lunedì 18 febbraio 2013

Aspettando Godot


Da due mesi tutto tace dalle parti dell'amministrazione padernese, La giunta Alparone, sembra non avere ancora smaltito il pranzo di Natale e il cenone di capodanno. Ma questo silenzio post prandiale prolungato dalla campagna elettorale, è diventato insopportabile. Abbiamo chiesto a Marco Coloretti di commentare questa irreale situazione che ancora una volta rispecchia il basso livello politico di una destra sempre più lontana dai bisogni della città.  

Si potrebbe dire: nessuna nuova, buona nuova. Ma è proprio così, pensando all’assordante silenzio delle istituzioni padernesi negli ultimi due mesi?
Non è la prima volta che ciò accade e questa volta, secondo me, è ancora più preoccupante. L’anno scorso aprimmo noi con una conferenza stampa nella quale elencammo l’insieme delle cose da fare, il bilancio di previsione in primis, quest’anno siamo alle solite. Ma con un aggravante: settimana prossima si vota per il Parlamento e per la Regione Lombardia. Aver aspettato di “vedere” il voto per poi procedere dimostra l’incapacità di questa amministrazione di essere prima di tutto al servizio della città che li ha eletti.

Eppure non sembrano particolarmente occupati dalla campagna elettorale.
Lasciami togliere un sassolino dalla scarpa: come è già successo in passato, ci risulta che anche stasera ci sia una bella cena ad inviti in un noto ristorante della città. Cento padernesi selezionati alla corte del candidato Mantovani, con l’illustre presenza del Sindaco. Liberi ovviamente di fare come credano: resta il fatto però che le campagne elettorali si fanno tra i cittadini e non con alcuni di essi, la crème padernese. In questi casi, spesso lo ha dimostrato la cronaca, si rischia di avere una maionese impazzita.

E allora dobbiamo attendere l’esito elettorale per avere notizie da Palazzo?
Se per notizie intendi ciò che a me sembra normale – cioè convocazioni ufficiali in sedi istituzionali per discutere di materia amministrativa – penso di si. Nel contempo, ti posso solo anticipare alcune preoccupazioni che avvertiamo come PD, partito e gruppo consiliare, e di cui abbiamo parlato nel corso delle nostre assemblee pubbliche, in giro per la città.

Immagino a cominciare dal bilancio di previsione 2013.
Facciamo un passo indietro e parliamo di IMU, che è anche un tema di campagna elettorale su cui si sprecano promesse tanto ingannevoli quanto truffaldine. Abbiamo visto pubblicati – anche per iniziativa dei blog padernesi - i dati della raccolta IMU 2012 divisi per comune. Per mio diletto, ho provato a vedere come è posizionata la nostra città rispetto ai comuni intorno e a quelli significativamente vicini a noi per dimensione dell’area milanese. Ebbene sono emerse alcune cifre su cui ci sarebbe da discutere approfonditamente e sulle quali chiameremo a rispondere l’amministrazione padernese.
Ad esempio?
Per numero di versamenti in un lotto di 29 comuni significativi (da Cinisello a Cormano a Sesto, da Rho a Bollate a Limbiate, da Cesano a Desio a Nova, da Seregno a Segrate a Cernusco, che identificano le diverse aree intorno a Paderno), siamo quarti per la prima casa e sesti per gli altri immobili. Siamo quindi un comune di dimensione significativa nella vasta area milanese. Eppure, quando andiamo a vedere la media dei versamenti, ecco che siamo 22esimi sulla prima casa (123,80 euro di media) e 24esimi su altri immobili (359,36 euro). Questo di per sé potrebbe non essere significativo, anzi: merito delle aliquote minime, se non fosse che anche altre realtà hanno aliquote minime. Poi vediamo le differenze: sulla prima casa la forbice tra la nostra media e quella di altre città è comunque limitata nell’ordine di qualche decina di euro. Ma sugli altri immobili (seconde case ma non solo, penso anche aree e fabbricati oltre ad altre attività) ha distanze ben più significative: nel nord Milano la media è di 534,14 euro (quasi 200 euro in più), nell’area delle Groane la media è 462,53 euro (più di 100 euro in più) così come nei comuni vicini dell’area Brianza (447,24 euro), mentre gli altri comuni similari per versamenti la media raggiunge i 595 euro. Distanze significative per cui vale la pena porre la domanda: ma chi sta pagando veramente l’IMU nella nostra città? Perché ad esempio un comune vicino che ha una media sulla prima casa inferiore alla nostra (Cormano 115,89 euro) riesce a mettere a frutto 462,20 euro in media sugli altri immobili? E’ solo un problema di aliquote – ma se anche fosse non risultano sommosse nei paesi limitrofi – oppure dobbiamo pensare che qualcosa non sta funzionando da noi? E che cosa? Non è che una avventata quanto mistificatoria retorica politica da campagna elettorale che promette il rimborso dell’IMU oltre alla sua immediata cancellazione ha trasformato i contribuenti in chi comunque paga (le famiglie con la prima e unica casa, ad esempio) e in chi se la trattiene (impropriamente) condonandosela in anticipo? Magari contando sull’immobilismo delle amministrazioni locali, soprattutto quando esse sono prigioniere di logiche di bottega prima ancora di organismi di governo della vita cittadina. Ecco perché il silenzio ci preoccupa.

