mercoledì 12 settembre 2012

Parco e Autodromo: l'approccio della giunta PD


Alle ultime elezioni amministrative il centrosinistra ha riconquistato il Comune di Monza, malgovernato per cinque anni da una giunta di destra a guida leghista. 
Il nuovo sindaco del PD, Roberto Scanagatti (nella foto da MB News), sta affrontando i numerosi problemi lasciati sul tappeto dalla precedente amministrazione, non ultimi quelli annosi che riguardano il più grande patrimonio storico ambientale della capitale brianzola: il complesso Regio Parco-Villa Reale. Nel suo programma elettorale scaricabile dal suo sito però la parola "autodromo" non compare. Si parla genericamente di restituire il Parco e la Villa Reale ai cittadini e di rivedere la gestione delle concessioni nel Parco (cioè Autodromo e Golf Club). Ma non ci sono impegni programmatici puntuali.
Scanagatti e la sua giunta, in realtà, non sono contrari alla presenza nel Parco dell'Autodromo e del Golf Club. Anzi,  il sindaco sostiene da sempre la compatibilità della vecchia e per molti suoi elettori, obsoleta, inquinante e insostenibile,  pista, con il Parco. Egli considera l'Autodromo "una risorsa" da far convivere con l'ambiente non da dismettere e lo ha dimostrato organizzando quest'anno la solita manifestazione cittadina a sostegno del Gran Premio, riverniciandola di "verde" e di "educazione stradale" per tentare di darle un segno diverso. Ma questo sforzo non sarà considerato sufficiente dalle associazioni e dagli ambientalisti che da anni lottano contro l'ingombrante presenza della Formula1. La lista delle cose da fare per rendere "compatibile" l'impianto nel Parco è molto lunga.
A questo proposito segnalo il comunicato stampa emesso dal Comitato per il Parco in occasione della conferenza stampa di ieri.

