martedì 7 febbraio 2012

Lares chiede sostegni concreti non psicologici

Oggi il quotidiano Cronaca Qui ha pubblicato un articolo dedicato ai lavoratori del presidio Lares che da tre anni chiedono inutilmente all'amministrazione della nostra città un sostegno concreto alla loro lotta per tornare a lavorare, iniziativa che si è concretizzata anche in un progetto di nuova industrializzazione basato sulle loro competenze e capacità. 
Il giornale sottolinea il fatto, sia nei titoli che nei contenuti dell'articolo, che alle loro richieste il Comune risponde offrendo solo "aiuto psicologico". Il cronista ha preso spunto dal lungo commento pubblicato dai lavoratori Lares sul loro blog dopo il pomposo quanto inutile consiglio comunale aperto che si è tenuto alla Biblioteca Tilane il 28 gennaio scorso.
In effetti la situazione è paradossale: mentre i lavoratori che, nonostante abbiano molti problemi a causa della loro condizione di cassintegrati, si impegnano a fare cose che in realtà dovrebbero competere ad altri enti preposti alla bisogna (un nuovo pano industriale), il Comune di Paderno Dugnano continua a ripetere in modo stucchevole per bocca del sindaco che "non può fare di più". E per dimostrare che cosa al massimo può fare ha incaricato una Onlus di condurre un'indagine sul "disagio psicologico" dei lavoratori padernesi licenziati e cassintegrati.
Un lavoro  che si è risolto nell'intervistare un campione di una quarantina di lavoratori per conoscere una realtà già nota o facilmente immaginabile, e cioè che la metà dei licenziati (che sono più dell'80% degli intervistati) hanno tra i 40 e i 60 anni, che hanno una scolarità medio bassa, che hanno figli e famiglia, che sono operai provenienti da aziende medio grandi, che erano in maggioranza assunti con contratto a tempo indeterminato. Sullo stato psicologico dei soggetti è emerso francamente poco di nuovo e non si capisce quali attività di sostegno si possano offrire a persone che, perdurando la crisi del vecchio modello socioeconomico responsabile della loro epulsione, senza che avanzi all'orizzonte un nuovo modello inclusivo, non vedono opportunità di cambiamento nell'immediato futuro.
 Insomma, la giunta di destra padernese si è squalificata ancora una volta con un'iniziativa di immagine che ha fatto arrabbiare le persone in difficoltà le quali, come emerge dall'indagine psicologica commissionata dal Comune, sono già arrabbiate abbastanza per conto loro e non hanno proprio  bisogno di venire prese in giro.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Se un gruppo di operai cassaintegrati riesce con le proprie forze a concepire e realizzare un piano industriale, logicamente, uno si aspetta da persone che si presuppone posseggono una "cultura" superiore, con a disposizione molti più mezzi e risorse,qualche risultato all'altezza delle aspettative e invece niente...anche a livello nazionale la politica delude, le facciate cadono e mostrano tutta l'inettitudine e l'incapacità di questi personaggi posticci che sembrano vivere in un altro mondo, un universo dorato che non ha niente a che vedere con quello di chi inutilmente gli chiede aiuto.
Anna B.