lunedì 17 dicembre 2012

Carcere: una vergogna italiana

A una settimana dall’inizio della sua protesta contro le condizioni disumane dei detenuti in Italia, per l’amnistia e il ripristino della giustizia, le condizioni di salute di Marco Pannella sono sempre più critiche: il suo peso è sceso a 73 chili e la disidratazione evidente, secondo i clinici, lo mette in pericolo di vita.
Ciò nonostante Pannella va avanti chiedendo a personalità di rilievo di condividere la sua battaglia candidandosi in una lista radicale. "Non posso sospendere" ha detto lanciando un appello al capo dello Stato. Intanto su Twitter si moltiplicano i messaggi di sostegno #iostoconmarco. Da record le visualizzazioni: 3.602.099. Tra i tweet anche quello di Roberto Saviano, cui Pannella ha risposto: "A Robe' grazie ma io sto per il trittico indissolubile Amnistia, Diritto, Legalità per TUTTI e non per i carcerati. I carcerati lottano, soffrono, vivono loro per tutti gli altri, voialtri, noialtri e per tutto questo abbiamo pochissime ore. Bye bye".

Oggi, subito dopo avere letto di Marco Pannella sul Corriere.it, ho ricevuto da Renato Baldan, del Corpo Musicale Santa Cecilia di Paderno Dugnano, una selezione  delle foto scattate sabato 15 dicembre  al  Carcere di Bollate  in occasione dell' Open Day  quest'anno denominato "avanzi di galera".
"Le fotografie ci sono state scattate da un detenuto che ci ha seguito per tutto il pomeriggio – mi scrive - molte sono le immagini, ma possiamo divulgare solo quelle dove non compaiono volti di detenuti.
La giornata era particolarmente fredda, ma il freddo polare non ci ha impedito di suonare, una indescrivibile commozione ci ha surriscaldato e abbiamo suonato per oltre 2 ore. Abbiamo iniziato sfilando nei viali esterni dei raggi maschili, poi  abbiamo raggiunto il cortile interno del reparto femminile, senza nulla togliere ai detenuti maschi, la partecipazione delle detenute è stata grande.
Sentire  e  vedere  queste persone aggrappate alle sbarre delle loro celle che ci incitavano e con noi cantavano i brani natalizi  diventa  indescrivibile  trasmettere  quanta  emozione abbiamo  provato.
Mentre sfilavamo lungo i corridoi interni, i secondini che ci scortavano continuavano a sollecitarci a suonare senza interruzione perché “gli ospiti nelle celle” volevano sentirci.  Non nascondo che non pochi musicanti erano oramai alle strette con il fiato, nessun lamento, abbiamo assecondato con tenacia la richiesta.
Giunti al teatro del Carcere , seduti sugli spalti ci aspettavano in molti.  Ci siamo esibiti con altri brani  del nostro ricco repertorio di Canti di Natale e alcune marcette. Un piacevolissimo fuori programma; il nostro giovane grande Matteo  alla batteria ha improvvisato un concertino con un detenuto al basso elettrico: un successone.
Ripercorriamo la strada di ritorno sempre suonando tra bancarelle di diversi generi (esposizione di quadri, articoli artigianali, abbigliamento e molti altri generi tutti realizzati dai detenuti) allestite per l’occasione dai detenuti. Sempre attorniati da tantissimi che ci applaudivano e incitavano.
Saliti sul pullman, usciamo dal carcere e riprendiamo la via del ritorno; tutti noi, grandi e piccoli, commentiamo quegli attimi appena vissuti per scolpirli nella nostra memoria".

8 commenti:

Gianni Rubagotti ha detto...

è importante che tu abbia specificato la risposta di Pannella. Questa non è una battaglia per i detenuti.

