giovedì 9 gennaio 2014

Arpa: "portare via le scorie". Cosa c'è davvero nel bunker?

Adesso anche l'Arpa, stando a quanto scrive oggi il Giorno, chiede la rimozione delle scorie inquinanti dall'impianto della Leganti . Secondo la cronaca, partecipando alla riunione del tavolo tecnico che si è tenuta ieri in Comune, l'Arpa, avrebbe cambiato improvvisamente atteggiamento sulla questione dell'inquinamento a Paderno Dugnano chiedendo espressamente di rivedere le autorizzazioni concesse dalla Regione all'azienda.
Inoltre l'agenzia regionale per l'ambiente, sempre secondo il Giorno, avrebbe chiesto: "di rivedere tutte le fasi della produzione, senza escludere la possibilità di chiudere l’azienda se ritenuta incompatibile con il territorio". Insomma dal "tutto bene, niente emergenza" nel giro di pochi giorni l'Arpa è passata a "via le scorie, rivedere le autorizzazioni e se occorre chiudere l'azienda". Un bel riposizionamento non c'è che dire. 
Cosa ha provocato questo improvviso voltafaccia? C'è da chiederselo anche alla luce di un commento anonimo giunto ieri da un lettore del Corriere della Sera che insinua la presenza nelle ceneri di altri e più pericolosi materiali. Riporto integralmente il commento che potete trovare qui:

"Riassumendo: Ceneri da forno di rifiuti vengono granulate e stoccate umide quale materiale riempitivo in agglomerati cementizi per uso edile. Si verificano esalazioni ammoniacali dai materiali in attesa di lavorazione. Tali notizie sono totalmente contraddittorie e confuse. Infatti: Se ceneri da rifiuti, si tratta di ossidi metallici puri, esenti da composti ammonici, carburi metallici ed altri legami organici, perché generate sopra 1200°C ad evitare formazioni possibili di diossine e furani. Se umide e stoccate in ambiente opportuno, sono praticamente non polverose e non emettono aeriformi. Se emettono gas non sono impiegabili in edilizia non essendo “ceneri”, ma prodotti intermedi da pirolisi. Se ceneri granulate, ma umide, sono geometricamente instabili, annullandosi gli effetti di agglomerazione, e lo stoccaggio deve avvenire “secco”. Se granulate, se ne conosce distribuzione granulometrica che si conserva evitando manipolazioni meccaniche, sorgenti di polveri da abrasione. Se si nota emissione ammoniacale, lo spostamento alcalino per idrolisi da umiditá dimostra impropria temperatura del forno inceneritore, essendo legami ammonici ed organici instabili ad alta t, ció che e´ rimasto evidentemente presente nei residui dal forno, condotto a temperatura impropria. Per non alzare i costi, non si sono cosí prodotte ceneri, ma di intermedi da pirolisi. Sintetizzando: Tutta una catena di fandonie, bugie, mezze veritá e dimostrazione di profonda incompetenza lontana da ogni obbligo professionale dal reporter in cerca di sensazioni fino ai responsabili tecnici incoscienti e scientifici da compromesso, evidentemente manipolati da ragionieri. Taranto & Co hanno altra dimensione, ma siamo alla solita italianata. Date le premesse, un incendio del materiale stoccato o l´emissione di cianuri altamente velenosi non sono improbabili: Carburi metallici producono metano, acetilene ed altri gas combustibili. Le “ceneri” non puzzano, mai".

La domanda che sorge spontanea è: cosa c'è davvero nelle ceneri stoccate nel bunker della Leganti Naturali? Forse qualcuno dovrebbe fare un esposto alla Magistratura per indagare a fondo sulla natura di questo stoccaggio?

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