
Il guaio per loro è che essendo una
casta minore cooptata dal potere politico ed economico che vive in
modo privilegiato alle spalle di migliaia di colleghi meno fortunati, produttori oggi della maggior parte dei contenuti dei giornali e che
lavorano in condizioni di estrema precarietà, nessuno li prende più
sul serio. E questo invece è un guaio che riguarda
tutti perché è l'esercizio della libertà di stampa che ne esce malconcio.
Faccio un esempio tratto dalla cronaca di questi giorni. Il nuovo governatore
siciliano, Rosario Crocetta, non appena eletto ha posto mano ai tagli
delle enormi e ingiustificate spese dell'ente autonomo. Uno dei primi
tagli che ha deciso d'autorità è stato quello dei 21 giornalisti
assunti quasi tutti dall'ex presidente, Totò "vasa vasa"
Cuffaro, con la qualifica di "caporedattore" che
bivaccavano in folta e ben nutrita schiera nell'Ufficio Stampa
regionale. ''Che deve farsene la Regione di tutti questi
giornalisti? - ha detto Crocetta -. Basterebbero per stampare
il Corriere della Sera''. E ha
annunciato: ''D'ora in poi ne basteranno quattro, o
cinque''.
Come dargli torto? I 21 giornalisti hanno la stessa qualifica, cioè sono tutti ufficiali senza truppa, e per la copertura degli oneri connessi alla loro elevata retribuzione (stipendio, previdenza, tasse, ecc) vengono appostati nel Bilancio regionale circa tre milioni di euro l'anno.
Come dargli torto? I 21 giornalisti hanno la stessa qualifica, cioè sono tutti ufficiali senza truppa, e per la copertura degli oneri connessi alla loro elevata retribuzione (stipendio, previdenza, tasse, ecc) vengono appostati nel Bilancio regionale circa tre milioni di euro l'anno.
Apriti cielo, il sindacato dei
giornalisti e l'associazione della stampa locale hanno alzato alte
grida d'allarme contro questa decisione usando i soliti argomenti che
vanno dalla lesa maestà di casta alle "21 povere famiglie
gettate sul lastrico". L'associazione della stampa siciliana
ha tuonato con grande sprezzo del ridicolo: "Questa vicenda è
l'ennesimo passaggio di una guerra che in Sicilia parte della classe
politica ha intrapreso da tempo nei confronti dei giornalisti di cui
si vuole chiaramente svilire il ruolo e la professionalità per
asservirli senza mezzi termini e senza remore ai potenti di turno".
I 21 capiredattori assunti da Totò Cuffaro sarebbero stati
licenziati perché non asserviti al potere? Ma mi faccia il piacere,
direbbe l'altro più grande Totò.
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