domenica 6 novembre 2011

Dall'individuo alla comunità, oltre il liberismo

Una famiglia come tante, padre, madre e due bambini. L’uomo lavora in una cooperativa a mille euro al mese, con lo stipendio della moglie si pagava il mutuo per la casa, ma pochi mesi fa la moglie si è ammalata, ha perso il lavoro e non sono più riusciti a pagare il mutuo. Ora hanno lo sfratto esecutivo. Non esiste in città una casa con affitto possibile. Che faranno?
È la storia “normale” di una famiglia di Paderno Dugnano descritta sul blog La scommessa.  Una storia come ce ne sono tante di quella ordinaria miseria quotidana provocata dalla estrema precarietà nella quale ci costringe a vivere, anzi a sopravvivere, il nostro sistema.
Basta poco, infatti, per precipitare da un relativo benessere a una drammatica povertà. Una malattia, una separazione, la chiusura della fabbrica o dell’azienda in cui lavora uno dei membri adulti della famiglia e ci si ritrova, “like a rolling stone”, a precipitare giù tra i poveri, nell’inferno dei senza reddito, di quelli che non riescono a pagare l’affitto o il mutuo della casa e a dare da mangiare ai figli.  Se ci guardiamo in faccia scopriamo che escluso pochi privilegiati tra noi, questa è ormai divenuta una condizione comune.
Questa domenica in alcune chiese della città è stato distribuito un volantino della Caritas di Paderno che vuole affrontare almeno un po' queste situazioni. Come? Il Fondo Famiglia Lavoro promosso dal Cardinale Tettamanzi per sostenere le famiglie in difficoltà a causa della perdita del lavoro, si concluderà il 31 dicembre prossimo, ma a Paderno Dugnano le parrocchie hanno deciso di proseguire l'esperienza, coinvolgendo quanti sono disponibili a sostenere le necessità dei più deboli della nostra comunità offrendo una quota mensile a partire da 10 euro per 6 mesi/1 anno.
 In questa domenica il Centro d'ascolto Caritas "Il Veliero" (via Fante d'Italia, 19 - tel 02.9102209) rimarrà aperto dalle ore 15 alle 19 per tutti coloro che volessero avere maggiori informazioni sull'iniziativa e conoscere l'attività del Centro stesso.
“Non si tratta solo di solidarietà –scrive don Renato Rebuzzini -, la situazione ci impone di rivedere profondamente il nostro modo di vivere; non siamo più persone, ma consumatori che inseguono le proprie voglie e tralasciano i bisogni veri della vita. Siamo indotti a moltiplicare nella nostra giornata gli oggetti non necessari. Siamo veramente schiavi del consumo, e schiavi consenzienti. La solidarietà che proponiamo parte da un modo diverso di vivere, in cui si riconoscono i desideri veri del cuore e si diventa capaci di eliminare ciò che non è necessario, perché diventi condivisione con chi è nel vero bisogno”.
Il nostro sistema economico non regge e si rivela ormai insostenibile, aggravato dal fatto che il governo italiano per bocca del suo leader nega persino l’esistenza di questa realtà drammatica. Il nostro presidente del consiglio, l’inqualificabile Berlusconi, è andato in Europa a dire che in Italia non c’è crisi, anzi “Ci sono i ristoranti pieni”, ha affermato. Forse ha scambiato i ristoranti per le mense della Caritas che sono sempre più affollate di poveri in cerca di un pasto.

Il messaggio di don Rebuzzini “la situazione ci impone di rivedere profondamente il nostro modo di vivere” in questa desolante realtà è importante perché contiene l’embrione di un possibile futuro diverso. C’è bisogno infatti di elaborare un nuovo modello sostenibile di società, basato su altri valori che non siano solo il denaro e il consumo. Se il comunismo è fallito - ha dichiarato due settimane fa il pontefice Benedetto XVI° - bisogna convenire che anche il capitalismo e il liberismo hanno fatto bancarotta. “Per evitare la catastrofe umanitaria serve un governo condiviso del mondo, che a partire dell’economia sia capace di darsi regole a misura d’uomo” ha affermato il Papa.
Lo scenario della crisi mondiale e quello della crisi nella nostra città tratteggiato dalla denuncia e dall'iniziativa di don Renato, ci interrogano tutti sulla necessità di dare una risposta diversa alla domanda di futuro. Quella di un nuovo comunitarismo praticato a partire dalle risposte puntuali al bisogno che oggi comprendono l’iniziativa delle parrocchie padernesi, ma anche quella del Partito Democratico a sostegno dei lavoratori Lares che insieme stanno elaborando un piano di rilancio occupazionale basato sulle risorse che ci sono, può rappresentare l’inizio di un percorso nuovo, una strada maestra che ci porterà a un futuro migliore. 

1 commento:

Giovanni Giuranna ha detto...

Grazie Carlo per aver dato visibilità a questa iniziativa. Nel post hai messo in luce con efficacia i ripetuti richiami del magistero del Papa e dei Vescovi in vista di un superamento del liberismo. Sono d'accordo con te nel riconoscere la centralità del passaggio "dall'individuo alla comunità". E' su questo terreno, credo, che ci giochiamo il futuro.
Ciao, Giovanni