sabato 31 marzo 2012

Bilancio 2012: una sfida politica che la destra rifiuta

Durante la discussione in Consiglio Comunale del Bilancio di previsione 2012,  approvato solo dalla maggioranza che ha  respinto tutti gli emendamenti proposti dal Partito Democratico, si sono ascoltate anche delle riflessioni che meritano la nostra attenzione. Quella pronunciata dal consigliere Roberto Ranzenigo, dedicata al tema del lavoro e dello sviluppo, è una di queste.

Pongo all’attenzione del consiglio e dei cittadini, un punto che io ritengo importante poiché non sfuggirà a nessuno che da anni si sta tentando di far passare un'immagine degli enti locali come luogo di sprechi e inefficienza, talvolta facendoli percepire come enti inutili.
La crisi economica che ha colpito il nostro paese, viceversa, ha reso ancora più evidente il loro ruolo perché le richieste di aiuto e di protezione sociale arrivano direttamente e in primo luogo ai nostri amministratori.
La messa in discussione dei posti di lavoro, l'impoverimento che ormai coinvolge anche i ceti medi, le nuove esigenze di assistenza sul territorio, fanno sì che il Sindaco o gli Assessori diventino ancor di più la punta avanzata istituzionale a cui inevitabilmente ci si rivolge.
Il sistema delle autonomie locali, proprio per questo, si conferma il punto di riferimento primo dei cittadini e la drammaticità dei casi Lares e Metalli Preziosi e delle mille crisi aziendali silenziose che punteggiano il territorio anche di Paderno Dugnano lo confermano.
Noi crediamo che sia necessario valorizzare, sostenere, incentivare il lavoro nel territorio. Ma per far questo, servono strumenti e risorse verso questioni che necessitano di un dibattito forte anche a livello sovracomunale : nuove forme di welfare dal basso a sostegno dei lavoratori, politiche a favore dei giovani, riqualificazione delle aree dismesse, strumenti di incentivazione e supporto di nuove realtà economiche per le quali è necessario avviare una programmazione accurata che permetta di completare le opere pubbliche già previste e in corso d’opera , ridefinire gli obiettivi prima che diventino priorità urgenti, ed elaborare un programma di investimenti necessari alla città.
Tutto questo nel quadro di una difficile situazione economica dove anche il Governo Monti, a cui abbiamo affidato tante speranze di cambiamento, non ha ancora dato segnali concreti.
La combinazione delle politiche che il governo tecnico ha posto in essere è stata influenzata da diversi vincoli europei.Siamo di fronte ad una linea di politica economica che viene programmata dall’area euro ed in particolare dalla Germania, che sono ricadute in modo molto grave sull’ economia italiana e che ci stanno portando alla stagnazione.
Come PD avremmo adottato politiche economiche diverse ed affrontato i problemi con soluzioni alternative, ma non è stato possibile. In particolare, tra le mancate misure a favore degli enti locali della legge finanziaria, vi è quella legata al patto di stabilità.

