domenica 3 febbraio 2013

Il Giorno, per le elezioni, si affida a Mazzuccone


Il Giorno ha cambiato direttore. Proprio all'inizio di una campagna elettorale nella quale Berlusconi si gioca tutto, perché questa volta o vince in Lombardia o scompare, l'editore Monti, schierato da sempre al suo fianco, ha deciso di scaricare Ugo Cennamo. Al giovane direttore nominato solo un anno fa, che avrebbe dovuto rinnovare la storica testata molto diffusa nell'hinterland milanese,  ha preferito uno stagionato giornalista di destra giudicato più affidabile: il deputato del PdL, Giancarlo Mazzuca.
Mazzuccone, come lo chiamavano nel giro dei giornalisti economici, quando l'ho conosciuto a metà degli anni '80, è un professionista navigato, un vecchio e sperimentato cavallo da battaglia romagnolo, classe 1948. E' stato inviato speciale del Corriere della Sera, e quindi vicedirettore de La Voce (1994-95) e di Fortune Italia. Passato al Gruppo Monti, dopo il fallimento del mensile economico di Mondadori, è stato a capo della redazione economica del Quotidiano Nazionale. Nel febbraio 2002 viene nominato direttore editoriale del Gruppo, assumendo al contempo la carica di direttore responsabile del Resto del Carlino. Tra il 30 aprile ed il 25 settembre 2003 ricoprì anche la carica di direttore del Giorno.
Molto critico con Berlusconi nel 1994, in linea con le posizioni di Montanelli che seguì a La Voce, alle elezioni politiche del 13-14 aprile 2008 con un incomprensibile voltafaccia si candidò con il PDL e venne eletto alla Camera nella circoscrizione XI dell'Emilia-Romagna. Membro della commissione Cultura della Camera dei Deputati, non ha mai sospeso l'attività giornalistica, rimanendo editorialista del Quotidiano Nazionale.
"Oggi è un nuovo giorno. Certamente lo è per me, che, dopo cinque anni tra agguati parlamentari e gelosie di partito, torno a casa, nel mio vecchio gruppo.. Posso nuovamente scrivere in piena libertà, con l’amarezza di essere riuscito a combinare ben poco in Parlamento (è il caso della legge di riforma dell’Ordine dei giornalisti: spero che qualcun altro abbia maggior fortuna nella prossima legislatura)", scrive nel suo editoriale di insediamento.
Nel suo messaggio ai lettori parla con sincero affetto del vecchio Giorno "il primo quotidiano che ho imparato a leggere fin da bambino. L’acquistava mio padre ed io aspettavo con una certa ansia il giovedì per divorare il “Giorno dei ragazzi” con le avventure di Cocco Bill disegnate dal grande Jacovitti. Ma bevevo anche i resoconti delle partite di pallone raccontate da Gianni Brera o i servizi dei nostri inviati al Tour de France. Questo quotidiano ha rappresentato davvero un nuovo modo di fare il giornalismo, ha portato una ventata di novità e di colore nel grigio della stampa italiana". Condivido questi ricordi e questo affetto. Il Giorno è stato il primo giornale anche per me e l'ho amato per le stesse ragioni di Mazzuccone. Probabilmente come lui ho fatto il giornalista ispirandomi ai servizi e alle firme del quotidiano (allora) dell'ENI che Mattei aveva voluto per sostenere il nascente Centrosinistra, aspetto sul quale lui sorvola. Come sorvola sulle grandi firme del quotidiano, che oltre a Gianni Brera, fino alla nascita de La Repubblica nel 1976, erano quelle di Giorgio Bocca, Marco Nozza, Natalia Aspesi,  Bernardo Valli, Alberto Arbasino, Pietro Citati, Mario Pirani, Gianni Locatelli.
Mazzucca politicamente è un direttore molto schierato anche se si dice deluso dalla politica e dal Parlamento dove, per sua stessa ammissione, riconosce di aver combinato molto poco. Poche settimane fa ha dichiarato in un'intervista "Il ritorno in campo di Berlusconi è la migliore risposta del centrodestra in vista delle prossime elezioni politiche". La sua posizione è dunque chiara. Da collega gli faccio i miei auguri di buon lavoro, ma da commentatore e opinionista altrettanto politicamente schierato lo marcherò stretto.

Nessun commento: