Da due mesi tutto tace dalle parti dell'amministrazione padernese, La giunta Alparone, sembra non avere ancora smaltito il pranzo di Natale e il cenone di capodanno. Ma questo silenzio post prandiale prolungato dalla campagna elettorale, è diventato insopportabile. Abbiamo chiesto a Marco Coloretti di commentare questa irreale situazione che ancora una volta rispecchia il basso livello politico di una destra sempre più lontana dai bisogni della città.
Si potrebbe dire: nessuna nuova,
buona nuova. Ma è proprio così, pensando all’assordante silenzio
delle istituzioni padernesi negli ultimi due mesi?
Non è la prima volta che ciò accade e
questa volta, secondo me, è ancora più preoccupante. L’anno
scorso aprimmo noi con una conferenza stampa nella quale elencammo
l’insieme delle cose da fare, il bilancio di previsione in primis,
quest’anno siamo alle solite. Ma con un aggravante: settimana
prossima si vota per il Parlamento e per la Regione Lombardia. Aver
aspettato di “vedere” il voto per poi procedere dimostra
l’incapacità di questa amministrazione di essere prima di tutto al
servizio della città che li ha eletti.
Eppure non sembrano particolarmente
occupati dalla campagna elettorale.
Lasciami togliere un sassolino dalla
scarpa: come è già successo in passato, ci risulta che anche
stasera ci sia una bella cena ad inviti in un noto ristorante della
città. Cento padernesi selezionati alla corte del candidato
Mantovani, con l’illustre presenza del Sindaco. Liberi ovviamente
di fare come credano: resta il fatto però che le campagne elettorali
si fanno tra i cittadini e non con alcuni di essi, la crème
padernese. In questi casi, spesso lo ha dimostrato la cronaca, si
rischia di avere una maionese impazzita.
E allora dobbiamo attendere l’esito
elettorale per avere notizie da Palazzo?
Se per notizie intendi ciò che a me
sembra normale – cioè convocazioni ufficiali in sedi istituzionali
per discutere di materia amministrativa – penso di si. Nel
contempo, ti posso solo anticipare alcune preoccupazioni che
avvertiamo come PD, partito e gruppo consiliare, e di cui abbiamo
parlato nel corso delle nostre assemblee pubbliche, in giro per la
città.
Immagino a cominciare dal bilancio
di previsione 2013.
Facciamo un passo indietro e parliamo
di IMU, che è anche un tema di campagna elettorale su cui si
sprecano promesse tanto ingannevoli quanto truffaldine. Abbiamo visto
pubblicati – anche per iniziativa dei blog padernesi - i dati
della raccolta IMU 2012 divisi per comune. Per mio diletto, ho
provato a vedere come è posizionata la nostra città rispetto ai
comuni intorno e a quelli significativamente vicini a noi per
dimensione dell’area milanese. Ebbene sono emerse alcune cifre su
cui ci sarebbe da discutere approfonditamente e sulle quali
chiameremo a rispondere l’amministrazione padernese.
Per numero di versamenti in un lotto di
29 comuni significativi (da Cinisello a Cormano a Sesto, da Rho a
Bollate a Limbiate, da Cesano a Desio a Nova, da Seregno a Segrate a
Cernusco, che identificano le diverse aree intorno a Paderno), siamo
quarti per la prima casa e sesti per gli altri immobili. Siamo quindi
un comune di dimensione significativa nella vasta area milanese.
Eppure, quando andiamo a vedere la media dei versamenti, ecco che
siamo 22esimi sulla prima casa (123,80 euro di media) e 24esimi su
altri immobili (359,36 euro). Questo di per sé potrebbe non essere
significativo, anzi: merito delle aliquote minime, se non fosse che
anche altre realtà hanno aliquote minime. Poi vediamo le differenze:
sulla prima casa la forbice tra la nostra media e quella di altre
città è comunque limitata nell’ordine di qualche decina di euro.
Ma sugli altri immobili (seconde case ma non solo, penso anche aree e
fabbricati oltre ad altre attività) ha distanze ben più
significative: nel nord Milano la media è di 534,14 euro (quasi 200
euro in più), nell’area delle Groane la media è 462,53 euro (più
di 100 euro in più) così come nei comuni vicini dell’area Brianza
(447,24 euro), mentre gli altri comuni similari per versamenti la
media raggiunge i 595 euro. Distanze significative per cui vale la
pena porre la domanda: ma chi sta pagando veramente l’IMU nella
nostra città? Perché ad esempio un comune vicino che ha una media
sulla prima casa inferiore alla nostra (Cormano 115,89 euro) riesce a
mettere a frutto 462,20 euro in media sugli altri immobili? E’ solo
un problema di aliquote – ma se anche fosse non risultano sommosse
nei paesi limitrofi – oppure dobbiamo pensare che qualcosa non sta
funzionando da noi? E che cosa? Non è che una avventata quanto
mistificatoria retorica politica da campagna elettorale che promette
il rimborso dell’IMU oltre alla sua immediata cancellazione ha
trasformato i contribuenti in chi comunque paga (le famiglie con la
prima e unica casa, ad esempio) e in chi se la trattiene
(impropriamente) condonandosela in anticipo? Magari contando
sull’immobilismo delle amministrazioni locali, soprattutto quando
esse sono prigioniere di logiche di bottega prima ancora di organismi
di governo della vita cittadina. Ecco perché il silenzio ci
preoccupa.
Così come mi confermerai nulla è
trapelato rispetto alla nuova tassa, la TARES, che oltre ai rifiuti
ci porterà a pagare i servizi primari della città.