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO PARCO A. CEDERNA

Primo punto: 90 anni di autodromo nel Parco
Per il Parco l’insediamento dell’autodromo ha voluto dire devastazione certa e lo aveva ben capito il direttore del Cittadino che nell’editoriale del 9 marzo del 1922 titolava “L’agonia del Regio Parco” soffermandosi su cosa avrebbe comportato questa presenza ingombrante nel grande Parco storico. Sin da subito i gestori si sono rivelati contraenti inaffidabili e inadempienti e gli esempi storici documentati sono molteplici.
Come Comitato per il Parco nel 96 abbiamo pubblicato una parte dei documenti che testimoniano tale comportamento, che non si è arrestato ma anzi è proseguito nel tempo, come attestano i molteplici casi di interventi realizzati senza previa autorizzazione, sanati ex post o del tutto abusivi: basti ricordare la tribuna Goodyear, che attualmente rende 370 euro a biglietto alla società. Tribuna periodicamente sequestrata e dissequestrata.
Dall’altra parte, il Parco ha subito la devastazione conseguente alla presenza di tifosi che fino a pochi anni fa, come testimoniato dalle foto del 2007, si mostravano inconsapevoli del valore storico e paesaggistico del Parco. Il grande lavoro pedagogico svolto da diverse persone, tra cui le Guardie Ecologiche Volontarie  e il Comitato Parco, ha consentito di contenere questo impatto devastante. Se avessimo atteso che la Sias si muovesse in questa direzione saremmo ancora qui a lamentare chiodi nei tronchi e abbattimento di alberi. Lo stesso ragionamento vale anche per i parcheggi fuori dall’area in concessione e per i campeggi nel Parco. Ora il piano parcheggi funziona perché sono state individuate aree esterne al Parco e abbiamo ottenuto che non fossero più consentiti parcheggi nei prati del Parco esterni alla concessione.
Siamo così riusciti a contenere i danni ma non siamo ancora riusciti a ottenere che i gestori dell’autodromo si comportino in maniera responsabile nei confronti del bene dato loro in concessione. Le recenti inchieste della magistratura vedono coinvolti i gestori dell’autodromo per false fatturazioni, corruzione e tangenti, contribuendo a dare della città un’immagine non certo edificante.
Abbiamo dovuto costantemente segnalare alle amministrazioni tentativi, anche riusciti, di edificazioni, asfaltature e quant’altro che l’autodromo mette in atto sovente senza neppure darne comunicazione agli enti proprietari, i quali hanno troppo spesso privilegiato la convinzione che l’autodromo fosse il fiore all’occhiello di Monza e portasse un indotto significativo per la citta’. Su questo aspetto precisiamo che è dal 1994 che chiediamo alla Camera di Commercio di fare un’indagine seria con l’Università per confermare o smentire le cifre roboanti che vengono lanciate e che mancano di verifica. Per ridimensionare queste cifre basterebbe ricordare che la dotazione alberghiera della città è rimasta tale da decine di anni e lo stesso possiamo dire per i ristoranti; per quanto riguarda poi il commercio, l’unione commercianti dovrebbe interpellare gli esercenti e chiedersi come mai non si registra un picco delle vendite nei giorni del gp.
Il fatto che Monza sia conosciuta per l’autodromo non é una cosa necessariamente positiva: Monza è una città di circa 120.000 abitanti, con una storia ultramillenaria, con monumenti di rilievo internazionale eppure è conosciuta solo per l’autodromo. Monza non è un’agglomerato urbano cresciuto intorno a un autodromo, come Silverstone; è una città che storicamente ha una dignità e un rilievo indipendenti dall’autodromo ed è vergognoso che non se ne sappia nulla nel mondo e persino in Italia, come non si sa nulla del complesso Parco, Villa, Giardini che dovrebbero essere il vero fiore all’occhiello, la cui salvaguardia dovrebbe essere l’obiettivo prioritario.
Per questo non si può evitare di esercitare un controllo ferreo sul rispetto delle convenzioni da parte dei concessionari, di qualsivoglia concessionario.
Chiediamo dunque agli enti pubblici proprietari del Parco di Monza di verificare, per qualsiasi insediamento o lavoro fatto dai concessionari, che ci sia la comunicazione e la richiesta di autorizzazione. Sembra una richiesta ovvia ma non lo è visto che ancora oggi lamentiamo risposte vaghe su interventi e lavori che abbiamo segnalato.
La verifica pronta su eventuali lavori consentirà di sanzionare abusi e permettere la rimozione in tempi ragionevoli delle strutture comunicate come temporanee che tendono a diventare permanenti, come, eclatante esempio, la già citata tribuna Goodyear.
Chiediamo espressamente agli enti proprietari del Parco di contrastare, legalmente e politicamente, l’edificazione di un distributore di carburanti di qualsiasi natura in qualsiasi area del Parco, recinto dell’autodromo incluso, visto che non si tratta di un’area alienata al Parco, bensì di una porzione significativa del Parco.
