Ricevo da Ferruccio Porati, portavoce del CCIRM di Paderno Dugnano il seguente commento che segnalo ai lettori. Il tema non è nuovo: un modello di sviluppo basato sulle ideologie populiste e localiste, del piccolo bello e sulla produzione di beni a basso contenuto tecnologico, che ci ha portato al disastro.
Ancora 30 anni fa il nostro Paese aveva un'industria informatica, la microelettronica, le telecomunicazioni, l'auto, la chimica, con grandi imprese che tenevano in soggezione la concorrenza mondiale. Oggi invece è un terreno di conquista per la finanza internazionale che viene qui a comprare a basso prezzo i "campioni" del made in italy che diventano sempre meno. Dall'alta moda alle pasticcerie.
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Per rendere l’idea di come tutti coloro che parlano di “necessità” di lavoro, di “fame” di lavoro, in nome del quale sono disposti a dare l’OK alle cose più aberranti, non capiscono nulla, ti mando immagini e breve filmato che attestano come e quanto si continua a distruggere in Italia il lavoro: quello vero delle soluzioni tecnologiche che hanno creato società, ricchezza vera e stabilità per decenni e premiato l’impegno chi in gioventù si è spaccato la testa sui libri, invece che andare al bar.

Questo è il rispetto per il lavoro pregiato, frutto, al di là del nome della multinazionale impresso sopra, dell’italianissimo lavoro e delle idee di persone ubicate fra Cassina dè Pecchi e Cinisello (la ex silicon valley dell'alto milanese).
Nessuno ha difeso questo lavoro, il valore intellettuale di queste realizzazioni, il loro valore anche economico.
Un paradosso sopra tutto: quegli impianti che qui vediamo trasformati in prodotti per discarica, negli Stati Uniti il colosso delle telecomunicazioni AT&T li ha blindati al territorio, perché non ha nessuna intenzione di cambiarli con altre stazioni di altri costruttori.
Siamo entrati a pieno titolo fra i paesi del terzo mondo. Per i tanti – troppi – che si riempiono la bocca con la parola “lavoro”, questo è sinonimo di caporalato e mansioni a basso costo e bassissimo contenuto. Il frutto più eccelso del lavoro vero, quello che costa tanti sacrifici personali per poterci prender parte, ma che ha riconosciuto la bontà delle idee applicate, mettendo anche i nostri nomi accanto a brevetti internazionali, viene violentato per l’ennesima volta, tra l’indifferenza generale.
Che si salvino tutti questi patrimoni: di questo dovrebbero parlare i giornali, non sempre e solo di un famoso pregiudicato. Dalle idee – più o meno geniali – applicate nascono nuovi prodotti e lo slancio per il futuro. E’ a questo che dobbiamo guardare, non al catrame o al cemento. Che tristezza.
Ing. Ferruccio Porati
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