La televisione continua ad avere un
pubblico di telespettatori che coincide sostanzialmente con la
totalità della popolazione (il 98,3%: +0,9% di utenza complessiva
rispetto al 2011), con aggiustamenti che dipendono dalla progressiva
sostituzione del segnale analogico con quello digitale, dal successo
consolidato delle tv satellitari (+1,6%) - che concedono all'utente
una maggiore autonomia operativa rispetto alla tv tradizionale -,
dalla maggiore diffusione della web tv (+1,2%) e della mobile tv
(+1,6%).
Come la televisione, anche la radio
resta un mezzo a larghissima diffusione di massa (la ascolta l'83,9%
della popolazione: +3,7% in un anno). Ma anche in questo caso si
accresce l'importanza delle forme di radio che si determinano
all'intersezione con l'ambiente di Internet: la radio ascoltata via
web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%),
che stanno soppiantando un mezzo digitale di prima generazione come
il lettore portatile di file mp3 (-1,7%).
Proprio i telefoni cellulari
(utilizzati ormai da 8 italiani su 10) aumentano ancora la loro
utenza complessiva (+2,3%), anche grazie agli smartphone (+10% in un
solo anno), la cui diffusione è passata tra il 2009 e il 2012 dal
15% al 27,7% della popolazione e oggi si trovano tra le mani di più della metà dei giovani di 14-29 anni (54,8%).
La penetrazione di Internet ha guadagnato 9 punti percentuali nell'ultimo anno - è il medium con il massimo tasso di incremento tra il 2011 e il 2012. Se lo scorso anno si poteva festeggiare il superamento della soglia del 50%, oggi l'utenza si attesta al 62,1% degli italiani (che erano il 27,8% solo dieci anni fa, nel 2002). Il dato sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone più istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti delle grandi città, oltre 500.000 abitanti (74,4%). E continua la forte diffusione dei social network, con una tendenziale sovrapposizione tra Internet e Facebook.
Al tempo stesso, prosegue l'emorragia
di lettori della carta stampata: i lettori di quotidiani (-2,3% tra
il 2011 e il 2012), che erano il 67% degli italiani cinque anni fa,
nel 2007, sono diventati oggi solo il 45,5% - al contrario, i
quotidiani online contano +2,1% di lettori rispetto allo
scorso anno, arrivando a un'utenza del 20,3%.
Perdono lettori anche la free press,
che si attesta al 25,7% di utenza (-11,8%), i settimanali (-1%) e
l'editoria libraria (-6,5%): ormai meno della metà degli italiani
legge almeno un libro all'anno (49,7%), anche se si segnala un +1%
per gli e-book.
E proprio tra i giovani la disaffezione
per la carta stampata è più grave: tra il 2011 e il 2012 i lettori
di quotidiani di 14-29 anni sono diminuiti dal 35% al 33,6%, quelli
di libri dal 68% al 57,9%. (ASCA)
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