"Nei
momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo
di fronte a un bivio: vogliamo seguire l'io o Dio? L'interesse
individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?".
Con queste parole Benedetto XVI ha fatto indirettamente riferimento, ieri all'Angelus, alla sua decisione di rinunciare al
Pontificato. In piazza ad ascoltarlo oltre 100 mila persone. "Come
ci insegnano i Padri della Chiesa, le tentazioni fanno parte della
'discesa' di Gesù nella nostra condizione umana, nell'abisso del
peccato e delle sue conseguenze", ha ricordato il Papa.
"Gesù - ha raccontato - al momento di iniziare il suo ministero pubblico, dovette smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva". "Ma queste tentazioni - ha osservato - sono anche false immagini di uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone". Il nucleo centrale delle tentazioni proposte a Gesù, ha spiegato il Papa teologo, "consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari". In questo modo, "Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni e' in gioco la fede, perché è in gioco Dio".
"Gesù - ha raccontato - al momento di iniziare il suo ministero pubblico, dovette smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva". "Ma queste tentazioni - ha osservato - sono anche false immagini di uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone". Il nucleo centrale delle tentazioni proposte a Gesù, ha spiegato il Papa teologo, "consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri fini, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari". In questo modo, "Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni e' in gioco la fede, perché è in gioco Dio".
Benedetto XVI dice di volersi ritirare perché il corpo non lo sostiene più e gli impedisce di continuare il ministero che Dio gli ha affidato, ma le sue parole non sono quelle di un uomo stanco. A me sembrano le parole di un uomo lasciato solo da quelli che per primi dovrebbero seguirlo e che non potendo "fare il Papa" rinuncia ad essere Papa. Benedetto lascia perché la Chiesa di Roma evidentemente, messa davanti al bivio delle tentazioni, esita e non sceglie di seguire Dio. E il Pontefice oggi lo dice chiaramente, pubblicamente, ma il popolo che lo ascolta riempiendo la piazza San Pietro, accoglie la sua denuncia come una qualunque predica, applaude e torna a casa contento. Ripeto, cosa c'è da gioire?
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