sabato 17 marzo 2012

Mafia, giornalisti sotto scorta al Sud come al Nord

Il fenomeno dei giornalisti minacciati dalle mafie sta diventando un caso nazionale. Oggi il Corriere.it pubblica la storia del giornalista emiliano Giovanni Tizian e dalla sua compagna costretti da tre mesi a vivere sotto scorta perché il cronista aveva denunciato l'infiltrazione della 'ndrangheta a Reggio Emilia. Segnalo a questo proposito l'articolo di Clemente Angotti-ANSA su un convegno che si è tenuto ieri a Catanzaro.

Mai più cronisti minacciati e intimiditi per il loro lavoro. E' il messaggio, ma anche l'auspicio generale, che giunge dalla Calabria al termine della ''due giorni'' promossa dai dipartimenti Informazione e Sicurezza del PD che ha messo assieme le esperienze e le testimonianze di giornalisti ''di trincea'', politici ed esperti dinanzi ad un'emergenza civile che, ormai, non conosce confini dal Nord al Sud del Paese. 
Dopo Reggio la campagna del partito ''Per la libera informazione'' ha fatto sosta a Catanzaro con l'appuntamento dedicato al tema ''Notizie sotto scorta'' introdotto da Domenico Petrolo, del dipartimento informazione del partito. E il fenomeno preoccupante delle minacce e delle intimidazioni ha trovato conferma dal monitoraggio attuato dall'Osservatorio Ossigeno per l'informazione voluto da Fnsi e Ordine dei giornalisti e diretto da Alberto Spampinato. ''Da tre anni - ha detto Spampinato - seguiamo il fenomeno in tutta Italia e abbiamo tracciato un quadro che è impressionante perché finora nessuno si era occupato di mettere insieme tutti i pezzi e del problema si parlava solo episodicamente''. 
''I problemi che discutiamo qui oggi - ha sostenuto Roberto Natale, presidente della Fnsi - non sono certamente solo della Calabria né sul versante delle minacce al giornalismo, né sul versante della precarizzazione drammatica della professione. Chiediamo che anche in Calabria si faccia un monitoraggio delle proprietà editoriali perché a volte ci sono zone grigie preoccupanti. Sarebbe un modo concreto per sostenere giornalisti e giornaliste che rischiano troppo per fare il loro lavoro''. Per il direttore de l'Unità, Claudio Sardo, ''la mafia si combatte in un'alleanza tra la società e le istituzioni. E' fondamentale, ad esempio, la decisione che sta per essere perfezionata in Parlamento per l'istituzione di un rating antimafia. La libertà dell'informazione e il pluralismo sono delle componenti decisive per la crescita del Paese. E sbaglia chi pensa che il pluralismo possa essere trascurato''.
In tribuna si sono alternate le testimonianze di cronisti minacciati come Rosaria Capacchione, del Mattino di Napoli, Pino Maniaci (Telejato) e Michele Albanese del Quotidiano della Calabria. E ancora gli interventi di Claudio Giardullo (Silp-Cgil), del presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, di Riccardo Croce (Esserci) e di Santo della Volpe, presidente di Libera Informazione. L'incontro e' stato concluso da Salvatore Scalzo, candidato del centrosinistra a sindaco di Catanzaro. (ANSA).

Nessun commento: