Ieri su questo blog, a Massetti che poneva domande sul futuro al centrosinistra, rispondeva Rubagotti ricordando che i cittadini padernesi dai politici si aspettano finalmente delle risposte.
L'ex sindaco PD osservava, correttamente a mio avviso, che non è la voce solitaria che grida nel deserto quella che può dare risposte, ma qualcosa di più delle domande in questa fase è possibile e necessario fare. Diversamente, senza nemmeno un accenno di proposte, tutto rischia di rimanere fermo.
Da tempo, per superare la solitudine dei richiami e favorire il confronto delle idee ho proposto l'organizzazione di una grande
assemblea aperta a tutti coloro che in questi anni si sono schierati
a difesa degli interessi dei padernesi, a difesa dei beni comuni, del
territorio e della qualità della vita dei suoi abitanti, affermando
così nei fatti una diversa idea di città.
Dal 2009 a oggi abbiamo assistito allo smantellamento sistematico di tutte le
iniziative sociali esistenti: chiusi o ceduti ai privati i centri di
aggregazioni sociale e giovanile, tagliati i progetti di solidarietà
internazionale, chiuso lo sportello stranieri del Villaggio
Ambrosiano e la consulta del volontariato. La giunta di destra ha
cercato di opporsi ai progetti di riqualificazione delle linee
tramviarie provinciali, ha liquidato di fatto ogni forma avanzata di
partecipazione fino allo svuotamento dei consigli di Quartiere, ha
cercato di fare cassa con l'edilizia popolare, ha sostenuto la
privatizzazione dei beni comuni e ha svenduto il territorio aprendolo
alla cementificazione. Per non parlare dei tentativi di revisionismo
tesi a negare i valori della Resistenza e della stessa Unità
Nazionale.
Questa politica che
non ha portato alcun vantaggio a Paderno Dugnano, ma l'ha
concretamente impoverita, ha diviso e reso ancora più distanti i
suoi sette quartieri, ha depresso la sua socialità e la sua economia
al posto di promuoverla e sostenerla, va assolutamente rovesciata di
segno, rimettendo la città sulla strada giusta le cui pietre miliari
sono: più solidarietà, più integrazione sociale, più
partecipazione, più investimenti sull'innovazione e le nuove risorse
rappresentate da giovani, ambiente e cultura.
Per questo ritengo necessario discutere e confrontarci sui seguenti punti: Paderno vuol
ricominciare a crescere; Paderno vuol essere una città attrattiva ed
accogliente; Paderno crede che i giovani siano un valore sul quale
investire risorse e speranze, Paderno considera la cultura e le
infrastrutture culturali (esistenti e da realizzare) le fabbriche del
futuro; Paderno crede nella valorizzazione dell'ambiente e del
territorio, per far nascere nuove imprese e nuova occupazione;
Paderno crede nel Bilancio partecipato come principale strumento di
integrazione della città policentrica; Paderno sostiene il
volontariato, l'associazionismo solidale e promuove un modello di
impresa sociale in grado di produrre benessere e nuova economia.
Mi sembra a questo punto che a grandi linee una proposta politica e programmatica ci sia. Adesso tocca alle gambe farla marciare.
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