Il nostro partito ha proposto di sbloccare gli investimenti degli enti locali attraverso una revisione dei vincoli del patto sui bilanci. Ora è necessario parlare, anche a Paderno Dugnano di strategie per lo sviluppo e mettere nuove basi per il rilancio dell’economia.
La discussione di questi giorni sulle modifiche al mercato del lavoro, è una discussione cruciale per il futuro del paese, la proposta del governo comprende elementi positivi e migliorativi che porteranno buoni risultati, ma esiste ancora il rischio di intendere la strada dell'arretramento delle condizioni del lavoro come via per lo sviluppo. Una strada che al di là del suo impatto immediato non avrà effetti utili e positivi in termini sociali. Il punto è capire come in questa fase di cambiamento, gli enti locali, possano contribuire.
Cominciamo dalle risorse. I tagli alla finanza locale e regionale che il Governo prevede, nel quadro della manovra 'SalvaItalia', non sono affatto più leggeri di quelli, da noi giudicati insostenibili, imposti dall'allora ministro Tremonti. Specie per sanità, servizi sociali e trasporti.
E' vero che essi stanno, almeno questa volta , dentro un quadro che assume il nesso tra risparmio nella spesa pubblica e ripresa economica. Ma la situazione limite cui siamo giunti nella possibilità di operare , diciamolo almeno noi del PD, è un ostacolo reale alla ripresa, una contraddizione a tutti i buoni propositi di tenuta della coesione, di condivisione del rigore, di assunzione dell'equità come paradigma di una manovra che deve salvare ma anche riunificare l'Italia.
Mi duole doverlo sottolineare ma questa maggioranza, secondo noi, aveva un obbligo morale, quello di prevedere nel suo bilancio, un fondo anti crisi più aderente alle crescenti necessità , così come amministrazioni più sensibili hanno adottato nei confronti dei loro cittadini. Paderno Dugnano, si troverà ad affrontare numerose questioni che riguarderanno inevitabilmente anche i comuni dell’hinterland e di fronte alle quali si misurerà il salto di qualità della politica sul nostro territorio
Noi ci impegniamo quindi a dare il nostro contributo attivo a questo processo. E’ ormai da tempo evidente che su alcuni temi la definizione di strategie e soluzioni condivise a livello sovracomunale è l’unica strada percorribile per dare risposte vere ai bisogni dei cittadini.
Basti pensare ad una questione primaria come quella dei trasporti: sono da tempo sul campo proposte che potrebbero diventare operative di fronte alla volontà politica di avviare forme di collaborazione dal basso, in primis quella della tariffa unica su mezzi di trasporto pubblico e quella della definizione di un pacchetto condiviso di misure per contenere l’inquinamento.
Ma anche il tema della gestione dei servizi ha assunto negli ultimi tempi una dimensione sempre più sovracomunale: da una parte gli obblighi di legge, dall’altra la necessità di mantenere livelli qualitativi alti, da sempre vanto dei comuni del Nord Milano, di fronte a risorse sempre più limitate, rendono necessario sperimentare nuove forme di gestione associata. Perchè, senza un’area metropolitana, senza Enti locali e Regioni che ne determinano le scelte, è oggettivamente più difficile per il nostro Paese centrare gli obiettivi di ripresa.
La sofferenza profonda della piccola e media impresa, non troverà risposta solo in interventi centralizzati, in piani nazionali o europei. Una mano dovrà darla anche il sistema del governo territoriale, l'unico che può, se è efficiente, ovviamente, mobilitare risorse vicine ai problemi, mettere insieme forze, creare le sinergie che per gli uffici ministeriali o comunitari è persino difficile concepire.
Ecco perché il Partito Democratico chiede a lei Sig Sindaco, alle forze politiche di ogni schieramento, a tutti i Sindaci e Presidenti del comprensorio , maggior coraggio nelle scelte e di insistere sulla modifica del patto di stabilità che con le sue ottuse rigidità, che non produce investimenti, non produce sostegno alle imprese ed alle famiglie, non produce opportunità per aiutare dal basso una ripresa che le sole politiche di austerità non sanno e non potranno suscitare.
Al Governo è chiesto di cambiare e rimodellare questo patto così come è già avvenuto nei comuni di Venezia e Treviso che hanno operato sul loro sistema finanziario per non vedersi sottratta integralmente la tesoreria o come è avvenuto a Torino dove si è andati oltre il patto di stabilità per onorare le obbligazioni sociali insorte con imprese che avevano lavorato sul territorio.
La nostra preoccupazione, ed è seria, è il malessere, la rabbia delle categorie economiche e delle famiglie - preoccupazione che potrebbe scaricarsi sugli amministratori locali, che di questo blocco non hanno responsabilità.
Un nuovo e positivo rapporto tra cittadini ed istituzioni passa anche da qui, l'idea di un patto di collaborazione vero e forte tra Stato e Autonomie, promosso dal Governo, che assuma, senza esitazioni e riserve mentali, gli obblighi ed i vincoli del risanamento della finanza.

Ma che li affronti in un clima di fiducia e di affidamento reciproci, che non scarichi oneri e verifiche solo da una parte, peraltro la più virtuosa storicamente, che non alimenti gli stereotipi sciocchi per cui lo spreco si annida solo nei territori.
Perchè una differenza tra destra e sinistra c’è eccome. Quando noi realizzavamo gli asili nido e le strutture per lo sport per tutti, i parchi protetti, le estati culturali. e ci operavamo per i reinserimenti sociali, gli altri facevano altre cose.
Una differenza c'era eccome. E ancora oggi c'è, nella nostra particolare attenzione sul tempo pieno a scuola, sulle fasce e sulle tariffe dei servizi, sull’ accoglienza, sul tema del lavoro, la difesa del suolo e la partecipazione popolare.
Può essere che tutto ciò non basti più a far la differenza. Oggi l'agenda amministrativa tende a uniformarsi. Le emergenze e i tagli ci sono per tutti. Ed è per questo che diventa pressante l’esigenza di incontrare il governo affinché la riforma del sistema delle autonomie, sia una buona riforma che dia risposte ai cittadini.
La sfida, Sig sindaco, prima ancora che amministrativa, è politica.

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