lunedì 3 febbraio 2014

Perché "Sinistra"? Le ragioni di una scelta.

Perché "Sinistra"? Ce l'hanno chiesto molti degli interlocutori con i quali ci siamo confrontati prima di lanciare la proposta di Lista Civica per Paderno Dugnano. 
Secondo questi amici "Sinistra" è un termine ideologico, vecchio, che respinge i moderati, un concetto superato. Anche i socialisti padernesi che ci avevano voluti incontrare perché interessati alla nostra iniziativa ci hanno subito detto che avrebbero aderito, ma togliendo "Sinistra" dal simbolo della lista. Incredibile, i socialisti che rifiutano la parola "Sinistra". 
Allora perché nonostante tutte queste opinioni contrarie abbiamo deciso di fare della parola "Sinistra", della stella (simbolo della Repubblica Italiana) e del tricolore, la bandiera della nostra lista civica? Perché la politica di chi guida una città non si può ridurre a quella di un amministratore di condominio. La politica è fatta di ideali dai quali discendono le scelte, tutte le scelte, anche quelle di un'amministrazione locale. 
Tassare i patrimoni o tassare i redditi? Applicare una patrimoniale sugli immobili (il 30% dei cittadini non possiede una casa) o aumentare del 50% l'aliquota Irpef sui redditi di tutti, anche di chi non guadagna abbastanza per vivere? Scegliere in un modo o nell'altro, tassare chi ha di più o chi ha di meno, significa aderire a diverse visioni della società: la sinistra sceglie in un modo, la destra (a Paderno ad esempio) ha già scelto nell'altro.
La nostra società è insopportabilmente ingiusta, per questo ci definiamo "Sinistra per Paderno Dugnano" perché l'ideale di uguaglianza dei bisogni è storicamente il fondamento dell'idea di democrazia della sinistra, ed è l'ideale che vogliamo affermare nelle scelte della futura amministrazione.
 L'ingiustizia sociale provoca inevitabilmente anche la riduzione dello spazio democratico e a questo Sinistra per Paderno Dugnano si vuole opporre. Su questo punto vi invitiamo a leggere quello che ha scritto Noam Chomsky, linguista, filosofo, teorico della comunicazione, critico del neoliberismo, inteso come dottrina economica basata sulla radicalizzazione della centralità del mercato che ha portato nel mondo a grandi disastri sociali, come il crescente divario tra ricchi e poveri e la perdita di controllo sul potere statale da parte dei cittadini. 

"Le democrazie europee sono al collasso totale indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere perché sono decise - sottolinea Chomsky - da banchieri e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta porta alla distruzione delle democrazie e le conseguenze sono le dittature". "Mario Draghi - continua - ha detto che il contratto sociale è morto. Ciò che conta oggi è la quantità di ricchezza riversata nelle tasche dei banchieri per arricchirli. Quello che capita alla gente normale ha valore zero. Questo è accaduto anche negli Stati Uniti ma non in modo così spettacolare come in Europa. Il 70% della popolazione non ha nessun modo di incidere sulle politiche adottate dalle amministrazioni". E da chi è composto questo 70%? "Da quelli che occupano posizioni inferiori sulla scala del reddito. Quell'1% che sta nella parte superiore ottiene a livello politico ciò che desidera. Questa è la plutocrazia". 

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