"Il Movimento 5 Stelle ha un
progetto di cambiamento da qui a 30 anni". Questa affermazione
fatta dalla ex capogruppo del movimento alla Camera (quella che credeva
di essere a Ballarò) durante il famoso incontro in streaming video
con Bersani, mi ha molto colpito. Ma quale progetto, dove sta scritto?
Mi sono chiesto.
Oggi, leggendo su il Corriere.it la
lunga intervista al guru del movimento, Gianroberto Casaleggio, ho
capito di che progetto si tratta. L'utopia grillina si basa su una
scommessa: l'affermarsi nel mondo occidentale della democrazia
diretta, una rivoluzione culturale che seguendo la logica di
internet, disintermedia la politica eliminando la democrazia
rappresentativa basata sulla delega, come il web 2.0 elimina la
figura del rivenditore mettendo in contatto diretto produttore e
consumatore.
In questo nuovo scenario gli eletti non
hanno autonomia politica, sono solo dei portavoce il cui compito è
sviluppare il programma elettorale del movimento. Ogni collegio
elettorale li può sfiduciare e far dimettere in ogni momento se
l'eletto si sottrae ai suoi obblighi tramite referendum locali in
rete.
La Costituzione nata da questa logica è
profondamente diversa da quella attuale e i suoi capisaldi sono: il
Parlamento discute le leggi di iniziativa popolare, il voto segreto è
abolito, i referendum sono propositivi e senza quorum, vige il
vincolo di mandato e il candidato deve essere residente nel
territorio in cui viene eletto, la banda larga copre l'intero paese
collegando tutti i cittadini, non esistono leader, il web integra
realtà fisica e virtuale, il confronto tra cittadini è continuo e
avviene su tutti i mezzi, il parlamentare, il ministro, il
Presidente del Consiglio, sono dipendenti dei cittadini e non possono
sottrarsi al loro controllo. Questo a medio termine.
La visione del futuro a lungo termine
secondo Casaleggio è apocalittica. Il mondo si dividerà in due: da un lato i
regimi democratici che usano la rete per consentire la democrazia
diretta con accesso alla conoscenza e partecipazione alle decisioni
dei cittadini, dall'altro i regimi dittatoriali e autoritari che usano il web
per esercitare il controllo totale sui cittadini. La guerra tra
queste due visioni del mondo sarà inevitabile.
Sul confronto impari tra cittadini e
detentori dei loro dati personali egli afferma fideisticamente di
credere che a lungo termine a vincere non sarà il capitalismo che
muove queste multinazionali, ma le idee delle persone "che in
rete hanno un valore superiore al denaro". Tutto sta cambiando e
in futuro "i cittadini diventeranno istituzioni". Per
dimostrarlo Casaleggio si cita, cioè fa l'esempio del Movimento 5
Stelle che sul web ha creato un soggetto politico in poco tempo senza
capitali.
Sulla assoluta preminenza di Grillo
fondatore e dominus del movimento il guru glissa e lo definisce un
soggetto social perché a lui tutti i frequentatori del blog possono
fare domande.
Casaleggio conclude affermando che "Nel
medio-lungo termine sono comunque convinto che i movimenti prevarranno
sui partiti, questo vale per il M5S ma anche per nuove formazioni che
oggi non sono ancora visibili in Italia".
Come vedete il "programma"
del Movimento 5 Stelle è limitato alla forma politica,
l'instaurazione della democrazia diretta basata sull'acceso a
internet e al nuovo patto sociale che ne deriva. Di come risolvere i
gravi problemi economici che derivano dalla contraddizione principale
tra capitale e lavoro a livello globale non una parola. La disoccupazione, la miseria
crescente, la criminalità, il predominio dei forti sui deboli e dei
ricchi sui poveri, in Italia e nel mondo, sono evidentemente per il
vertice del movimento problemi che si risolvono discutendone in rete
tra liberi e uguali. Con all'orizzonte una bella guerra mondiale
decisiva tra democrazie digitali e dittature digitali.
Personalmente la cosa non mi affascina
nè mi convince. Forse sono troppo vecchio per queste cose o forse mi
faccio influenzare dal fatto che in passato ho conosciuto
professionalmente Casaleggio e soprattutto (personalmente) il suo socio nella
Casaleggio Associati, Enrico Sassoon, Board Member e Presidente del
Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in
Italy, giornalista economico membro del board dell'Aspen Institute, direttore della edizione italiana della Harward Business Rewirev e lobbista da sempre in contatto stretto
con la destra americana. Sul fatto che questi due "ideologhi"
siano dei sinceri democratici che vogliono rendere gli italiani più
liberi e uguali all'insegna del motto "uno vale uno" ho dei
forti dubbi.
1 commento:
O forse sei troppo giovane, certe cose le diceva Proudhon e i libri della cultura anarchica sono stati alla base non solo del PSI (Andrea Costa) ma anche della cultura politica del suo più importante esponente del secolo scorso: Benito Mussolini.
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