Abbiamo parlato della nascita del
giornalismo scoprendo che affonda le radici nel mondo antico, e in
particolare nella Roma di Giulio Cesare. Fu il divo Giulio infatti a
pubblicare il primo "quotidiano" murale della storia: gli
Acta Diurna, una raccolta di notizie i cui contenuti erano in parte
ufficiali (notizie giudiziarie, decreti imperiali, del
Senato e dei magistrati) e in parte privati
(annunci di nascita, di matrimonio e di morte). Gli Acta erano
scritti su una tavola imbiancata, l'album, e la loro pubblicazione
proseguì fino a che Roma rimase capitale dell'impero.
L'informazione, lo aveva capito
benissimo il primo Cesare, è l'essenza del potere e detenerne il
controllo è fondamentale.
I giornali propriamente detti però
cominciano ad esistere in Europa solo dopo l'invenzione dei caratteri mobili e
del torchio da stampa di Gutemberg. I primi a venire stampati e
diffusi in più copie erano gli informatori commerciali delle
compagnie di navigazione che davano notizie sui noli, sulle navi e
sul loro carico. Si diffusero alla fine del 1500 ad Anversa,
Francoforte e Londra. La prima gazzetta di corte però venne stampata
a Parigi per volere di Richelieu, edificatore della
Francia. Si trattava di prodotti di piccolo formato a periodicità
tipicamente settimanale, che contenevano anche illustrazioni di
battaglie, o ritratti di sovrani e uomini politici.
In Europa, fin dall'inizio, la stampa si
divide in due campi: quella anglosassone e Nord europea è una stampa
figlia del mercato, quella mediterranea è una stampa di corte
utilizzata dal principe per parlare ai nobili.
Il primo quotidiano uscì a Lipsia nella seconda metà del 1600 e si chiamava "Notizie
fresche sulla guerra e sul mondo". Era un giornale in foglio,
cioè impaginato in colonna senza titolazione, ma è nel 1700 che i
quotidiani si moltiplicheranno. Nel Nord saranno i fogli della prima
rivoluzione industriale e nel Sud della Rivoluzione francese. Negli
anni seguiti alla presa della Bastiglia, in Francia, si conteranno
circa 200 giornali. Il loro numero però si ridurrà di molto durante
il Terrore e scompariranno quasi del tutto sotto il dominio di
Napoleone.
Il paese dove i quotidiani avranno il
loro più forte sviluppo sarà la Gran Bretagna, paese in cui
vedranno la luce i primi quotidiani della sera e la stampa rosa
dedicata al pubblico femminile.
Ma il giornalismo moderno nascerà
oltre Atlantico, nella prima metà dell 1800, nella terra della libertà: gli
Usa.
In quegli anni gli Stati
Uniti conobbero uno straordinario sviluppo industriale sostenuto
dalla manodopera immigrata dall'Europa. I lavoratori americani
guadagnavano di più, erano più colti e più portati ai consumi
culturali di quelli europei. Per soddisfare la loro domanda di
lettura nacque nel 1833 il Sun, il capostipite della "penny
press", la stampa popolare che costava appunto un solo centesimo
di dollaro, contro i sei cent degli altri giornali. Inoltre, mentre
questi venivano diffusi per abbonamento, il Sun si vendeva per
strada dove veniva distribuito dagli "strilloni". La
testata il cui motto era "it shines for all", dichiarando
così il suo voler essere un giornale di massa, in due anni raggiunse
l'enorme (per l'epoca) tiratura di 15mila copie al giorno.
La stampa popolare pubblicava spesso
notizie fasulle, scritte con un linguaggio facile e accessibile, ma queste qualità non
dispiacevano al pubblico che leggendo la "penny press"
cercava soprattutto evasione.
Nello stesso tempo nel cuore della
metropoli nasceva con il New Yorker anche la stampa colta rivolta a
un altro tipo di pubblico urbano. Il periodico che offriva una
scrittura di alto livello inventò l'intervista, un genere di
giornalismo che garantiva la veridicità e l'autorevolezza delle
notizie citando la fonte e riportando la diretta testimonianza del
protagonista dei fatti narrati.
La seconda lezione del corso si terrà venerdì 25 gennaio sempre dalle 18,30 alle 20,30.
Nessun commento:
Posta un commento