venerdì 6 aprile 2012

Nimby: politici e amministratori guidano le lotte dei cittadini

Segnalo agli interessati questi dati tratti dall'Osservatorio Media del Nimby Forum che registra il trend delle contestazioni alla costruzione di autostrade, inceneritori, discariche e impianti industriali in Italia. Il numero dei cantieri, aperti o progettati, è in crescita e l'analisi dei dati riserva alcune interessanti sorprese. In prima fila a guidare le proteste dei cittadini non sono più i Comitati, ma le forze politiche locali e i Comuni. 
Con Nimby (dall'inglese Not In My Back Yard, cioè "Non nel mio cortile") si indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite. 

Sono stati presentati il 3 marzo scorso i nuovi dati dell’Osservatorio Media Permanente Nimby Forum, l’unico database nazionale che dal 2004 monitora in maniera puntuale la situazione delle contestazioni ambientali contro opere di pubblica utilità e insediamenti industriali in costruzione o ancora in progetto.
L’Osservatorio rileva un ulteriore aumento (+3,4% sul 2010) dei progetti di opere contestati, che raggiungono quota 331. Tra questi, 163 sono i casi emersi nel solo 2011, mentre i restanti 168 sono presenti nel database Nimby anche a partire dal 2004. In generale, il 51% delle contestazioni emerge a fronte di progetti non ancora autorizzati e spesso allo stato di mere ipotesi.
Nel 2011 in prima fila, sul fronte della protesta, non ci sono più i Comitati – che si attestano al 18,9%, contro il 25,4% del 2010 -, ma i soggetti politici locali, che si fanno promotori di contestazioni nel 26,7% dei casi (nel 2010 esprimevano il 23%). Significativo, a questo proposito, anche il ruolo giocato dai Comuni, al secondo posto tra i soggetti contrari agli impianti (19,7%), ma che ritroviamo al primo posto nella classifica dei più attivi nell’appoggiare le opere contestate (22,5%). Veri e propri ‘aghi della bilancia’, i Comuni hanno la capacità di favorire la concretizzazione di un progetto o di determinarne un lento oblio.
Relativamente all’azione dei Comitati, il 2011 registra un’evoluzione del fenomeno: pur arretrando rispetto a soggetti politici locali e Comuni, il variegato universo dei comitati agisce in maniera più strutturata e mirata. Non a caso, sul totale delle iniziative di comunicazione promosse dai soggetti ‘oppositori’, il 54,1% proviene dai Comitati. Nel 2010, il dato era pari alla metà.
Un’ultima considerazione merita il ruolo di Associazioni di Categoria e Sindacati, che figurano al secondo posto tra i più attivi (17,8%) nel difendere i progetti contestati. Una scelta di campo certamente motivata dalla criticità della congiuntura economica e dalla necessità di sostenere le opportunità di nuova occupazione. Un’osservazione confermata dal fatto che lo "sviluppo del territorio" è la motivazione prevalente (39,4%) di quanti si pronunciano a favore degli impianti. In ogni caso, anche nel 2011, i soggetti favorevoli continuano ad essere spettatori silenti delle contestazioni: solo nell’8,1% dei casi si fanno promotori di iniziative di comunicazione, veicolando in maniera pubblica e palese le proprie ragioni.
L’Osservatorio evidenzia un ulteriore incremento delle proteste contro il comparto più contestato, quello elettrico, che si attesta al 62,5% (contro il 58% del 2010). Seguono, tra i più colpiti dalla sindrome Nimby, il comparto dei rifiuti (31,4%) e quello delle infrastrutture (4,8%). In quest’ultimo ambito rientrano le proteste eclatanti dei No Tav della Val di Susa e contro la Pedemontana Veneta.
Sebbene connotate positivamente nella percezione popolare diffusa, le rinnovabili continuano anche nel 2011 ad essere oggetto di una massiccia opposizione: sul totale degli impianti censiti, 156 afferiscono al comparto delle rinnovabili (47,1%). Nella classifica degli impianti più contestati, infatti, il primo posto è occupato dalle centrali a biomassa (25,1%) e il secondo dagli impianti eolici (12,4%), che passano da 29 a 41.

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