Chiediamo alle amministrazioni di intensificare l’opera di vigilanza nei confronti dei concessionari facendo ricorso al prezioso supporto delle guardie ecologiche volontarie. Al riguardo ci spiace segnalare che in agosto abbiamo ricevuto numerose lamentele da parte di frequentatori del Parco in relazione a pesanti carenze nella sorveglianza, con conseguenti comportamenti trasgressivi ai danni dell’ambiente e delle persone, come ad esempio fuochi anche a terra, eccessiva circolazione motorizzata, raccolta di rane nelle rogge, cani senza guinzaglio con conseguente uccisione di animali.
È sufficiente puntualizzare che persino il Parco Nord, che ha un’estensione decisamente inferiore a quella del Parco di Monza, ha un servizio sorveglianza composto da oltre 120 guardie ecologiche volontarie. La gestione e la manutenzione, inoltre, sono assicurate da venti addetti fissi. (dati dal sito ufficiale del Parco Nord).
Chiediamo quindi qui ufficialmente alle istituzioni di garantire sempre la manutenzione ordinaria del nostro Parco e di organizzare un servizio di sorveglianza che possa coprire gli orari di apertura, come avviene senza particolari difficoltà negli altri parchi cittadini. Servizio a costo zero per l’amministrazione in quanto le guardie ecologiche sono tutte volontarie e ora a Monza rappresentano un nucleo piuttosto numeroso.
Secondo punto: Non biglietti ma progetti
In merito alla questione dei biglietti gratuiti per consiglieri e assessori diciamo solo che correttezza e trasparenza nei rapporti amministrativi esigono che tra concedente e concessionario non ci siano benevole elargizioni di nessun tipo, principio peraltro affermato anche dal codice etico del comune di Monza di cui è prevista la discussione in Consiglio comunale. Rendiamo merito ai consiglieri comunali Fuggetta, Novi e Piffer, che hanno sollevato la questione.
Crediamo piuttosto che assessori e consiglieri comunali si debbano occupare dei progetti volti a riqualificare le valenze storiche, artistiche e culturali della Villa, dei Giardini e del Parco Reale che giacciono da tempo inattuati e che, come Comitato per il Parco, abbiamo continuato a far presente.
In questa occasione faremo riferimento solo ad alcuni di questi progetti che riteniamo indifferibili, alcuni dei quali previsti dalla L.R. 40/95, che e’ stato l’unico intervento organico e serio di salvaguardia di quello che il regolamento del Parco e dei Giardini definisce: “un bene prezioso da migliorare, salvaguardare, per le presenti e future generazioni”.
Il museo di botanica di Villa Mirabellino finanziato negli anni 90 e poi dimenticato come il complesso monumentale che dovrebbe ospitarlo che celebra il primo quindicennio di totale abbandono.
L’abbattimento delle curve sopraelevate, ormai fatiscenti e pericolose, previsto da diversi strumenti urbanistici e che consentirebbe di recuperare ca. 60 ettari di verde pubblico, ripristinare i cannocchiali prospettici del Canonica e i corridoi ecologici.
Lo scorporo del fontanile della Pelucca dalla convenzione con il Golf Club Milano, per l’alto valore storico, didattico e ambientale che riveste.
L’abbattimento delle recinzioni del golf – che contribuiscono a fare del nostro Parco il parco più recintato d’Italia - e la loro sostituzione con essenze arboree, consentendo altresì il passaggio del pubblico entro percorsi definiti, come avviene nei moderni golf pubblici. Continuiamo, infatti, a ritenere vergognoso che 103 ettari di Parco siano a disposizione di sole 700 persone per un canone d’affitto irrisorio.
Sia per la concessione del golf (durata 14 anni, scad. 2022) che per la concessione dell’autodromo (durata 19 anni, scad. 2027) chiediamo che venga rinegoziata la durata, riducendo drasticamente i termini in accordo con quanto previsto dalla legislazione sugli appalti e sulle concessioni, che indicano come limite massimo, per i beni pubblici, 9 anni.
Il Comune di Monza tuttora non ha un piano di zonizzazione acustica che pure era stato discusso in commissione ambiente nel lontano 2005. Chiediamo che si ponga mano al vuoto amministrativo in contemporanea al discorso sul pgt per rimediare a quella che è una inadempienza inaccettabile.

Comitato per il Parco A. Cederna
Il Presidente, Bianca Montrasio,
tel. 039382147, bichimontrasio@tiscali.it

1 commento:

Alberto ha detto...

L'autodromo di Monza come sempre attaccato. Vorrebbero eliminarlo e poi non c'è personale per gestire lo spazio recuperato. Ricordo bene la lotta per non abbattere l'albero nella via di fuga.un lungo tira e molla con gli ecologisti che non accettarono 200 nuovi alberi in sostituzione di un albero.quando poi venne abbattuto risultò marcio. Prima di eliminare l'autodromo si pensi a rendere migliore l'attuale parco ben poco utilizzabile.piste ciclabili e pedonali, percorsi didattici e vita sarebbero opportuni per migliorarlo. E la villa reale mostrata dal programma Report è qualcosa di inaccettabile. Perchè non fare un accordo che preveda l'uso di una parte dei proventi dell'autodromo per la sistemazione di villa e parco? Sfruttare invece di distruggere,collaborazione al posto di lotta. Dubito fortemente che le poche gare in autodromo inquinino più delle centinaia di vetture che in settimana passano all'interno del parco...