetterà tale collaborazione, ad attuare il
suo programma elettorale.
Per il resto il solito accodamento ai
"movimenti" residuali: Rho-Monza, vasche di laminazione,
ecc. E questa è tutta l'opposizione che, stando alle sue
dichiarazioni ufficiali, il "centro sinistra" intende
mettere in campo.
Alla sinistra che agli eletti in Consiglio ha chiesto di mantenere unita la coalizione
elettorale che li ha sostenuti, e di fare propri temi e programmi che rispondono a bisogni
moderni e attuali delle persone, come i nuovi diritti civili:
testamento biologico, coppie di fatto e lotta alle discriminazioni
sessuali, essa risponde (dopo 20 anni di discussioni nella società
e nel partito, anzi nei partiti che hanno preceduto il PD) che
"bisogna ancora discuterne".
Che cosa dunque ci si può attendere da
una minoranza del genere? Ben poco se non inutili perdite di tempo.
La destra riconfermata al governo della città per mancanza di
competitori porterà avanti la sua politica di classe che si è
condensata finora nella parola d'ordine "no alle tasse sui
patrimoni, sì a quelle su reddito e lavoro". La destra che il
PD rincorre sullo stesso terreno è stata ovviamente premiata da una
città di piccoli e grandi proprietari immobiliari, dalla quale
l'impresa e il lavoro sono spariti, una città dove ai giovani (42%
di disoccupazione giovanile) non viene concesso alcuno spazio e nei
confronti dei quali non c'è nessuna politica di sviluppo, quasi che
il problema del futuro non fosse all'ordine del giorno dei cittadini
di Paderno Dugnano ai quali sembra importare solo che nulla cambi.
Questo purtroppo è il deserto arido
che la piccola sinistra uscita dalle elezioni si trova davanti.
E non
si presenta un'impresa facile affrontarlo. Ma cosa potrebbero fare i
gruppi e i singoli cittadini che vogliono essere sinistra in città?
Prima cosa decidersi a liquidare una volta per tutte le loro vecchie
appartenenze riconoscendo che sono ormai strumenti inutilizzabili per
fare politica. Buttare via quella che è ormai solo acqua sporca e
nient'altro. Senza questa presa di coscienza non si può far niente.
Senza voltare definitivamente pagina e seppellire il vechio non sarà
possibile far nascere il nuovo e dare un contributo alla costruzione
di uno strumento politico che si proponga di perseguire e realizzare
i punti fondamentali di un programma progressista e innovativo per
Paderno Dugnano: più lavoro e sviluppo, una politica per i giovani
che li metta al centro dell'azione di governo, sicurezza dei luoghi
di lavoro e in città, nuovi diritti civili, difesa del territorio,
del Seveso e dei parchi, una politica che inserisca la città nella
rete culturale metropolitana facendone un luogo produttivo e non solo
di consumo della nuova cultura, meno tasse e più eque che
privilegino il rilancio del lavoro, dei redditi e dell'economia, un
piano casa basato su social housing, cooperazione locale nella
politica di residenza sociale in affitto, una politica per la salute
e il benessere, un nuovo modello di viabilità urbana che supera la
cultura del motore a scoppio, una scuola di qualità accessibile a
tutti, lo sport e le infrastrutture sportive come risorsa basato
sullo sviluppo di nuovi servizi.
Il tutto realizzabile solo grazie alla
costruzione con i cittadini di un nuovo modello di partecipazione
democratica che consenta la gestione diretta da parte dei padernesi
del loro territorio. Chiusa per volontà della destra reazionaria
confermata al potere, l'esperienza precedente dei Consigli di
Quartiere si deve riaprire al più presto, per iniziativa della
sinistra e delle forze democratiche che credono davvero nella
partecipazione una nuova esperienza che recuperi quanto di positivo
è stato realizzato in passato e lo innervi con le nuove tecnologie
della comunicazione e relazione sociale.
Questa è la terra promessa che una
sinistra ricostruita a Paderno Dugnano dovrà conquistare alla fine
della sua traversata del deserto. Le risorse politiche (esperienze,
idee, progetti credibili) ci sono e in nuce esiste un nuovo gruppo
di iniziativa politica "Sinistra per Paderno Dugnano"
titolare del programma di cui sopra, che ha già tenuto a battesimo
in città un partito della sinistra più moderna, SEL, non a caso
assente fino a ieri, con il quale potrà portare avanti sul
territorio i principali punti programmatici su esposti.
Se ci sarà questa coscienza e la
volontà di portare avanti il progetto di ricostruzione della
sinistra altre iniziative politiche vedranno la luce fuori dal
Palazzo e da queste nascerà la vera alternativa alla destra che si è
trovata in mano senza sforzo la nostra città grazie alla debolezza
di un un centro sinistra che sta dimostrando di non essere
all'altezza del compito che doveva essere il suo: guidare
l'opposizione, costruire l'alternativa.
1 commento:
Sì su questa cosa del "bisogna discuterne" mi inizio a stufare perché il bue dà del cornuto all'asino.
Bisogna discuterne? E discutetene, discutiamone. Ma di iniziative pubbliche sui nuovi diritti PD, Insieme per cambiare e compagnia di centrosinistra non mi risulta che ne abbiano fatte negli anni scorsi e non ne hanno in programma.
E quando qualche singolo si è mosso (come Ranzenigo e Anelli per la raccolta di firme sulla legge sull'eutanasia, le primarie delle idee per volontà di Figus ma mal digerite, ignorate dal PD e poi "disinfettate" da Caniato e Efrem Maestri adesso con la raccolta di firme sui Nuovi diritti) i "discussionisti" sono sempre stati assenti (se non si sono messi di punta contro).
Impariamo a usare l'italiano per quello che è e non per quello che ci fa comodo: il verbo non è "discutere" ma "evitare", "evitare come la peste", evitare come il discussionista Giuranna ha fatto per anni sul suo blog di citare tali argomenti. Mettete su google blog.libero.it/padernovillaggio/ "testamento biologico" e scoprirete che il suo profondo bisogno di discussione si esaurisce nel citare iniziative altrui e non della sua lista, nessuna riflessione personale, nessuna idea. Nulla.
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