Gli ha risposto oggi Giorgio Grassi, ex assessore all'Ecologia della giunta Massetti ed ex consigliere comunale della scorsa amministrazione con un intervento puntuale nel quale sostiene che:
"Le vasche di laminazione sono una falsa
soluzione, semplicistica e come tutte le soluzioni semplicistiche
sono contro il territorio ed i cittadini (Rho Monza insegna). Primo:
occorre non ricoprire ulteriore suolo.
Secondo: occorre restituire a quello
coperto la permeabilità (coperture permeabili, tetti verdi, recupero
ed utilizzo delle acque meteoriche, risparmiare acqua potabile
utilizzando acqua meteorica, separazione delle acque bianche nere e
meteoriche).
Terzo: il Contratto di fiume Seveso deve riprendere vigore, mettendo in atto le politiche di disinquinamento che vi sono previste e le azioni di miglioramento della rete fognaria descritte sopra.
Quarto: il manufatto dello scolmatore deve essere utilizzato con tempestività e portato in tutta la sua lunghezza alla medesima portata permettendo così l'accesso delle acque in maniera ambientalmente sostenibile in Ticino.
Occorrono però idee, volontà politica e considerare il Parco comunale/locale/regionale (scegliete voi la dimensione…) del Seveso, come opportunità di miglioramento del territorio e non un problema..".
Terzo: il Contratto di fiume Seveso deve riprendere vigore, mettendo in atto le politiche di disinquinamento che vi sono previste e le azioni di miglioramento della rete fognaria descritte sopra.
Quarto: il manufatto dello scolmatore deve essere utilizzato con tempestività e portato in tutta la sua lunghezza alla medesima portata permettendo così l'accesso delle acque in maniera ambientalmente sostenibile in Ticino.
Occorrono però idee, volontà politica e considerare il Parco comunale/locale/regionale (scegliete voi la dimensione…) del Seveso, come opportunità di miglioramento del territorio e non un problema..".
Inutile dire che sono d'accordo su tutti i punti e che preferisco l'intervento di Grassi che articola il suo pensiero facendo proposte concrete di politiche precise di gestione territoriale attuabili nel medio-lungo periodo, e non si limita agli slogan come invece fa Giuranna.
La soluzione delle vasche di laminazione è una "non soluzione" ma uno strumento tampone che però si può e a mio avviso si deve usare per evitare ogni anno il ripetersi di danni materiali ben più gravi e onerosi per l'ambiente e i cittadini di quelli che potrebbero venire apportati dalla presenza per pochi giorni l'anno di acqua del Seveso in ben definite aree verdi opportunamente impermeabilizzate e destinate a venire svuotate e restituite all'ambiente naturale finita la piena. Naturalmente le vasche "tampone" devono essere tali e far parte di un progetto complessivo di soluzione del problema a livello di fiume, cioè intercomunale e regionale.
Mi sono occupato del problema a Monza nel novembre del 2002 dopo la disastrosa alluvione del Lambro che ha allagato il centro storico della città. La vasca di laminazione naturale c'era, era molto grande ed è stata usata (come da secoli), la Valle dei Sospiri del Regio Parco che essendo più bassa di circa un metro e mezzo del livello del Parco viene allagata in caso di necessità, ma questo naturale bacino di contenimento quella volta non era bastato a salvare la città e a Monza c'erano stati molti milioni di euro di danni e anche vittime umane.
Come hanno reagito le istituzioni locali? Hanno realizzato un progetto di interventi idraulici di riqualificazione fluviale affidati al Parco Regionale della Valle del Lambro che dopo aver individuato una serie di azioni (consolidamento delle aree di spandimento naturale, interventi per il miglioramento della qualità delle acque e dell’habitat di affluenti del Lambro, Interventi per il miglioramento dell’habitat e per la valorizzazione di specchi d’acqua esistenti. Creazione di aree umide in linea per il miglioramento dell’habitat del fiume Lambro) ha fatto una relazione idrologico-idraulica e una relazione geologica della Valle del Lambro.
Il progetto prevede dunque la creazione ex novo e il ripristino di aree umide tra cui l'area di laminazione di Inverigo realizzata nell'area di spandimento naturale del fiume.
Anche il Seveso ha bisogno di un progetto di largo respiro e di durata medio lunga, un progetto che coinvolge i cittadini certo, ma che ha anche bisogno di una battaglia politica per venire realizzato perché sappiamo benissimo che come è ovvio destra e sinistra hanno due visioni e due soluzioni da proporre: la prima ama per sua natura le soluzioni tampone che danno luogo a disastri permanenti, la seconda cerca invece di proporre soluzioni studiate, meditate e condivise che mantengano in primo piano gli interessi prevalenti dei cittadini e del territorio visto come bene comune.
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