La Giustizia non è di questo mondo. Non è un luogo comune è una realtà perché sulla Terra, la Giustizia con la G maiuscola, non esiste. Nei Tribunali, infatti, la Giustizia ha un altro nome, si chiama Diritto perché è un'altra cosa: è più umanamente la giustizia terrena, con la g minuscola.
Occorre ricordarlo a chi è rimasto sorpreso dall'esito delle prime udienze del processo Eureco iniziato a Milano nelle scorse settimane. Come è noto il GUP dovendo decidere sulle numerose richieste di costituzione di parte civile avanzate, oltre che dai superstiti feriti e dai famigliari delle vittime, da enti locali, associazioni, sindacati, comitati, ha ammesso solo i famigliari delle quattro vittime operaie, ed i tre lavoratori infortunati che hanno subito gravi lesioni. Sono ancora stati ammessi il Comune di Paderno Dugnano, ma solo per l’incendio, la CGIL, ma solo per il danno all’immagine, mentre il giudice ha respinto le richieste di Aiea, Medicina Democratica e del Comitato di sostegno delle vittime e dei famigliari.
Le associazioni escluse hanno diffuso un comunicato nel quale hanno denunciato la decisione del magistrato come "ingiustificata" e sostanzialmente ingiusta. Nel comunicato scrivono "Il GUP ha rinviato la discussione alla prossima udienza del 28 settembre 2012 invitando le vittime parti civili e la società EURECO a trovare un accordo monetario, quasi che si possa ridurre la giustizia a merce di scambio relegando i morti ed i feriti nel dimenticatoio, così ingiustizia è fatta!!!" e hanno ribadito che essi chiedono "Giustizia non monetizzazione".
Mi spiace dover dire che questa accusa al magistrato non la condivido perché sbagliata, inoltre non aiuta a capire chi legge senza conoscere i fatti. E i fatti nudi e crudi sono i seguenti. I famigliari delle vittime ed i lavoratori feriti in vista del processo hanno dovuto scegliere: chiedere il rinvio a giudizio del titolare della Eureco per "omicidio volontario" come hanno fatto quelli della Thyssenkrupp o chiedere di processare il padrone della Eureco (come poi è stato fatto), per "omicidio colposo plurimo aggravato".
Hanno scelto la seconda ipotesi processuale per motivi che con la Giustizia con la G maiuscola c'entrano poco, ma che sono invece basati sulla ragionevole certezza di vedere applicata concretamente la giustizia terrena. Nel primo caso infatti, se l'imprenditore responsabile della strage venisse condannato per "omicidio volontario", i superstiti e le famiglie potrebbero rivalersi solo su di lui per la "monetizzazione" del danno, dal momento che l'assicurazione non risponderebbe di nulla. Nel secondo caso invece l'assicurazione pagherà.
Insomma di fronte al rischio di vedere condannato il responsabile della morte dei lavoratori, ma di non ricevere il giusto risarcimento economico del danno patito, i lavoratori superstiti e le famiglie hanno scelto la strada della "monetizzazione". Ed è difficile dar loro torto perché il rischio che Merlino, condannato per "omicidio volontario" non avrebbe poi risarcito i danni (perché non in grado di farlo), era molto concreto.
Pertanto non è corretto oggi scandalizzarsi del fatto che il GUP abbia chiesto alle parti prima del giudizio di trovare un accordo monetario. Quel magistrato ha fatto solo il suo dovere perché il processo che si farà in autunno si concluderà comunque con una "monetizzazione" del danno. E in questo quadro non aveva oggettivamente giustificazione la presenza come "parti" delle associazioni e dei comitati.
Tutto ciò possiamo definirlo e sicuramente lo è triste e "ingiusto", ma è pur sempre la differenza che corre tra la G e la g, tra il mondo ideale e quello in cui vivono le persone in carne ed ossa. Ed i superstiti e i famigliari delle vittime della Eureco sono persone in carne ed ossa.
1 commento:
Bravo! Spiegato molto bene qualcosa che senza l'uso di g o G sarebbe stato poco comprensibile.
Mw
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