Da tanto tempo volevo dedicare un
commento e un invito a leggere il libro di Philippe Daverio, critico
d'arte, giornalista, ideatore e conduttore della famosa trasmissione
televisiva (in passato su Rai3, oggi su Rai 5) "Passepartout":
"il Museo immaginato".
Lo faccio oggi, alla vigilia delle vacanze come invito a staccare dalle miserie del quotidiano e sollevarsi con un colpo d'ala per ammirare un mondo che ci apppartiene, ma che noi trascuriamo e spesso ignoriamo.
Lo faccio oggi, alla vigilia delle vacanze come invito a staccare dalle miserie del quotidiano e sollevarsi con un colpo d'ala per ammirare un mondo che ci apppartiene, ma che noi trascuriamo e spesso ignoriamo.
Si tratta di un libro fantastico nel quale l'autore immagina di costruire il suo museo ideale in una
casa ideale che ha giustamente l'aspetto di una classica villa
patrizia composta da un seminterrato, un pianoterra, un primo piano
e un piano alto. Il museo che dAverio vi realizza ospita in fondo al
giardino della villa anche la chiesa come ce ne sono in tutte le
dimore nobiliari.
207 opere di autori che vanno da
Leonardo Da Vinci, Antonello da Messina, Pietro di Cosimo,
Caravaggio, Raffaello, Giotto, Carracci, Pietro Longhi, Artemisia
Gentileschi, Arcimboldo, fino all'Anonimo de "La città Ideale".
E i quadri che provengono da 87 musei e 14 collezioni private, nella
casa sono dappertutto, dalla cantina, alle cucine, alle camere da letto, alle anticamere, in 12
ambienti diversi e assolutamente quotidiani. Perché vivere con
l'arte, immersi nell'arte è la nostra storia di italiani.
L'autore è consapevole che la sua
raccolta di "immagini commentate", un tempo, per essere ammirata,
avrebbe avuto bisogno di un lettore esperto, colto, padrone di una
ricca biblioteca, ma oggi questo non è più necessario. Grazie
a internet infatti è possibile a chiunque rintracciare la storia di
queste immagini e trovare velocemente e con facilità altre
connessioni.
Nato nel 1949 in Alsazia, ma da una
storica famiglia milanese, DAverio ha preso fisicamente in mano il
suo primo quadro (un Guardi) a 26 anni. Attualmente è ordinario di
Architettura a Palermo e professore incaricato al Politecnico di
Milano.
Il suo libro però non è soltanto la
proposta di una eccezionale collezione privata virtuale, descritta
meravigliosamente con un linguaggio inimitabile, ma è anche
un'autobiografia, la storia di un'educazione artistica e di un
percorso personale, culturale e professionale che non a caso inizia
con il titolo: "Come si guarda un quadro: lo si guarda a
lungo".
Un quadro insomma non lo si guarda passandogli
d'avanti. Bisogna fermarsi e dedicargli del tempo, scoprire ad
esempio la ragione di quel cagnolino che ritrovi dappertutto, a
spasso sulla Riva degli Schiavoni dipinta dal Canaletto o
addormentato sul letto della Venere di Ubino di Tiziano.
Buone vacanze e cerchiamo, sollecitati
da questo straordinario intellettuale, di far volare la nostra mente, almeno
per qualche giorno.
Il Museo Immaginario
Philippe Daverio
Rizzoli Vintage
352 pagine, 19 euro
Nessun commento:
Posta un commento