Hai detto bene: nulla trapela, tranne
le grida dentro le sottili pareti del Palazzo, che vedrebbero i
nostri amministratori accapigliarsi su cifre, totali, aliquote,
coperture, fasce, esenzioni. Un ginepraio in cui si sono infilati per
non aver cercato la via maestra alla formazione della proposta: le
commissioni, non solo quella bilancio. Perché se ha un pregio la
TARES – ed è l’unico pregio che ha – è che obbliga a rendere
trasparente fino al centesimo le spese che vanno a formare il
cespite, proprio per articolare al meglio l’imposta. Ecco perché
la partita sulla TARES non può essere slegata da quella sull’IMU :
ciò che si “sconta” da una parte può emergere con forza
dall’altra. E a catena, così l’aliquota Irpef comunale, la cui
progressività sui redditi non è mai stata presa in considerazione
malgrado le nostre continue sollecitazioni. Ma noi non siamo disposti
ad affrontare i temi come se fossero gli uni separati dagli altri, né
lo siamo senza avere una situazione di bilancio consuntivo già
definita (visto che tra un po’ è marzo) su cui articolare proposte
e prospettive di bilancio. Ecco perché riteniamo sia stato
infruttuoso e maldestro aver passato questi due mesi pensando al
voto: PdL e Lega a Paderno nelle politiche 2008 avevano il 51,26%,
nelle regionali 2010 il 51,42% che hanno rappresentato il corollario
intorno al quale hanno vinto le elezioni cittadine nel 2009. Ora, se
domenica nelle due urne non avessero nemmeno il 50% dei voti, la loro
forza amministrativa ne uscirà indebolita. Aver scommesso sul
contrario, pare non solo arduo ma del tutto irresponsabile: le scelte
in campo vanno comunque fatte e noi non siamo disposti a fare da
stampella a nessuno. Serve un’operazione verità e una ripresa di
capacità di governo della città che risulta assente, al di là dei
silenzi. E delle preoccupanti mancate risposte.
A quali mancate risposte ti riferisci?
E’ passato un anno dall’attentato
al comando dei vigili: chi sa qualcosa? E’ stata un’intimidazione
o una carnevalata? E si può definire tale una bomba contro la sede
della vigilanza? Con l’inchiesta Infinito, da cui non abbiamo avuto
nessun risarcimento (perché?), abbiamo chiuso con l’infiltrazione
mafiosa sul nostro territorio? Dovevamo indire un consiglio comunale
aperto sui temi della legalità (e della sicurezza) che andasse oltre
gli episodi di cronaca e che riguardasse più da vicino i compiti
dell’amministrazione nel contrasto alle mafie e alla criminalità,
chi ne sa più niente? Ieri ha fatto visita nella nostra città l’ex
procuratore antimafia Pietro Grasso, possibile che nessuno
dell’amministrazione abbia sentito il dovere civico oltre che
istituzionale di incontrarlo, al di là della sua candidatura
elettorale (ma non qui in Lombardia) nel nostro partito? E vogliamo
parlare delle comunicazioni sul PGT corredati da errori grossolani?
Nel frattempo, non dimentichiamoci, è aperta la stagione delle
osservazioni. Invitiamo tutti i cittadini a procedere in tal senso
così come faremo noi rispetto a tante piccole e grosse storture che
riguardano il governo del territorio. E per finire una chicca.
Avanti!
Un cittadino ha fatto presente
attraverso i blog la sua situazione rispetto ad un mancato pagamento
Ici che riguardava il locale cosiddetto “taverna”, frutto di una
trovata inserita in finanziaria nel 2007 (governo del centrosinistra,
ma quando una cosa è sbagliata lo è comunque) che assimilava e
rendeva sottoposti all’ICI tutti i locali (anche se da deposito)
superiori ad una certa metratura perché, appunto, li assimilava a
locali della casa. Da assessore, trovai questa cosa iniqua perché
non rendeva giustizia – anzi – tra chi veramente usufruiva di
“taverna” (e l’ICI era dovuta) e chi no, basando la scelta solo
sui mq complessivi. Poi qualcun altro a Roma vinse le elezioni e
abolì l’ICI ma non si occupò di aggiustare certe storture. Così
come qualcun altro vinse le elezioni a Paderno (sempre con il disco
che l’ICI non c’è più) ma che gli arretrati quelli sì, perché
è stata “colpa del centrosinistra” (vedere lettera allegata ai
bollettini del 2010). Ma ecco il colpo di scena: pur avendo avuto 4
anni di governo alle spalle, ecco che di nuovo altri cittadini
padernesi ricevono bollettini di arretrati del famigerato 2007 (a
fine 2012!) poco prima che scadano i termini per chiedergli i soldi
dovuti e gli arretrati. Ora, quando prima ho parlato di trasparenza e
verità intendo proprio questo: se si deve pagare è giusto pagare,
ma allora è giusto che paghino tutti (perché tanto tempo per
definire chi e quanto dovuto? L’assessore dimissionario Ruzzon
imputava i ritardi a me – che dal 2007 a metà 2009 ho cercato non
solo di applicare la norma ma anche di verificarne margini
migliorativi, chiedendo pareri in merito, come ritengo fosse giusto
che facessi allora, anche a fronte di molte sollecitazioni dei
cittadini che i bollettini li ricevevano – mentre da metà 2009 a
tutto il 2012 si scopre che ancora non si è finito di inviare
bollettini). E siamo sicuri che tutti pagheranno, o come pare di
capire qualcuno sarà “condonato” per “prescrizione dei
termini”? E’ possibile procedere così? No, occorre una politica
e dei politici all’altezza del compito, senza aspettare la maschera
ormai farsesca dell’ennesimo Godot.
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