Identità, dignità, lotta, speranza, queste le parole che ieri sera sono risuonate più di frequente durante l’incontro organizzato allo Splendor dai lavoratori della Lares dopo mille giorni di presidio.
Quasi tre anni di lotta condotti sempre con correttezza, intelligenza, determinazione, unità di intenti, rispetto delle regole, chiarezza di obiettivi, che si possono riassumere nella volontà di riaffermare la propria identità e dignità di lavoratori e di cittadini.
I lavoratori hanno voluto questo momento di confronto per ricordare il percorso fatto insieme ai cittadini, un rapporto fondamentale che hanno sempre mantenuto vivo, alla chiesa padernese e milanese che li ha sempre sostenuti, ai sindacati, alle forze politiche e alle istituzioni locali, Comune, Provincia, Regione che loro hanno sempre incalzato. Un incontro per discutere delle difficoltà del presente, ma soprattutto per indicare le opportunità del futuro. Perché i lavoratori Lares, lo hanno ribadito con forza ancora una volta, non sono un gruppo di cassintegrati disperati e a perdere, ma si considerano e agiscono come una unità produttiva cosciente e orgogliosa del proprio valore, che crede fermamente nella possibilità di avere un futuro davanti e non solo un passato dietro le spalle.
Nella grande sala della Parrocchia di Santa Maria Nascente, che grazie alla sensibilità di Don Gabriele è l’unica struttura rimasta ad ospitare le iniziative della società civile padernese, sempre più distante da una giunta antidemocratica che ha occupato tutti gli spazi sociali esistenti, un centinaio di persone hanno potuto ieri sera ascoltare dalla viva voce dei protagonisti la storia dei mille giorni del presidio Lares.
La serata è iniziata con la proiezione di un documento filmato realizzato dai lavoratori in cui si ripercorre la storia del fallimento Cozzi, del commissariamento dell’azienda, della gestione Castellano/Astolfi su cui ha indagato la magistratura rinviando a giudizio questi e altri amministratori, fino alla costituzione del presidio e all’intervento della Caritas.
Sono seguite le testimonianze di tre lavoratori dell'azienda, Roberto Brogin, Maddalena Simeti che ha parlato a nome della figlia Ilenia, Ed Seagraves, che hanno raccontato le loro storie: la ricerca del lavoro che non c’è, l’accettazione di un lavoro precario, l’assenza di prospettive di nuova occupazione nonostante specializzazione e competenze, e in un solo caso l’esperienza della ricollocazione in un altro settore (passaggio dall’industria ai servizi) e con una nuova mansione.
Dopo le testimonianze è stato proiettato un secondo contributo video che ha ricordato le attività svolte nel biennio 2010-2011 per tenere viva la lotta: la bandiera del lavoro che ancora oggi sventola appesa ai balconi della città, diventata ormai un’icona della Lares, le manifestazioni organizzate in città e a Milano presso i palazzi del potere politico, le iniziative culturali di alto livello come il concerto con gli artisti della Scala (al quale non ha voluto partecipare nessun esponente della giunta Alparone), che si è così dimostrata ideologicamente nemica dei lavoratori, i manifesti, la presenza sui media, fino alla originale “inserzione al contrario” che con il titolo “AAA imprenditore serio” cercasi è stata pubblicata da Il Sole 24 Ore e rilanciata dai più importanti quotidiani nazionali e dalla RAI.
Don Walter Magnoni della Pastorale del Lavoro e della Famiglia ha raccontato come la comunità pastorale ha affrontato e sta seguendo la crisi occupazionale che mette in gravi difficoltà migliaia di famiglie del nostro territorio e ha confermato che senza un rinnovato impegno delle istituzioni non sarà possibile uscirne. I lavoratori da soli non potranno farcela.
Quelli della Lares però non mollano e anzi rilanciano la loro sfida facendo seguire all’inserzione una nuova iniziativa che non ha finora precedenti: lo sviluppo di un piano industriale per rilanciare l’unità produttiva Lares forte di circa 70 lavoratori.
“Si tratta di un progetto che stiamo ancora definendo e mettendo a punto con il contributo di esperti e tecnici – ha sottolineato Oscar Figus, segretario del PD padernese che sta lavorando insieme agli ex dipendenti Lares per realizzarlo concretamente -. Il piano industriale parte dalle competenze dei lavoratori e dal tipo di produzione che finora hanno fatto, cioè microelettronica ed energia. L’idea è quella di inserirsi nel mercato fiorente delle tecnologie fotovoltaiche realizzando in tutto o in parte impianti energetici per applicazioni in zone rurali, case isolate, rifugi alpini, barche, ecc. La filiera delle tecnologie, pannelli, inverter, accumulatori, sistemi di controllo e gestione è alla nostra portata e ha un mercato di riferimento. L’obiettivo è arrivare al 28 novembre con un progetto preciso da presentare al ministero delle attività produttive, a Regione, Provincia e Comune che devono partecipare collaborando alla sua realizzazione facendo la propria parte. Perché non è vero che le istituzioni e le amministrazioni locali non possono fare impresa”. La sussidiarietà infatti non è a senso unico e dove non arriva il privato deve arrivare il pubblico. Questo è quello che avviene in tutta Europa e deve avvenire anche in Italia.
