giovedì 24 gennaio 2013

Il Fatto, un nuovo modello di giornale in bilico tra carta e web

Segnalo agli interessati questo stralcio di un articolo di Marco Valle apparso su www.lettera43.it 22/1/2013 che analizza le difficoltà de Il Fatto Quotidiano che rappresenta bene il tentativo di far vivere in Italia un nuovo modello di giornale basato in prevalenza sul sostegno dei lettori. L'edicola e la pubblicità sono ancora la fonte principale dei guadagni, ma la frontiera è la vendita di contenuti sul web.


Il Fatto Quotidiano, unico vero successo dell'editoria cartacea degli ultimi anni è anch'esso alla ricerca di un difficile equilibrio economico per affrontare il 2013.
Il cambio della guardia alla direzione del giornale tra Peter Gomez e Antonio Padellaro è solo una questione di tempo: qualche settimana per lasciar passare le elezioni politiche e mettere a posto gli equilibri di vertice interni. L'edizione cartacea e quella online dovranno collaborare sempre più strettamente e la ragione sta nei numeri.
Secondo quanto risulta a Lettera43.it, nel novembre 2012 Il Fatto in edicola ha venduto una media di 49 mila copie giornaliere: un risultato positivo, ma in calo del 30,9% rispetto alle 71 mila registrate mediamente nel 2011. Preoccupa anche il dato sugli abbonamenti, scesi nello stesso periodo a 1.884, contro i 4.242 dell’anno prima (-55,5%). La raccolta pubblicitaria a cura di Publishare, secondo le stime, è stata di circa 1,6 milioni di euro a fine 2012.
La carta, tra edicola e pubblicità, secondo quanto ha dichiarato Gomez nel suo editoriale di fine anno - e secondo quanto ha ribadito l'amministratore nel suo annuncio pro “abbonamento responsabile” - è al momento il sostegno economico più importante per tutto, anche per l'online, ma lo spreco di carta (per vendere 49mila copie il giornale ne deve stampare più del doppio) e un sistema distributivo che non permette di fare invii mirati, fanno sì che l'azienda non guadagni più come una volta.
L'utile stimato per il 2012, infatti, è di circa 4 milioni di euro. Sempre di tutto rispetto, ma in calo rispetto ai 4,5 milioni del 2011 e ai 5,8 milioni del 2010. Da qui l'idea di un abbonamento direttamente in edicola, per abbassare le rese, e quindi gli sprechi, e recuperare redditività prima di passare gradualmente all'online. Un percorso oneroso. Il sito del quotidiano, infatti, costa circa 2,5 milioni di euro all'anno e ha prodotto ricavi pubblicitari lordi per 800 mila euro nel primo semestre 2012 secondo i numeri forniti da MyAds Advertising, la concessionaria che curava la raccolta. Pare quindi inevitabile la strada di mettere a pagamento parte dei contenuti.  

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