Quando la corte di giustizia europea continua a fare sentenze che condannano il nostro paese questo è un problema di tutti e di tutta l'Europa. Quando c'è una montagna di processi che vanno in prescrizione per i potenti e magari finiscono in fretta per extracomunitari a cui viene offerta assistenza legale scarsissima (o ancora prima di iniziare come per Cucchi) questo è un problema anche di chi è indagato, dei suoi familiari, di tutti quelli che possono cadere e rimanere stritolati nella malagiustizia.

Ho scritto ad Ambrosoli sperando che dopo le parole coraggiose a favore dei radicali che mi hanno fatto promuovere il comitato per lui si ripeta su questo tema. Oscar Figus lo ha già fatto twittando e ribadendo sulla sua pagina facebook.

Kafka ha previsto le distorsioni della burocrazia prima della Germania hitleriane e dell'Unione sovietica. Ma in queste ore c'è un suo scritto che mi fa paura più del Processo.

E' il racconto "il digiunatore" dove di fronte a gente che si è abituata al suo spettacolo il digiunatore muore di fame da solo...

Anonimo ha detto...

Il carcere non è una vergogna .Come istituto rieducativo e/o anche punitivo è semplicemente obsoleto,inutile e costoso come la pena di morte,la deportazione,i lavori forzati,la gogna,le punizioni corporali etc.Quindi va ripensato.Ma c'è oggi in campo penale quello che fu Basaglia in campo psichiatrico?
pierino favrin

Gianni Rubagotti ha detto...

Sì Favrin, in ambito radicale c'è una riflessione sull'abolizione del carcere. Sepolta dalla disinformazione.

Ma esistono già adesso in tanti paesi pene alternative che risarciscono la società molto più di quanto farebbe il carcere: Naomi Campbell che per finire in carcere fa la spazzina a New York per qualche giorno è un esempio lampante.

Ma pensiamo poi a che impatto avrebbe su un ragazzo scoperto andare in giro senza casco invece di una multa pagata dai genitori andare qualche giorno a fare il volontario in qualche clinica dove vengono ricoverate le vittime di incidenti stradali...

E cmq il carcere di Bollate che abbiamo qui vicino è un modello di carcere molto diverso dagli altri.

Purtroppo sono argomenti che non hanno cittadinanza né nella terza camera (porta a porta) né in quelle "ufficiali"...

Anonimo ha detto...

Pannella ha ragione. È uno scandalo. Queste persone sono state raggirate. Se avessero saputo le condizioni delle camera e la qualità della cucina avrebbero scelto un'altra agenzia di villeggiatura per le loro vacanze, invece dello Stato. O magari sarebbero andati all'estero.
Secondo me bisogna disdire i contratti o in alternativa permettere loro di sostituire il loro pacchetto con un altro. Oltre naturalmente a risarcirli... ma questo è scontato.

carlo arcari ha detto...

Caro Anonimo, ti pubblico solo per augurarti di fare una bella vacanza in qualche galera italiana, anche per poco, credo ti basterebbe una sola settimana a San Vittore per imparare a non fare gratis battute come questa. Rimanendo anonimo naturalmente, perché c'è sempre il rischio che qualcuno ti legga e ti giudichi per quello che sei.

carlo arcari ha detto...

Vorrei ricordare a tutti gli anonimi che l'azione non violenta di Pannella non è finalizzata a liberare i carcerati, ma a denunciare l'illegalità di uno Stato, il nostro, che viola impunemente le sue leggi mettendosi sullo stesso piano di chi delinque venendo però punito con una pena che viene fatta scontare in modo incivile, illegale, e che si configura come un'ingiustizia inaccettabile.

CENTRIAMO IL FUTURO ha detto...

bella risposta sig.Ascari mi trovo d'accordo con lei!!!
Davide Cattaneo

carlo arcari ha detto...

Arcari, non ascari. Gli Arcari erano un tempo i costruttori di arche, cioè di mobili destinati a contenere cose preziose o sacre. Gli àscari erano mercenari eritrei inquadrati dall'esercito coloniale italiano.