martedì 1 maggio 2012

L'antipolitica si batte con il rinnovamento della politica

"La mafia è meglio dello Stato perché non strozza le sue vittime con le tasse", questa affermazione di Beppe Grillo, leader virtuale del partito populista italiano ha scatenato molte polemiche e fatto scandalo come il comico aveva previsto e voleva.
Io non capisco perché tutti prendono tremendamente sul serio questo personaggio e attendono con ansia che dica qualche enormità per poter discutere, opinare, litigare, indignarsi, analizzare quasi il populismo fosse davvero un fatto nuovo per il nostro Paese che invece di populisti, mediatici e non, ne ha già prodotti tanti in passato e tanti ancora ne produrrà, temo, in futuro.
La frase di Grillo era così scopertamente provocatoria che non meritava a mio avviso tutto questo diluvio di indignazione, ma al massimo una battuta ironica, come quella che ha fatto il nostro "Moai" che gli ha prontamente risposto: "Infatti li scioglie nell'acido".
Anche sul blog Paderno7 la notizia commentata dal gestore dell'ultima uscita di Grillo ha provocato un discreto dibattito (10 commenti) tra i lettori dal quale sono emerse alcune considerazioni non banali. I difensori di Grillo dicono in pratica: "non è lui che getta fango sullo Stato e sulla politica, ma i partiti che sono corrotti, rubano i rimborsi elettorali, si prendono vitalizi esagerati, impediscono agli elettori di esprimere il loro voto di preferenza, la democrazia, eludono il risultato dei referendum" e ancora "non è Grillo, ma l'Italia a venire condannata continuamente dalla Corte di Giustizia Europea perché non rispetta i diritti dei cittadini, ad esempio per le condizioni in cui sono costretti i carcerati, violando le sue stesse leggi e la Costituzione, non rispettando la legalità e lo stato di diritto che viene regolarmente negato".
Insomma Grillo va in prima pagina, non per quello che propone (ben poco in effetti), ma perché, come il grillo di Pinocchio, ci butta in faccia senza pietà la verità sul nostro modo insostenibile di mandare avanti la cosa pubblica e indica nella classe politica tutta la vera responsabile di questo degrado. Difficile nel merito dargli torto. Ma anche il metodo in politica conta molto, ed è proprio il metodo Grillo che non è accettabile. 

Egli infatti si limita a denunciare con un linguaggio demagogico e violento problemi che da anni altre forze politiche denunciano pubblicamente, dentro e fuori il parlamento, usando però un linguaggio diverso, politico e non violento, che non scade come quello di Grillo nella volgarità insopportabile, qualunquista e bugiarda perché fa di ogni erba un fascio e non tiene conto delle differenze che ci sono e non si possono ignorare.
A Paderno Dugnano finora, il Movimento 5 Stelle, non ha fatto niente "nel merito" dei problemi locali: non ha mosso un dito per la tragedia Eureco, non ha mosso un dito per la vicenda Lares-Metalli Preziosi, non ha detto o fatto nulla di significativo sulle questioni inceneritore e Rho-Monza, non si è impegnato sul fronte del trasporto. In compenso ha preteso di negare, per bocca dei suoi rappresentanti locali, al PD il diritto di portare le sue bandiere alla manifestazione contro l'inceneritore alla quale era riuscita a portare il suo divo Grillo ed evidentemente per questo se ne sentiva "proprietaria". 
Per il resto ha fatto qualche comunicato sulla questione dei buoni mensa e sulla penetrazione mafiosa nel Nord Milano. La pretesa di porsi come giudice e nello stesso tenpo protagonista della politica locale senza parteciparvi è per ora la cifra di questo movimento la cui vera consistenza misureremo alle prossime elezioni amministrative. Alle politiche sarà diverso perché lì avrà molto più spazio il voto di protesta, anche se il risultato che otterrà localmente sarà comunque un segnale interessante.
Cosa possono fare i partiti della seconda repubblica di fronte a chi si propone di spazzarli via con questi metodi? A livello nazionale devono svuotare di contenuti le accuse grilline facendo le riforme a partire da quella elettorale, tagliando seriamente i costi della politica, riducendo il numero dei parlamentari e delle assemblee degli enti locali, eliminando le Provincie, le Comunità Montane e gli altri enti inutili o privi di una vera funzione. A livello locale devono rinnovare il modo di fare politica per aumentare la capacità di ascolto e di comunicazione con i cittadini facendo emergere correttamente i risultati ottenuti nella difesa dei loro interessi e la validità del modello di relazione, stimolando la loro partecipazione finalizzata anche al ricambio generazionale e di genere nell'azione istituzionale. Insoma largo ai giovani e alle donne portatori di nuove idee, proposte e visioni.

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