martedì 25 giugno 2013

Berlusconi condannato e interdetto: il titolo è...

Rassegna stampa obbligata dopo l'evento boom di ieri: la condanna a 7 anni di galera e l'interdizione perpetua per Silvio Berlusconi, il leader puttaniere della destra plebea made in Italy che si era"fatta Stato". La sua condanna per prostituzione minorile chiude idealmente la Seconda Repubblica come il processo "Mani Pulite" chiuse la prima. Vediamo come commentano i principali giornali italiani questo fatto storico.
Il Corriere della Sera sembra molto preoccupato delle conseguenza che la sentenza potrà avere sul governo delle larghe intese guidato da Letta. Il titolo di prima pagina è: "Condanna dura per Berlusconi: sette anni", e nel sommario dice: "Berlusconi: è una sentenza violenta. Io resisto. PdL: colpo alla pacificazione". Di spalla un commento di Massimo Franco: "Un ordigno a orologeria tra le fila del governo". L'editoriale è affidato a Pigi Battista: "I dubbi e le conseguenze". Negli articoli citati ovviamente si parla molto di quel che succederà in futuro e le previsioni sono nere. Il Corriere non vuole ammettere che l'unica pacificazione possibile per l'Italia è l'uscita definitiva di scena di chi la "guerra civile fredda" l'ha promossa e combattuta per 20 anni costruendoci sopra la sua fortuna politica (ed economica).
"Berlusconi: la condanna più dura" con il Cavaliere che nel sommario dichiara "Resisterò". L'editoriale del direttore Ezio Mauro titola: "L'abuso e la dismisura", mentre in un box di spalla: "Silvio avverte Letta: ora tutto è possibile".
La Stampa a tutta pagina: "Sette anni a Berlusconi: "Resisterò". Di spalla l'editoriale di Sorgi titola: "Il sipario sull'era del Cavaliere", un commento che segnala la speranza che la condanna chiuda in qualche modo l'anomalia italiana. In taglio basso, il "Buongiorno" di Massimo Gramellini è titolato: "Io Ruby, tu Idem". Nel commento il giornalista sottolinea che agli italiani di questi due fatti clamorosi, la condanna per reati ignobili di un leader politico e le dimissioni per evasione fiscale di un ministro in carica, frega ben poco. "Le crisi economiche spolpano la democrazia perché riducono drasticamente l’interesse dei cittadini per la cosa pubblica – scrive -. Il vero confine, oggi, non è più fra chi sta con i magistrati e chi no, ma fra chi crede ancora nel futuro e chi no". Sante parole.

Il Giornale berlusconiano titola: "Macelleria". Nel sommario, lungo come un commento, il miliziano Sallusti spara "l'ultima raffica di Salò" contro la Magistatura: "Pur di condannarlo i giudici superano la Boccassini e inventano un complotto: 32 persone avrebbero testimoniato il falso. E' follia giudiziaria. Marina difende il padre: "Sentenza già scritta". Il Cav: "Resisterò, Sostegno a Letta? Deciderà il PdL". L'editoriale di Feltri titola sobriamente come sempre: "Se le toghe fanno le badanti della sinistra". Amen.
Libero, l'altro megafono della destra nazionale strilla più forte: "Giustizia a puttane". Il sommario riassume i fatti sulla flasariga del Giornale, mentre il catenaccio chiude così: "Silvio: sentenza violenta e incredibile, vogliono eliminarmi. Il PdL: colpo di Stato". Il commento di Filippo Facci titola malinconicamente: "Dopo 20 anni incastato da una farsa".
Nel tentativo disperato di assorbire il colpo il quotidiano dedica la grande illustrazione-notizia al "naufragio" della ministra Idem. Come se le due cose avessero lo stesso peso.
Impagabile Giulianone Ferrara che sul suo "foglio" titola: "Siamo tutti puttane". Parla per te verrebbe da rispondergli. La vignetta di Vincino disegna la Boccassini che al microfono annuncia dal palco: "Condannato Berlusconi, tutti i testimoni, tutti i suoi avvocati, tutti i suoi elettori". Il palco espone la scritta: Questo l'atto fondativo della 4a Repubblica. La Repubblica Giudiziaria Italiana.  

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