martedì 14 gennaio 2014

Inquinamento: la Regione afferma "Non sappiamo niente, ma tutto è in regola"

Cosa cova sotto le ceneri della Leganti Naturali e perché dalle scorie "inerti" si è sprigionata una nube di ammoniaca che nessuno aveva previsto? 
A queste domande cruciali poste dai giornalisti a Regione Lombardia e Arpa durante la conferenza stampa di stamattina che si è tenuta al Pirellone, non è stata data una risposta convincente. Forse ne sapremo di più domani quando, stando alle dichiarazioni del Direttore Generale di Arpa Lombardia, Umberto Benezzoli, Leganti Naturali srl (l'azienda inquinatrice), consegnerà i risultati delle analisi condotte sul cumulo di 10mila tonnellate di scorie stoccate nel suo impianto "innovativo".
A un mese di distanza dalla prima denuncia di inquinamento, i cittadini padernesi del Villaggio Ambrosiano, forse sapranno finalmente perché da quelle scorie che non dovevano dare alcun problema, si sono invece sprigionate sostanze irritanti e maleodoranti che nessuno si aspettava. Conosceranno soprattutto con maggiore precisione quali sostanze sono contenute in quelle scorie e che tipo di esalazioni emettono.
Se la conferenza stampa voluta dall'assesore regionale all'Ambiente, la leghista Claudia Terzi, doveva servire a rassicurare i cittadini non si può dire che l'obiettivo sia stato raggiunto. Alla stampa è stato detto che per ora nessuno in Regione sa con precisione come e perché ci sia l'ammoniaca (e pare anche idrogeno) in quello stoccaggio. "I casi sono due – ha dichiarato il direttore dell'Arpa – o nelle scorie è presente un tasso di alluminio più elevato di quello dichiarato da chi ha conferito i rifiuti da trattare, oppure è intervenuto un fatto nuovo che nessuno poteva prevedere e che stiamo cercando di accertare con delle sofisticate analisi chimiche delle scorie".
Insomma, il giallo dell'ammoniaca fantasma non è stato minimamente chiarito. Il direttore dell'Arpa e il dott, Dario Sciunnach (dirigente della struttura autorizzazione e innovazione in materia di rifiuti) hanno fatto una serie di ipotesi improbabili per spiegarne la presenza nelle scorie, ma il fatto resta un enigma perché nell'inceneritore Silla 2 di Milano le scorie rimangono abitualmente stoccate in una vasca all'aperto per circa 10-15 giorni senza dare alcun problema di emissioni. Inoltre l'ammoniaca si produce nelle scorie in presenza di alluminio, ma solo se il composto viene sottoposto a forte pressione e calore.
Dal canto suo il Sindaco Alparone ha ribadito che "L'odore al Villaggio Ambrosiano c'è, l'ho sentito personalmente ed è forte – e io ho visto un'autorizzazione che assicurava l'assenza di emissioni. Non è giusto che i cittadini del villaggio sopportino questi odori irritanti per questo ho chiesto di intervenire subito per far cessare le molestie olfattive e di rivedere e modificare l'autorizzazione per impedire che questo succeda di nuovo".
Il problema delle autorizzazioni è stato al centro di molte domande. Non si capisce infatti il perché l'autorizzazione integrata ambientale sia stata concessa dalla Regione a un impianto "innovativo", mai realizzato in Italia, senza prima averlo sottoposto a VIA per verificare il suo buon funzionamento e non si comprende perché, in via prudenziale, non si era pensato di dotarlo di attrezzature di sicurezza quali aspiratori e depuratori dell'aria nei reparti di stoccaggio e lavorazione. Attrezzature che sono presenti negli impianti tradizionali che trattano queste scorie.
Il dottor Sciunnach, che ha firmato l'autorizzazione, ha risposto in modo chiaro e semplice: "L'impianto è innovativo perché a differenza degli altri tratta solo un rifiuto, le scorie degli inceneritori di RSU. Scorie che non emettono emissioni e che l'azienda intendeva trasformare interamente in pozzolana.  Per questo non erano previsti aspiratori e abbattitori. La sperimentazione doveva essere fatta in un ambiente fisico. In Lombardia con la densità abitativa che c'è non è possibile farlo senza coinvolgere qualcuno".
E' stato così ribadito che la Regione Lombardia aveva deciso di consentire a un'azienda privata di sperimentare "in un ambiente fisico" un impianto di tipo nuovo, che non conosceva se non in teoria e che trattava scorie, della cui composizione attualmente non è certa, che hanno dato luogo a un mese di inquinamenti imprevisti. Il tutto sulla pelle dei cittadini e del territorio di Paderno Dugnano. 
Per l'assessore all'Ambiente, Terzi, il direttore dell'Arpa, Benezzoli, e il dott Sciunnach, tutto quello che l'ente ha fatto in questa vicenda è corretto perché è stato fatto, affermano, "secondo le regole". Non credo proprio che i cittadini padernesi siano d'accordo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggendo le spiegazioni che riporti, attribuite a questo Dr. Sciunnach ed agli altri personaggi, questa "inevitabile" sperimentazione "in ambiente fisico" mi ricorda molto gli esperimenti che venivano fatti sui prigionieri nei campi di sterminio nazisti.
Ti prego, spiegami la differenza concettuale e, se dovessi aver visto giusto, che cosa dovremmo fare a queste persone che si permettono così tranquilamente di decidere a caso chi deve essere cavia di un processo industriale.

Anonimo ha detto...

Perche non si documentano meglio consultando la letteratura a riguardo a livello europeo ? Vedi scorie da inceneritore di Trieste vanno a Norimberga ad esempio.Patetico il riferimento al suo vivere vicino ad una discarica della serie la lombardia è inquinata al punto tale che sono rassegnato e faccio quel che posso maria