domenica 23 giugno 2013

Il progetto politico del Movimento 5 Stelle

"Il Movimento 5 Stelle ha un progetto di cambiamento da qui a 30 anni". Questa affermazione fatta dalla ex capogruppo del movimento alla Camera (quella che credeva di essere a Ballarò) durante il famoso incontro in streaming video con Bersani, mi ha molto colpito. Ma quale progetto, dove sta scritto? Mi sono chiesto.
Oggi, leggendo su il Corriere.it la lunga intervista al guru del movimento, Gianroberto Casaleggio, ho capito di che progetto si tratta. L'utopia grillina si basa su una scommessa: l'affermarsi nel mondo occidentale della democrazia diretta, una rivoluzione culturale che seguendo la logica di internet, disintermedia la politica eliminando la democrazia rappresentativa basata sulla delega, come il web 2.0 elimina la figura del rivenditore mettendo in contatto diretto produttore e consumatore.
In questo nuovo scenario gli eletti non hanno autonomia politica, sono solo dei portavoce il cui compito è sviluppare il programma elettorale del movimento. Ogni collegio elettorale li può sfiduciare e far dimettere in ogni momento se l'eletto si sottrae ai suoi obblighi tramite referendum locali in rete.
La Costituzione nata da questa logica è profondamente diversa da quella attuale e i suoi capisaldi sono: il Parlamento discute le leggi di iniziativa popolare, il voto segreto è abolito, i referendum sono propositivi e senza quorum, vige il vincolo di mandato e il candidato deve essere residente nel territorio in cui viene eletto, la banda larga copre l'intero paese collegando tutti i cittadini, non esistono leader, il web integra realtà fisica e virtuale, il confronto tra cittadini è continuo e avviene su tutti i mezzi, il parlamentare, il ministro, il Presidente del Consiglio, sono dipendenti dei cittadini e non possono sottrarsi al loro controllo. Questo a medio termine.
La visione del futuro a lungo termine secondo Casaleggio è apocalittica. Il mondo si dividerà in due: da un lato i regimi democratici che usano la rete per consentire la democrazia diretta con accesso alla conoscenza e partecipazione alle decisioni dei cittadini, dall'altro i regimi dittatoriali e autoritari che usano il web per esercitare il controllo totale sui cittadini. La guerra tra queste due visioni del mondo sarà inevitabile.
Le contraddizioni presenti nel pensiero dell'ideologo di Grillo sono enormi, ma lui le considera marginali rispetto alla "visione". Queste sono ad esempio il potere sulla rete detenuto dai colossi informatici Google, Facebook, e altri che raccolgono e schedano continuamente miliardi di dati personali nei confronti dei quali si dice genericamente che "i governi devono esercitare un maggiore controllo" contraddicendosi poche righe dopo osservando che "la privacy è un concetto superato e che se i dati sono pubblici non esistono violazioni".
Sul confronto impari tra cittadini e detentori dei loro dati personali egli afferma fideisticamente di credere che a lungo termine a vincere non sarà il capitalismo che muove queste multinazionali, ma le idee delle persone "che in rete hanno un valore superiore al denaro". Tutto sta cambiando e in futuro "i cittadini diventeranno istituzioni". Per dimostrarlo Casaleggio si cita, cioè fa l'esempio del Movimento 5 Stelle che sul web ha creato un soggetto politico in poco tempo senza capitali.
Sulla assoluta preminenza di Grillo fondatore e dominus del movimento il guru glissa e lo definisce un soggetto social perché a lui tutti i frequentatori del blog possono fare domande.
Casaleggio conclude affermando che "Nel medio-lungo termine sono comunque convinto che i movimenti prevarranno sui partiti, questo vale per il M5S ma anche per nuove formazioni che oggi non sono ancora visibili in Italia".
Come vedete il "programma" del Movimento 5 Stelle è limitato alla forma politica, l'instaurazione della democrazia diretta basata sull'acceso a internet e al nuovo patto sociale che ne deriva. Di come risolvere i gravi problemi economici che derivano dalla contraddizione principale tra capitale e lavoro a livello globale non una parola. La disoccupazione, la miseria crescente, la criminalità, il predominio dei forti sui deboli e dei ricchi sui poveri, in Italia e nel mondo, sono evidentemente per il vertice del movimento problemi che si risolvono discutendone in rete tra liberi e uguali. Con all'orizzonte una bella guerra mondiale decisiva tra democrazie digitali e dittature digitali.
Personalmente la cosa non mi affascina nè mi convince. Forse sono troppo vecchio per queste cose o forse mi faccio influenzare dal fatto che in passato ho conosciuto professionalmente Casaleggio e soprattutto (personalmente) il suo socio nella Casaleggio Associati, Enrico Sassoon, Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, giornalista economico membro del board dell'Aspen Institute, direttore della edizione italiana della Harward Business Rewirev e lobbista da sempre in contatto stretto con la destra americana. Sul fatto che questi due "ideologhi" siano dei sinceri democratici che vogliono rendere gli italiani più liberi e uguali all'insegna del motto "uno vale uno" ho dei forti dubbi.   

1 commento:

Gianni Rubagotti ha detto...

O forse sei troppo giovane, certe cose le diceva Proudhon e i libri della cultura anarchica sono stati alla base non solo del PSI (Andrea Costa) ma anche della cultura politica del suo più importante esponente del secolo scorso: Benito Mussolini.