martedì 6 marzo 2012

Consumo di suolo: le proposte del PD


Il Partito Democratico della Lombardia ha tenuto sabato scorso a Milano un convegno sul tema del consumo di suolo. Gianfranco Massetti riporta sul suo sito questa cronaca che vi segnalo.

Il PD della Lombardia si è interrogato, sabato 3 marzo, sul tema del consumo di suolo non solo dal punto di vista culturale ma con l’intenzione politica e istituzionale di fare azioni concrete per contrastarlo..
Mi è sembrato un impegno serio teso appunto a individuare e proporre una normativa “cogente” in sede istituzionale, a breve. Per questo ne riporto a grandi linee alcuni interventi e invito chi ne fosse interessato a consultare il sito del PD regionale lombardo.
Cristina Treu, professore del Politecnico, afferma che di una norma cogente c’è un grande bisogno. Ce lo dicono tanti fattori: il principale è lo stato dei nostro territorio e l’edificazione confusa e indiscriminata che ha caratterizzato lo sviluppo italiano. Basti ricordare i 120 milioni di vani a fronte dei 60 milioni di abitanti, l’enorme stock invenduto nelle province lombarde o le richieste di nuovo commerciale a fronte di capannoni commerciali vuoti o dismessi o ancora la pratica diffusa di richieste di costruire che non trovano realizzazione ma finiscono per ingrossare i bilanci delle finanziarie.
Bisogna contenere e controllare il consumo di suolo e la legislazione non è oggi vincolante. Lorenzo Spallino (dello studio dell’avv.Viviani). Non abbiamo una legge sul regime dei suoli,abbiamo una legge urbanistica che è ancora quella del 1942 (?) e tutta la legislazione regionale lombarda, compresa la legge 12/2005, non ha fatto che enunciare grandi principi condivisibili senza predisporre strumenti veri e cogenti. Anche strumenti innovativi come la VAS nei nuovi PGT (che devono essre approvati entro il 31.1.22012) così come concepita non serve. E’ un documento di buone intenzioni e non è cogente. Si dovrebbe agire non tanto con strumenti fiscali (agevolazioni e premialità) quanto rimettendo mani alle leggi urbanistiche. L’urbanistica ha bisogno di regole e non di eccezioni e la sicurezza non è data dalla presenza di telecamere ma dall’impronta pubblica sul territorio.
Abbiamo visto anche che i Comuni da soli non sono in grado di tutelare nè il paesaggio né il consumo di suolo.Lo dicono i fatti e lo dice la conurbazione esistente che da Torino arriva fino a Trieste. Non solo ma adesso anche l’Europa sta studiando una direttiva per limitare il consumo di suolo: un tema che riguarda tutti i paesi. Allora forse vale la pena che ci si pensi prima e direttamente. Lo ha già fatto Lega Ambiente lombardia con una sua proposta di legge regionale che ha raccolta più di 13.000 firme.
Damiano Di Simine,presidente di Legambiente, nel presentare la proposta di legge di iniziativa popolare n.10, ha ricordato che certamente c’è bisogno di una normativa nuova e cogente ma anche che il maggior consumo di suolo si è avuto dove ci sono stati forti pianificazioni urbanistiche e che anche la legge 12/2005 non obbliga a consumare suolo.
C’è la necessità di una nuova concezione anche culturale e di una nuova consapevolezza. Innanzitutto ricordiamo che in Italia ci sono da 20 anni leggi sull’acqua e sull’aria che in qualche modo ci hanno consentito di migliorare la situazione ambientale ma non esiste ancora una legge sul consumo di suolo. Non c’è ancora una piena consapevolezza di quanto si consumi,e come da questo consumo ne derivino tante negative conseguenze ambientali anche per l’economia (crisi del settore agro alimentare, cambiamento climatico,dissesto idrogeologico, invenduto, finanziarizzazione dell’economia..)
C’è da rovesciare un paradigma: che costi meno un metro quadrato di area agricola invece di un metro quadrato di area dismessa. Deve essere il contrario se vogliamo salvare le aree agricole e limitare all’indispensabile l’uso del suolo. Angela Fioroni ,segretaria di Legautonomie è intervenuta per confermare che ormai bisogna abbandonare l’idea di usare gli oneri di urbanizzazione per sanare i bilanci comunali. Gli oneri non devono più essere utilizzati per la spesa corrente. Anzi bisogna programmare lo sviluppo del paese (non la crescita) prescindendone e puntando su innovazione,energia rinnovabile e rivoluzione digitale. Puntando sul binomio cooperazione tra comuni (gestioni associate) e partecipazione. Solo svincolando i bilanci dagli oneri si può ripensare davvero l’uso del suolo. Di seguito sono poi intervenuti diversi sindaci di Comuni milanesi: Cernusco sul Naviglio,Cologno Monzese,  Gessate e Cormano che hanno raccontato la loro esperienza.
Francesco Prina, consigliere regionale del PD, nelle conclusioni ha avanzato 4 prime idee che diverranno proposta di legge e sulla quale ha chiamato ad un confronto anche le altre forze politiche lombarde:
1.Una misura oggettiva di consumo di suolo, un quarto elaborato (Carta del consumo di suolo) ad hoc, da allegare al PGT
2.L’introduzione dell’obbligo al riuso delle aree dimesse degradate o sotto utilizzate preventivamente rispetto all’edificazione su suoli liberi
3.Un sistema di incentivi e premialità per i Comuni virtuosi per la manutenzione e cura del territorio e per il recupero e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio esistente
4.Un sistema premiale progressivo (IMU) per i Comuni virtuosi che si impegneranno a non utilizzare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti nei bilanci del 2013-1014 e successivi
Credo che anche noi a Paderno Dugnano dovremo fare alcune cose e rivedere alcuni comportamenti e alcune scelte per il presente e per il futuro. Del resto lo scenario economico e sociale è fortemente cambiato dal 2008-2009 e se ne dovrà tenere conto anche nella discussione sul PGT ( prima che sia tardi ) e sull’urbanistica,cioè sul futuro della città.
PS:oltre al sito del PD regionale consiglio di leggere anche l’Informativa breve n.7/ 2011 a cura del Servizio Studi e Valutazioni Politiche regionali,che è dedicato appunto al consumo di suolo in Lombardia e in Europa.

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