domenica 31 agosto 2014

La sinistra oltre il deserto

Una traversata del deserto attende la sinistra padernese che ancora vuole essere tale. Di sinistra nella nostra città, infatti, sembra essere rimasto ben poco. Quella che sopravviveva a stento nel PD si è volatilizzata tra primarie, congresso e candidature e il partito che ne rimane dal punto di vista dell'identità non riesce nemmeno a sventolare in modo visibile la nuova bandierina renziana.
Finora politicamente il PD eletto in Consiglio comunale (affiancato dalla coccinella di scorta) ha espresso solo l'intenzione di "aiutare" il neo sindaco, se Alparone accetterà tale collaborazione, ad attuare il suo programma elettorale.
Per il resto il solito accodamento ai "movimenti" residuali: Rho-Monza, vasche di laminazione, ecc. E questa è tutta l'opposizione che, stando alle sue dichiarazioni ufficiali, il "centro sinistra" intende mettere in campo.
Alla sinistra che agli eletti in Consiglio ha chiesto di mantenere unita la coalizione elettorale che li ha sostenuti, e di fare propri temi e programmi che rispondono a bisogni moderni e attuali delle persone, come i nuovi diritti civili: testamento biologico, coppie di fatto e lotta alle discriminazioni sessuali, essa risponde (dopo 20 anni di discussioni nella società e nel partito, anzi nei partiti che hanno preceduto il PD) che "bisogna ancora discuterne".
Che cosa dunque ci si può attendere da una minoranza del genere? Ben poco se non inutili perdite di tempo. La destra riconfermata al governo della città per mancanza di competitori porterà avanti la sua politica di classe che si è condensata finora nella parola d'ordine "no alle tasse sui patrimoni, sì a quelle su reddito e lavoro". La destra che il PD rincorre sullo stesso terreno è stata ovviamente premiata da una città di piccoli e grandi proprietari immobiliari, dalla quale l'impresa e il lavoro sono spariti, una città dove ai giovani (42% di disoccupazione giovanile) non viene concesso alcuno spazio e nei confronti dei quali non c'è nessuna politica di sviluppo, quasi che il problema del futuro non fosse all'ordine del giorno dei cittadini di Paderno Dugnano ai quali sembra importare solo che nulla cambi.
Questo purtroppo è il deserto arido che la piccola sinistra uscita dalle elezioni si trova davanti.
E non si presenta un'impresa facile affrontarlo. Ma cosa potrebbero fare i gruppi e i singoli cittadini che vogliono essere sinistra in città? Prima cosa decidersi a liquidare una volta per tutte le loro vecchie appartenenze riconoscendo che sono ormai strumenti inutilizzabili per fare politica. Buttare via quella che è ormai solo acqua sporca e nient'altro. Senza questa presa di coscienza non si può far niente. Senza voltare definitivamente pagina e seppellire il vechio non sarà possibile far nascere il nuovo e dare un contributo alla costruzione di uno strumento politico che si proponga di perseguire e realizzare i punti fondamentali di un programma progressista e innovativo per Paderno Dugnano: più lavoro e sviluppo, una politica per i giovani che li metta al centro dell'azione di governo, sicurezza dei luoghi di lavoro e in città, nuovi diritti civili, difesa del territorio, del Seveso e dei parchi, una politica che inserisca la città nella rete culturale metropolitana facendone un luogo produttivo e non solo di consumo della nuova cultura, meno tasse e più eque che privilegino il rilancio del lavoro, dei redditi e dell'economia, un piano casa basato su social housing, cooperazione locale nella politica di residenza sociale in affitto, una politica per la salute e il benessere, un nuovo modello di viabilità urbana che supera la cultura del motore a scoppio, una scuola di qualità accessibile a tutti, lo sport e le infrastrutture sportive come risorsa basato sullo sviluppo di nuovi servizi.
Il tutto realizzabile solo grazie alla costruzione con i cittadini di un nuovo modello di partecipazione democratica che consenta la gestione diretta da parte dei padernesi del loro territorio. Chiusa per volontà della destra reazionaria confermata al potere, l'esperienza precedente dei Consigli di Quartiere si deve riaprire al più presto, per iniziativa della sinistra e delle forze democratiche che credono davvero nella partecipazione una nuova esperienza che recuperi quanto di positivo è stato realizzato in passato e lo innervi con le nuove tecnologie della comunicazione e relazione sociale.
Questa è la terra promessa che una sinistra ricostruita a Paderno Dugnano dovrà conquistare alla fine della sua traversata del deserto. Le risorse politiche (esperienze, idee, progetti credibili) ci sono e in nuce esiste un nuovo gruppo di iniziativa politica "Sinistra per Paderno Dugnano" titolare del programma di cui sopra, che ha già tenuto a battesimo in città un partito della sinistra più moderna, SEL, non a caso assente fino a ieri, con il quale potrà portare avanti sul territorio i principali punti programmatici su esposti.

Se ci sarà questa coscienza e la volontà di portare avanti il progetto di ricostruzione della sinistra altre iniziative politiche vedranno la luce fuori dal Palazzo e da queste nascerà la vera alternativa alla destra che si è trovata in mano senza sforzo la nostra città grazie alla debolezza di un un centro sinistra che sta dimostrando di non essere all'altezza del compito che doveva essere il suo: guidare l'opposizione, costruire l'alternativa.  

1 commento:

Gianni Rubagotti ha detto...

Sì su questa cosa del "bisogna discuterne" mi inizio a stufare perché il bue dà del cornuto all'asino.

Bisogna discuterne? E discutetene, discutiamone. Ma di iniziative pubbliche sui nuovi diritti PD, Insieme per cambiare e compagnia di centrosinistra non mi risulta che ne abbiano fatte negli anni scorsi e non ne hanno in programma.

E quando qualche singolo si è mosso (come Ranzenigo e Anelli per la raccolta di firme sulla legge sull'eutanasia, le primarie delle idee per volontà di Figus ma mal digerite, ignorate dal PD e poi "disinfettate" da Caniato e Efrem Maestri adesso con la raccolta di firme sui Nuovi diritti) i "discussionisti" sono sempre stati assenti (se non si sono messi di punta contro).

Impariamo a usare l'italiano per quello che è e non per quello che ci fa comodo: il verbo non è "discutere" ma "evitare", "evitare come la peste", evitare come il discussionista Giuranna ha fatto per anni sul suo blog di citare tali argomenti. Mettete su google blog.libero.it/padernovillaggio/ "testamento biologico" e scoprirete che il suo profondo bisogno di discussione si esaurisce nel citare iniziative altrui e non della sua lista, nessuna riflessione personale, nessuna idea. Nulla.