domenica 24 giugno 2012

Democrazia: abolire le elezioni

Mio fratello Mario è politicamente un anarchico. Sempre stato. Tra noi ci sono 10 anni di differenza e i nostri mondi e le nostre visioni sono molto diversi anche se abbiamo tantissimi punti in comune: dal carattere alla scelta di dedicarci a una professione e una vita creativa. Io ho fatto in gioventù e per 20 anni, il fotografo, pubblicitario e fotoreporter, lui da sempre ha fatto il musicista, compositore e interprete.
Questa settimana abbiamo lavorato insieme, io ho scritto i testi lui la musica, di un'opera breve che sta componendo: "I Tre Moschettieri". Si tratta di un'opera molto difficile perché esclusivamente strumentale, eseguita da quattro virtuosi dello strumento (oboe, clarino, violino e violoncello, più inserimenti di musica elettronica) nella quale sono previste  anche brevi narrazioni recitate in scena tra un quadro e l'altro del racconto musicale. Il tutto verrà presentato il 18 luglio al Festival di Villach, il "Carinthischer Sommer” che è considerato a ragione il maggiore festival musicale austriaco. I miei testi dunque verranno tradotti in tedesco.
Questo lavoro testa a testa ci ha consentito nelle pause di parlare di tutto, anche di politica, e lui mi ha illustrato un'idea alla quale sta pensando da tempo: abolire le elezioni e sostituirle con un'estrazione a sorte. Detta così può sembrare solo una battuta, ma dopo averne discusso a lungo insieme mi sono convinto che forse, per cambiare davvero il nostro sistema politico e la nostra idea di democrazia, tale soluzione andrebbe presa in considerazione e studiata seriamente.
Mario è convinto con molte buonissime ragioni che l'infezione che fa marcire la nostra democrazia e inquina tutta la politica nazionale sono le elezioni e l'infezione letale comincia da lì: candidature decise da circoli, lobbies e correnti, brogli elettorali, voti di scambio o comprati a 50 euro l'uno, politica mediatica senza idee o con idee obsolete tenute in vita solo per giustificare l'esistenza dei partiti, finanziati dallo Stato, che si sono ridotti ad apparati o a comitati d'affari elettorali perché la conquista tramite il voto del potere è tutto.
La natura umana è quella che è. Sapete come fa la camorra a comprare i voti a Napoli? Semplicissimo, il primo che vota lo fa con una scheda contraffatta e porta fuori la scheda vera ricevendo in cambio 50 euro. Questa viene data già compilata al secondo elettore corrotto che la deposita nell'urna portando fuori la scheda che gli è stata consegnata al seggio. E via di seguito. Un sistema infallibile e poco costoso: 1.000 voti, 50mila euro. Basti pensare che a Paderno Dugnano l'eletto che ha totalizzato più voti (escluso i candidati sindaci) alle ultime comunali, ne ha presi 296.
Eliminare le elezioni vuol dire costringere i partiti a fare davvero il loro mestiere di associazioni libere di cittadini che è quello di produrre idee e diffonderle, studiare nuove soluzioni per il Paese, elaborare proposte e propagandarle, alimentare il dibattito delle idee trovando finanziamenti tra gli iscritti e raccogliendo contributi dai vari soggetti sociali per portare avanti la loro opera. Vuol dire eliminare le candidature che non vengono scelte o nominate, ma selezionate su criteri di genere, di età, di cultura, di professione, di competenze, da un computer che contiene il data base del corpo elettorale locale di cittadini candidabili. Vuol dire eliminare il mercato delle preferenze e dei voti, cancellare per sempre il culto mediatico della personalità che produce sempre immani tragedie o miserabili farse.
Il risultato della selezione sarà una scansione reale della società su base percentuale e i selezionati, che prima dello scrutinio si sono iscritti alle liste elettorali dichiarando di essere disposti a venire selezionati e rendere un servizio alla comunità, entreranno nelle assemblee locali e nazionali dove potranno esercitare un mandato, uno solo per tutta la loro vita, della durata di due anni. Le assemblee eleggeranno in aula i governi e i loro membri che si candideranno a farlo ognuno con un progetto che verrà sottoposto all'assemblea e votato a maggioranza.
La democrazia rimane anzi viene esaltata dalla possibilità che davvero tutti, se lo vogliono, possano partecipare al governo del popolo, dal popolo, per il popolo, il quale sarà garantito dalla modalità di selezione dei governanti che assicurano a tutti l'accesso alla responsabilità di governo. Il ruolo dei partiti anche ne esce esaltato perché essi diventati non più centri di potere, ma agenzie culturali, occuparsi solo di elaborare idee, pensiero, analisi e promuovere il confronto e il dialogo delle diverse visioni ideali. Confesso che l'idea mi piace e mi affascina. Vorrei tanto che il prossimo consiglio comunale padernese venisse selezionato così. Voi davvero credete che funzionerebbe peggio dell'attuale?

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