sabato 25 febbraio 2012

Murì Patò o s'ammucciò?

All'Uci Cinemas Bicocca di viale Sarca 336 è in programmazione un film di Rocco Mortelliti con Neri Marcorè e Nino Frassica che sono ansioso di andare a vedere. Il titolo è "La scomparsa di Patò", tratto dal romanzo omonimo di Andrea Camilleri che considero un capolavoro della nostra letteratura. Un romanzo che ho scoperto casualmente nella biblioteca della casa di mio fratello a Chiavari nell'estate del 2005.
La biblioteca di mio fratello è un magazzino di libri messi insieme alla rinfusa. Divertente e sorprendente. Leggo da sinistra a destra su uno scaffale basso i nomi di: Saramango, Simenon, Cesare Marchi, Nabokow, Lawrence, Celine, Queneau, Tassinari, Conrad, Eco, James Cook, Leroux, Dickens, Kahil Gibran, Rondolino, Shakespeare, Shopenhauer, Hesse, Palazzeschi, Calvino, mescolati a vecchi Urania, un Dizionario Medico (A-Can), un trattato sui bastimenti e una storia del Santuario delle Grazie di Chiavari.
Leggere in vacanza spigolando tra questi che sembrano resti di altre biblioteche più che una raccolta personale di libri, è per me sempre stimolante. “La scomparsa di Patò” è un piccolo capolavoro costruito su un solo capoverso del famosissimo romanzo di Sciascia “A ciascuno il suo”. Nove righe nelle quali è magistralmente concentrata la “notizia”, cioè la misteriosa scomparsa di un attore, tale Antonio Patò, avvenuta durante una sacra rappresentazione teatrale in piazza, davanti a centinaia di persone.
E’ un giallo, ambientato sempre tra Vigata e Montelusa (ma senza Montalbano) nel 1890, scritto in forma epistolare, cioè basato esclusivamente sullo scambio di lettere, verbali di polizia e rapporti ufficiali tra gli inquirenti che indagano sul mistero, i loro superiori, le autorità a vario titolo coinvolte, i testimoni, gli articoli dei giornali locali, manifesti, volantini e scritte murali. 250 pagine gustosissime perché la babele di linguaggi riprodotti e riportati dall’autore provoca leggendoli, ammirazione e invidia sconfinati in chi come me si guadagna da vivere scrivendo parole e raccontando storie.
Nei documenti attraverso i quali si dipana il racconto si alternano campioni di dialetto, linguaggio burocratico, borghese, popolare, gergo politico, giornalistico ecclesiastico e militare dell’epoca. Grandissimo Camilleri, se ve lo siete perso cercatelo e godetevelo prima di vedere il film, mi raccomando. Così potrete godervelo meglio.
La scomparsa di Patò
Oscar bestsellers Mondadori
di Andrea Camilleri
pag, 256 - euro 9,50

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