martedì 25 febbraio 2014

Monza, morire per un tunnel

Un uomo si è dato fuoco lunedì sera per protestare contro la costruzione di barriere anti-rumore davanti al suo ristorante. È accaduto poco dopo le 22, in viale Lombardia, a Monza. Il comandante della Polizia stradale di Seregno è rimasto ustionato insieme ad un agente: entrambi si sono gettati sul commerciante che si è cosparso di benzina e poi si è incendiato. Aveva investito tutti i suoi soldi in un bar tavola calda, da anni in difficoltà a causa dei lavori per la realizzazione del tunnel urbano in viale Lombardia a Monza: è stata la disperazione a spingere il ristoratore, Carlo De Gaetano, a darsi fuoco. Il proprietario del bar Raffaello, al civico 260 di viale Lombardia, protestava con gli altri commercianti già da alcune settimane, proprio per evitare il posizionamento di quelle barriere anti rumore che offuscherebbero le facciate delle attività e, a detta dei proprietari, impedirebbero sosta ed accesso di mezzi nei passaggi carrai.

Questa breve cronaca del Corriere della Sera ci insegna che il cambiamento non è mai un pranzo di gala e anche la soluzione migliore ai problemi della viabilità, come un tunnel urbano che interra in traffico e modifica radicalmete un territorio consolidato, può fare le sue vittime innocenti.
Prima questo ristoratore era proprietario di un avviato locale affacciato su una superstrada di grande traffico, inquinante, poco sostenibile dal punto di vista ambientale, rumorosa e brutta, ma che gli garantiva clienti, lavoro, reddito. Oggi dopo la costruzione del tunnel si ritrova con un locale senza clienti perché affacciato su una via di traffico locale poco frequentata e per di più con facciata e insegna nascoste da barriere antirumore che limitano la sua attività. Di qui la disperazione e la protesta estrema.
I commenti dei lettori alla notizia si dividono in due: da una lato c'è chi dice "il proprietario di una bettola non può impedire la costruzione di una importante infrastruttura", dall'altro c'è chi osserva "Nessuna collettività può costruire una grande infrastruttura senza risarcire chi ne viene danneggiato".

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