APPELLO AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI
REGIONALI DELLA LOMBARDIA
PER UNA NUOVA LEGGE REGIONALE
SULL’ACQUA E SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
La Regione Lombardia si appresta a
scegliere il suo nuovo Presidente e ad intraprendere un nuovo modello
di governo regionale. In un momento in cui la crisi finanziaria mette
a dura prova la stabilità ed il ruolo degli Enti Locali, troppo
spesso i governi, invece di proporre strategie di rilancio
dell’economia e della società, hanno proposto la svendita dei beni
comuni, allontanandosi dalle scelte espresse con i Referendum del
2011 contro la mercificazione e privatizzazione dei servizi pubblici
locali e in particolare del servizio idrico.
La richiesta di rispettare le scelte
referendarie, portata avanti dal Comitato promotore e dal Forum dei
Movimenti dell’acqua, si è dovuta brutalmente confrontare con lo
svuotamento messo in atto dai poteri politici ed economici che hanno
contrastato l’autonomia degli Enti Locali e contraddetto la volontà
espressa da 27 milioni di cittadini italiani.
Anche lo scenario post-referendario di
Regione Lombardia si è caratterizzato per forti negatività in
materia di legislazione sui servizi pubblici locali e su quello
idrico in particolare. La legge sui servizi pubblici locali vigente,
già falcidiata dall’abolizione referendaria dell’art.23bis e in
seguito dichiarata incostituzionale in alcune sue parti, va rivista
complessivamente nel suo impianto. I modelli gestionali devono essere
revisionati in funzione della gestione territoriale della risorsa,
l’identificazione degli ambiti territoriali di riferimento va
riformulata, ed è necessario mettere in atto politiche di
investimenti per prevenire i cambiamenti climatici, migliorare lo
stato dell’ambiente e delle risorse idriche locali che, secondo le
ultime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, non godono certo
di buona salute.
L’insieme di queste constatazioni,
associato alla volontà espressa dai cittadini lombardi con i
Referendum in particolare per quanto attiene la gestione del servizio
idrico, al pronunciamento della Corte Costituzionale rispetto al
ruolo degli Enti Locali, alla delega alle Regioni per la
riorganizzazione delle Autorità d’Ambito e al riordino delle
Province, evidenzia l’urgenza per la Regione Lombardia di mettere
mano ad una profonda revisione del quadro legislativo regionale in
tema di servizi pubblici locali.
- Il riconoscimento dell'accesso
all'acqua quale diritto umano da garantire ad ogni cittadino (già
affermato nell’art. 41 legge regionale 26/2003), stabilendo una
quantità minima garantita a carico della fiscalità regionale (in
assenza di analogo provvedimento nazionale) e la tutela del
patrimonio idrico come bene comune pubblico inalienabile a tutela
delle future generazioni, gestito al di fuori delle regole del
mercato.
- La salvaguardia ambientale delle
risorse idriche disponibili, a tutela della qualità e della
disponibilità dell’acqua per uso umano, preminente rispetto agli
usi industriali e agricoli.
- La partecipazione dei cittadini e dei
lavoratori al governo e alla gestione del servizio idrico integrato,
sia negli organi regionali che in quelli territoriali (bacini).
- La promozione (anche finanziaria) di
nuove forme di gestione del servizio idrico su base cooperativa e di
"economia sociale" nei territori regionali, nonché di
progetti di cooperazione e solidarietà internazionale volti a
garantire l’accesso all’acqua nelle aree più povere del pianeta.
- Un governo delle relazioni tra acqua,
agricoltura/cibo, salute ed energia, ispirato all’obiettivo di
concretizzare il diritto alla vita e la sicurezza collettiva a
livello locale e alla salvaguardia del bene comune acqua. Alla luce
di quanto sopra, il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati
Acqua Pubblica chiede ai candidati alla Presidenza della Regione
Lombardia ed alle forze politiche che li sostengono:
1) Di assumere come impegno dei primi
cento giorni la formulazione di una legge regionale specifica sul
governo e la gestione delle risorse idriche e dell’intero ciclo
dell’acqua per tutti gli usi, evitando qualsiasi tentativo di
mercificazione della risorsa e di privatizzazione della gestione.
Inoltre e in particolare rispetto al
Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), si chiede che:
2) Il S.I.I., inteso quale insieme
delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a
usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue, sia
classificato come un servizio pubblico locale di interesse generale,
privo di rilevanza economica.
3) Il S.I.I. sia organizzato sulla base
di ambiti territoriali ottimali (ATO) corrispondenti ai bacini
idrografici.
4) Le province, i Comuni e la Città
metropolitana organizzino il S.I.I. affidandone la gestione, per
ciascun bacino, a soggetti di diritto pubblico, in conformità con i
principi riconosciuti dalla giurisprudenza comunitaria.
5) La gestione del S.I.I. sia ispirata
a promuovere il risparmio idrico e l’uso dell’acqua di rubinetto
da bere.
6) Si adottino politiche urbanistiche
volte a promuovere la riconciliazione tra i cittadini e l’acqua,
facendo della gestione partecipata del ciclo dell’acqua un contesto
di promozione e di governo dei beni comuni e del vivere insieme.
Chiediamo ad ogni candidato di
rispondere (email: info@contrattoacqua.it) al presente Appello,
esprimendosi (favorevole / non favorevole) rispetto ad ognuno dei sei
punti sopra indicati ed eventualmente aggiungendo brevi commenti.
Coordinamento Regionale Lombardo dei
Comitati Acqua Pubblica
Nessun commento:
Posta un commento