Tutti i commentatori segnalano da giorni la
"grande rimonta" di Berlusconi, ma i numeri non sembrano
giustificare in pieno questa roboante affermazione. Infatti la stessa
rilevazione fatta a gennaio diceva che il Centrosinistra raccoglieva
il 36,7%, il Centrodestra il 27,3%, Centro-Monti il 14,4%, M5S
13,6%, Rivoluzione Civile 4,8%. L'offensiva berlusconiana enfatizzata da tutti i media ha totalizzato in un mese solo +2,4 punti, mentre Bersani non ha perso
niente, anzi ha guadagnato +0,5 punti e Grillo +1,3. Il polo di Monti è invece calato di -1,5, quello di Ingroia -0,6%.
La situazione, insomma resta
sostanzialmente identica. Tra Centrodestra e Centrosinista il divario
dei numeri è ancora significativo ridicolizzando le affermazioni
berlusconiane sul "sorpasso": 7,5% a favore di Bersani
che può ragionevolmente prevedere la possibilità di guidare un
governo forte e stabile grazie un accordo post elettorale con il polo
di Centro.
Da mezzanotte dunque stop al voto
virtuale. Per i partiti, da qui al 23 febbraio, l'imperativo è andare sul territorio
a parlare con gli elettori.
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