giovedì 26 giugno 2014

Seveso, vasche di laminazione: il bene comune ha bisogno di progetti

Giuranna, il leader delle  Coccinelle ha lanciato suo suo blog il  tema delle vasche di laminazione sostenendo che non sono la soluzione al problema delle esondazioni periodiche (cioè stagionali) del Seveso che allagano pezzi sempre più consistenti  di Milano e di altri centri dell'area Nord Milanese. La soluzione per lui è semplice e si concentra nello slogan "Stop al  consumo  di suolo" che come  tutti sanno è facile da dire, ma molto, molto difficile da attuare su scala anche solo cittadina perché gli interessi materiali che vanno  contro questa politica virtuosa sono molti e radicati nella  società: i risultati  elettorali padernesi purtroppo sono lì a dimostrarlo.
Gli ha risposto oggi  Giorgio Grassi, ex assessore all'Ecologia della giunta Massetti ed ex consigliere comunale della scorsa amministrazione  con un intervento puntuale nel quale sostiene che:
"Le vasche di laminazione sono una falsa soluzione, semplicistica e come tutte le soluzioni semplicistiche sono contro il territorio ed i cittadini (Rho Monza insegna). Primo: occorre non ricoprire ulteriore suolo.
Secondo: occorre restituire a quello coperto la permeabilità (coperture permeabili, tetti verdi, recupero ed utilizzo delle acque meteoriche, risparmiare acqua potabile utilizzando acqua meteorica, separazione delle acque bianche nere e meteoriche).
Terzo: il Contratto di fiume Seveso deve riprendere vigore, mettendo in atto le politiche di disinquinamento che vi sono previste e le azioni di miglioramento della rete fognaria descritte sopra.
Quarto: il manufatto dello scolmatore deve essere utilizzato con tempestività e portato in tutta la sua lunghezza alla medesima portata permettendo così l'accesso delle acque in maniera ambientalmente sostenibile in Ticino.
Occorrono però idee, volontà politica e considerare il Parco comunale/locale/regionale (scegliete voi la dimensione…) del Seveso, come opportunità di miglioramento del territorio e non un problema..".
Inutile dire che sono  d'accordo su tutti i punti e che preferisco l'intervento di Grassi che articola il  suo pensiero facendo proposte concrete di politiche precise di gestione territoriale attuabili nel medio-lungo periodo, e non si  limita agli slogan come invece fa Giuranna.
La soluzione delle vasche di laminazione è una "non soluzione" ma uno strumento tampone che però si può e a mio avviso si deve usare per evitare ogni anno  il  ripetersi di danni materiali ben più gravi e onerosi per l'ambiente e i cittadini di quelli che potrebbero venire apportati dalla presenza per pochi giorni l'anno di acqua del  Seveso in ben definite aree verdi opportunamente impermeabilizzate e destinate a venire svuotate e restituite all'ambiente naturale finita la piena. Naturalmente le vasche "tampone" devono essere tali e far parte di un progetto complessivo di soluzione del problema a livello di fiume, cioè intercomunale e regionale.
Mi sono occupato del  problema a Monza nel novembre del  2002 dopo la  disastrosa alluvione del Lambro che ha allagato il centro storico della  città. La vasca di  laminazione naturale c'era, era molto grande ed è stata usata (come da secoli), la Valle dei Sospiri del Regio Parco che essendo più bassa di circa un metro e mezzo del  livello del Parco viene allagata in caso di necessità,  ma questo naturale bacino di contenimento quella volta non era bastato a salvare la città e a Monza c'erano stati molti milioni di euro di  danni e anche vittime umane.
Come hanno  reagito le istituzioni locali? Hanno realizzato un progetto di interventi idraulici di riqualificazione fluviale affidati al Parco Regionale della Valle del Lambro che dopo aver individuato una serie di azioni (consolidamento delle aree di spandimento naturale, interventi per il miglioramento della qualità delle acque e dell’habitat di affluenti del Lambro, Interventi per il miglioramento dell’habitat e per la valorizzazione di specchi d’acqua esistenti. Creazione di aree umide in linea per il miglioramento dell’habitat del fiume Lambro) ha fatto una relazione idrologico-idraulica e una relazione geologica della Valle  del Lambro.
Il progetto prevede dunque la creazione ex novo e il ripristino di aree umide tra cui l'area di laminazione di Inverigo realizzata nell'area di spandimento naturale del fiume.
Anche il Seveso  ha bisogno  di un progetto di largo  respiro e di durata medio lunga, un progetto che coinvolge i cittadini certo, ma  che ha anche bisogno  di una battaglia politica per venire realizzato perché sappiamo benissimo che come è ovvio destra e sinistra hanno due visioni e due soluzioni da proporre: la prima ama per sua natura le soluzioni tampone che danno  luogo  a disastri permanenti, la seconda cerca invece di proporre soluzioni studiate, meditate e condivise che mantengano in primo  piano gli  interessi prevalenti dei cittadini e del territorio visto come bene comune.

Nessun commento: