Dalla newslettere dei senatori del Partito Democratico segnalo questa lettera della capogruppo, Anna Finocchiaro.
Una promessa del Pd mantenuta. Ci siamo battuti in Parlamento perchè davvero - e non solo a parole come in molti facevano - la rata di luglio del finanziamento ai partiti fosse dimezzata per essere destinata alle vittime del sisma in Emilia. Un risultato che abbiamo ottenuto grazie alla nostra caparbietà che è riuscita a superare le sotterranee resistenze e il tortuoso iter parlamentare a cui è stato sottoposta la norma.
Devo dire una cosa a tutti coloro che hanno strumentalmente agitato lo spauracchio che i partiti promettevano e non mantenevamo: ora avranno qualche difficoltà a scontrarsi con la oggettività dei fatti e della vicenda parlamentare così come si è svolta.
E' una legge che però va completata perché c'è un pezzo che manca, ed è quello che riguarda l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Restiamo convinti che non si può parlare di una vera moralizzazione della spesa del finanziamento pubblico ai partiti se prima non si dota ciascun partito di norme interne che stabiliscano la democrazia interna, la controllabilità e la trasparenza dei bilanci.
Riteniamo di non dover prendere lezioni da nessuno perché dal 2007 il bilancio del Pd è su Internet ed è certificato dalla stessa società che certifica la Banca d'Italia. E' però giusto che le due questioni siano collegate. Un successo che mi auguro venga completato in tempi brevi con l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
Devo dire una cosa a tutti coloro che hanno strumentalmente agitato lo spauracchio che i partiti promettevano e non mantenevamo: ora avranno qualche difficoltà a scontrarsi con la oggettività dei fatti e della vicenda parlamentare così come si è svolta.
E' una legge che però va completata perché c'è un pezzo che manca, ed è quello che riguarda l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Restiamo convinti che non si può parlare di una vera moralizzazione della spesa del finanziamento pubblico ai partiti se prima non si dota ciascun partito di norme interne che stabiliscano la democrazia interna, la controllabilità e la trasparenza dei bilanci.
Riteniamo di non dover prendere lezioni da nessuno perché dal 2007 il bilancio del Pd è su Internet ed è certificato dalla stessa società che certifica la Banca d'Italia. E' però giusto che le due questioni siano collegate. Un successo che mi auguro venga completato in tempi brevi con l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione.
1 commento:
Il referendum del 93 non chiedeva bilanci certificati e dimezzamento del finanziamento pubblico. Chiedeva che i partiti tornassero a cercare i soldi chiedendoli ai cittadini in base alle loro battaglie politiche e che il finanziamento fosse dato alla politica (magari aiutando chi vuole affittare una sala o stampare dei manifesti per fare un convegno) e non direttamente ai partiti eletti. Però quello che fa il PD è anni luce avanti rispetto a quasi tutti gli altri partiti. Mi chiedo però se il problema più grave sono i partiti vivi o le fondazioni dei partiti morti, che spesso hanno grandi proprietà immobiliari (mi pare che gran parte di quelle di Dc e Msi siano in fondazioni staccate dai partiti esistenti...
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