Rassegna stampa obbligata dopo l'evento
boom di ieri: la condanna a 7 anni di galera e l'interdizione
perpetua per Silvio Berlusconi, il leader puttaniere della destra
plebea made in Italy che si
era"fatta Stato". La sua condanna per prostituzione
minorile chiude idealmente la Seconda Repubblica come il processo
"Mani Pulite" chiuse la prima. Vediamo come commentano i
principali giornali italiani questo fatto storico.
Il Corriere della Sera sembra molto
preoccupato delle conseguenza che la sentenza potrà avere sul
governo delle larghe intese guidato da Letta. Il titolo di prima
pagina è: "Condanna dura per Berlusconi: sette anni", e
nel sommario dice: "Berlusconi: è una sentenza violenta. Io
resisto. PdL: colpo alla pacificazione". Di spalla un commento
di Massimo Franco: "Un ordigno a orologeria tra le fila del
governo". L'editoriale è affidato a Pigi Battista: "I
dubbi e le conseguenze". Negli articoli citati ovviamente si
parla molto di quel che succederà in futuro e le previsioni sono
nere. Il Corriere non vuole ammettere che l'unica pacificazione
possibile per l'Italia è l'uscita definitiva di scena di chi la
"guerra civile fredda" l'ha promossa e combattuta per 20
anni costruendoci sopra la sua fortuna politica (ed economica).
"Berlusconi: la condanna più
dura" con il Cavaliere che nel sommario dichiara "Resisterò".
L'editoriale del direttore Ezio Mauro titola: "L'abuso e la
dismisura", mentre in un box di spalla: "Silvio avverte
Letta: ora tutto è possibile".
La Stampa a tutta pagina: "Sette
anni a Berlusconi: "Resisterò". Di spalla l'editoriale di
Sorgi titola: "Il sipario sull'era del Cavaliere", un
commento che segnala la speranza che la condanna chiuda in qualche
modo l'anomalia italiana. In taglio basso, il "Buongiorno"
di Massimo Gramellini è titolato: "Io Ruby, tu Idem". Nel
commento il giornalista sottolinea che agli italiani di questi due
fatti clamorosi, la condanna per reati ignobili di un leader politico
e le dimissioni per evasione fiscale di un ministro in carica, frega
ben poco. "Le crisi economiche spolpano la democrazia perché riducono drasticamente l’interesse
dei cittadini per la cosa pubblica – scrive -. Il vero confine,
oggi, non è più fra chi sta con i magistrati e chi no, ma fra chi
crede ancora nel futuro e chi no". Sante parole.
Il Giornale berlusconiano titola: "Macelleria". Nel sommario, lungo come un commento, il miliziano Sallusti spara "l'ultima raffica di Salò" contro la Magistatura: "Pur di condannarlo i giudici superano la Boccassini e inventano un complotto: 32 persone avrebbero testimoniato il falso. E' follia giudiziaria. Marina difende il padre: "Sentenza già scritta". Il Cav: "Resisterò, Sostegno a Letta? Deciderà il PdL". L'editoriale di Feltri titola sobriamente come sempre: "Se le toghe fanno le badanti della sinistra". Amen.
Libero, l'altro megafono della destra
nazionale strilla più forte: "Giustizia a puttane". Il
sommario riassume i fatti sulla flasariga del Giornale, mentre il
catenaccio chiude così: "Silvio: sentenza violenta e
incredibile, vogliono eliminarmi. Il PdL: colpo di Stato". Il
commento di Filippo Facci titola malinconicamente: "Dopo 20 anni
incastato da una farsa".
Nel tentativo disperato di assorbire il
colpo il quotidiano dedica la grande illustrazione-notizia al
"naufragio" della ministra Idem. Come se le due cose
avessero lo stesso peso.
Impagabile Giulianone Ferrara che sul
suo "foglio" titola: "Siamo tutti puttane". Parla
per te verrebbe da rispondergli. La vignetta di Vincino disegna la
Boccassini che al microfono annuncia dal palco: "Condannato
Berlusconi, tutti i testimoni, tutti i suoi avvocati, tutti i suoi
elettori". Il palco espone la scritta: Questo l'atto fondativo
della 4a Repubblica. La Repubblica Giudiziaria Italiana.
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