Così come mi confermerai nulla è trapelato rispetto alla nuova tassa, la TARES, che oltre ai rifiuti ci porterà a pagare i servizi primari della città.
Hai detto bene: nulla trapela, tranne le grida dentro le sottili pareti del Palazzo, che vedrebbero i nostri amministratori accapigliarsi su cifre, totali, aliquote, coperture, fasce, esenzioni. Un ginepraio in cui si sono infilati per non aver cercato la via maestra alla formazione della proposta: le commissioni, non solo quella bilancio. Perché se ha un pregio la TARES – ed è l’unico pregio che ha – è che obbliga a rendere trasparente fino al centesimo le spese che vanno a formare il cespite, proprio per articolare al meglio l’imposta. Ecco perché la partita sulla TARES non può essere slegata da quella sull’IMU : ciò che si “sconta” da una parte può emergere con forza dall’altra. E a catena, così l’aliquota Irpef comunale, la cui progressività sui redditi non è mai stata presa in considerazione malgrado le nostre continue sollecitazioni. Ma noi non siamo disposti ad affrontare i temi come se fossero gli uni separati dagli altri, né lo siamo senza avere una situazione di bilancio consuntivo già definita (visto che tra un po’ è marzo) su cui articolare proposte e prospettive di bilancio. Ecco perché riteniamo sia stato infruttuoso e maldestro aver passato questi due mesi pensando al voto: PdL e Lega a Paderno nelle politiche 2008 avevano il 51,26%, nelle regionali 2010 il 51,42% che hanno rappresentato il corollario intorno al quale hanno vinto le elezioni cittadine nel 2009. Ora, se domenica nelle due urne non avessero nemmeno il 50% dei voti, la loro forza amministrativa ne uscirà indebolita. Aver scommesso sul contrario, pare non solo arduo ma del tutto irresponsabile: le scelte in campo vanno comunque fatte e noi non siamo disposti a fare da stampella a nessuno. Serve un’operazione verità e una ripresa di capacità di governo della città che risulta assente, al di là dei silenzi. E delle preoccupanti mancate risposte.

A quali mancate risposte ti riferisci?
E’ passato un anno dall’attentato al comando dei vigili: chi sa qualcosa? E’ stata un’intimidazione o una carnevalata? E si può definire tale una bomba contro la sede della vigilanza? Con l’inchiesta Infinito, da cui non abbiamo avuto nessun risarcimento (perché?), abbiamo chiuso con l’infiltrazione mafiosa sul nostro territorio? Dovevamo indire un consiglio comunale aperto sui temi della legalità (e della sicurezza) che andasse oltre gli episodi di cronaca e che riguardasse più da vicino i compiti dell’amministrazione nel contrasto alle mafie e alla criminalità, chi ne sa più niente? Ieri ha fatto visita nella nostra città l’ex procuratore antimafia Pietro Grasso, possibile che nessuno dell’amministrazione abbia sentito il dovere civico oltre che istituzionale di incontrarlo, al di là della sua candidatura elettorale (ma non qui in Lombardia) nel nostro partito? E vogliamo parlare delle comunicazioni sul PGT corredati da errori grossolani? Nel frattempo, non dimentichiamoci, è aperta la stagione delle osservazioni. Invitiamo tutti i cittadini a procedere in tal senso così come faremo noi rispetto a tante piccole e grosse storture che riguardano il governo del territorio. E per finire una chicca.

Avanti!
Un cittadino ha fatto presente attraverso i blog la sua situazione rispetto ad un mancato pagamento Ici che riguardava il locale cosiddetto “taverna”, frutto di una trovata inserita in finanziaria nel 2007 (governo del centrosinistra, ma quando una cosa è sbagliata lo è comunque) che assimilava e rendeva sottoposti all’ICI tutti i locali (anche se da deposito) superiori ad una certa metratura perché, appunto, li assimilava a locali della casa. Da assessore, trovai questa cosa iniqua perché non rendeva giustizia – anzi – tra chi veramente usufruiva di “taverna” (e l’ICI era dovuta) e chi no, basando la scelta solo sui mq complessivi. Poi qualcun altro a Roma vinse le elezioni e abolì l’ICI ma non si occupò di aggiustare certe storture. Così come qualcun altro vinse le elezioni a Paderno (sempre con il disco che l’ICI non c’è più) ma che gli arretrati quelli sì, perché è stata “colpa del centrosinistra” (vedere lettera allegata ai bollettini del 2010). Ma ecco il colpo di scena: pur avendo avuto 4 anni di governo alle spalle, ecco che di nuovo altri cittadini padernesi ricevono bollettini di arretrati del famigerato 2007 (a fine 2012!) poco prima che scadano i termini per chiedergli i soldi dovuti e gli arretrati. Ora, quando prima ho parlato di trasparenza e verità intendo proprio questo: se si deve pagare è giusto pagare, ma allora è giusto che paghino tutti (perché tanto tempo per definire chi e quanto dovuto? L’assessore dimissionario Ruzzon imputava i ritardi a me – che dal 2007 a metà 2009 ho cercato non solo di applicare la norma ma anche di verificarne margini migliorativi, chiedendo pareri in merito, come ritengo fosse giusto che facessi allora, anche a fronte di molte sollecitazioni dei cittadini che i bollettini li ricevevano – mentre da metà 2009 a tutto il 2012 si scopre che ancora non si è finito di inviare bollettini). E siamo sicuri che tutti pagheranno, o come pare di capire qualcuno sarà “condonato” per “prescrizione dei termini”? E’ possibile procedere così? No, occorre una politica e dei politici all’altezza del compito, senza aspettare la maschera ormai farsesca dell’ennesimo Godot.

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