Il Presidente del Consiglio provinciale di Milano, Bruno Dapei, è intervenuto per confernare la sua volontà di riportare subito al centro dell’attenzione di Palazzo Isimbardi, la resistenza e le proposte dei lavoratori. Ezio Casati, vicepresidente della stessa assemblea, ha confessato di sentirsi responsabile e chiamato in causa da questa lotta che non può e non deve risolversi in un fallimento definitivo. Ha rivendicato la correttezza delle scelte fatte in passato dalla sua amministrazione con il consenso unanime di sindacati, lavoratori, proprietà, e ha dichiarato “Altri soggetti, l’imprenditore e gli amministratori dell’azienda, hanno sbagliato e tradito la fiducia di cittadini e istituzioni, e per questo dovranno pagare i loro errori e i loro eventuali reati”. E ha riconfermato il suo impegno a sostegno del progetto di rilancio“. Gianfranco Massetti, l’altro ex sindaco del centro sinistra che ha vissuto come amministratore il tentativo di rilancio basato sulla vendita del terreno e il traferimento dell’azienda che però non è mai avvenuto, ha innanzi tutto chiesto scusa per non aver fatto abbastanza. “Nel 2004-2008 c’era una speranza e noi ci abbiamo creduto, ma siamo stati tutti ingannati – ha detto – stasera è stato gettato un nuovo seme, ma dobbbiamo ammettere che finora le istituzioni e la politica hanno fatto troppo poco. Qualcosa non va nel nostro sistema, dobbiamo cambiare, perché non è possibile non riuscire ad affrontare e dare soluzione a problemi come questo”. Sulla stessa linea l’intervento di Giuseppe Mansolillo, il sindacalista che con altri ha seguito la lotta di Lares “Oggi il nostro dovere è comprare tempo per dare ai lavoratori la possibilità di realizzare il loro nuovo progetto produttivo”.
E’ intervenuto a nome della giunta comunale l’assessore AndreaTonello che ha tentato di giustificare il nulla finora fatto dalla sua amministrazione, annunciando l’imminente apertura al Villaggio Ambrosiano di una nuova azienda di laterizi “che darà lavoro a 40 persone”. Ma poi non è stato in grado di dire quanti lavoratori delle ex Metalli Preziosi e Lares verranno assunti perché evidentemente la sua giunta, nel dare l’autorizzazione alla nuova impresa (che lavorerà ceneri di inceneritori di rifiuti urbani) non ha concordato niente in questo senso.
E’ intervenuto a nome della giunta comunale l’assessore AndreaTonello che ha tentato di giustificare il nulla finora fatto dalla sua amministrazione, annunciando l’imminente apertura al Villaggio Ambrosiano di una nuova azienda di laterizi “che darà lavoro a 40 persone”. Ma poi non è stato in grado di dire quanti lavoratori delle ex Metalli Preziosi e Lares verranno assunti perché evidentemente la sua giunta, nel dare l’autorizzazione alla nuova impresa (che lavorerà ceneri di inceneritori di rifiuti urbani) non ha concordato niente in questo senso.
Ha concluso la serata l’intervento di Lorena Tacco dell’Associazione Esposti Amianto e del Comitato di sostegno delle vittime della Eureco, che ha ricordato la violenza e la pericolosità sociale del lavoro precario che uccide e provoca danni all’ambiente. Una violenza che le istituzioni non contrastano come dovrebbero. Ha ricordato anche come questa giunta di destra si sia rifiutata di istituire un fondo di solidarietà per le famiglie dei lavoratori uccisi l’anno scorso dalla fabbrica della morte di Palazzolo e per i superstiti rimasti senza reddito e senza lavoro e annunciato per il 4 novembre due settimane di mobilitazione e iniziative a ricordo della strage.
La serata è stata conclusa dai due portavoce del presidio Lares che hanno dato appuntamento al 28 novembre quando ci sarà la presentazione del loro Piano Industriale per dare corpo alla speranza di rilanciare la produzione e l’occupazione e rinnovando l’impegno alla politica e delle istituzioni che d’ora in avanti dovranno fare il loro dovere attuando le promesse fatte in passato: l’Osservatorio e il tavolo cittadino sul Lavoro promesso dalla giunta comunale, il Piano di Marketing territoriale della Provincia, il progetto sindacale europeo contro la crisi, il sostegno regionale alla nascita di nuove imprese.
Nessun commento:
Posta un commento