Idee Comuni, dopo aver discusso gli
elementi di programma dei nuovi modelli di partecipazione e di
politica della sicurezza, deve affrontare il tema dello sviluppo
territoriale per disegnare un futuro possibile dal punto di vista
economico e produttivo. La crisi ha evidenziato che a Paderno
l’espansione residenziale non è più ipotizzabile né auspicabile, il
turn over delle attività produttive dismesse non è avvenuto in
assenza di imprese private e di forti iniziative pubbliche, il
risveglio commerciale dei vecchi centri “naturali” è anche molto difficile.
A questo punto cosa
resta alla città per immaginare il suo sviluppo?
Resta una risorsa preziosa che non è mai stata riconosciuta come tale: la cultura. Ma per metterla in gioco i nuovi amministratori dovranno
dimostrare di saper volare alto mettendo in campo uno sforzo di progettualità che risponda alla domanda
di consumo e di produzione.
La Biblioteca Tilane, ad esempio, può e deve essere ben di più
di una biblioteca comunale, deve produrre non solo contenere cultura e programmare
un’offerta che si indirizzi al territorio vasto che potenzialmente
presidia e dunque vada oltre l’associazionismo locale e il suo
pubblico tradizionale. Tilane ha uno spazio mostre totalmente inutilizzato (per
carenza di progettualità comunale) che si dovrebbe invece inserire
almeno all’interno del circuito delle sedi espositive provinciali.
L’auditorium piccolo, ma interessante, merita l’avvio di una vera
programmazione di eventi culturali capaci di attirare pubblico dal
territorio e non solo della città. Da qui si può partire, ma guardando fuori dai confini comunali e alzando possibilmente lo sguardo. Perché la cultura per diventare produttiva ha bisogno di investimenti e non può continuare a venire gestita al ribasso come è stato fatto finora. La cultura a costo zero appaltata alle associazioni cittadine non produce consumi, ricavi, nuovi posti di lavoro, non valorizza le risorse umane e i talenti esistenti, ma banalizza e svaluta gli investimenti fatti in passato e impedisce di progettare le nuove infrastrutture produttive capaci di creare ulteriore sviluppo.
La cultura in una "città dispersa" come la nostra è inoltre l'unica leva che consente di realizzare l'integrazione dei sette quartieri senza la quale non ci sarà mai un vero sviluppo urbano. In un mondo in cui il concetto di "rete" è quello vincente, le uniche strutture fisiche sulle quali l'amministrazione può e deve investire per connettere la città sono quelle culturali.
Nei sette quartieri di Paderno Dugnano oggi non ci sono. Per questo vanno progettati e realizzati nei prossimi cinque anni una serie di nodi, attivi ed attrattivi, aperti e interconnessi che messi in rete daranno vita alla nuova città virtuale la cui downtown, c'è già ed è la Biblioteca civica Tilane che con lo Spazio Metropolis 2.0 costituiscono le uniche dotazioni esistenti situate a Paderno e a Dugnano.
Quali potrebbero essere gli altri nodi?
Ad esempio un Auditorium - Conservatorio a Palazzolo che valorizzi e
metta a sistema le iniziative musicali già esistenti in loco (scuole
di musica, musicisti e produttori di strumenti musicali); un centro
di formazione per i mestieri della moda, dello stile e del design a
Calderara con show room e outlet; un incubatore di progetti di
impresa basati sulle tecnologie green a Incirano con sede nella Villa
Gargantini dove ha i suoi uffici l'ARPA.
Insomma Paderno Dugnano ha bisogno di una nuova e ambiziosa politica che disegni un originale modello di sviluppo incardinato su valori forti quali cultura e benessere che potrebbe rilanciare la città dando ad essa un ruolo e una leadership nel Nord Milano.
Insomma Paderno Dugnano ha bisogno di una nuova e ambiziosa politica che disegni un originale modello di sviluppo incardinato su valori forti quali cultura e benessere che potrebbe rilanciare la città dando ad essa un ruolo e una leadership nel Nord Milano.
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