Il dimensionamento scolastico padernese è, l’ho già scritto, un'altra prova dell’incapacità di gestire e dare soluzione ai problemi cittadini di questa amministrazione. La vicenda è nota. La nuova normativa in materia di dimensionamento della rete scolastica (art. 19 del D.L. n° 98/2011) prevede per garantire un processo di continuità didattica (leggi, per tagliare i fondi destinati alla scuola ndr) nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi. Questi, per acquisire autonomia, devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni.
A Paderno Dugnano l’amministrazione ha fatto una proposta a genitori e insegnanti che è stata respinta perché ritenuta inadeguata dal momento che scorporava relazioni e flussi scolastici consolidati per inseguire un disegno di riordino puramente geografico che non teneva conto delle scelte educative fatte dai genitori, cioè di mandare i propri figli in una scuola o in un’altra. A questo punto, come ha riportato Giovanni Giuranna sul suo blog: “I Comitati Genitori di tutte le scuole padernesi (eccetto Palazzolo) hanno presentato una proposta unitaria che credo sia la soluzione meno destabilizzante per gli istituti esistenti. Purtroppo i genitori si sono sentiti dire che tale ipotesi, peraltro già presa in esame, non è praticabile. Immediatamente c'è stata una reazione risentita da parte dei genitori. Il Sindaco Alparone, resosi conto del pericolo di perdere consensi, ha fatto un intervento nello stile consueto. In sintesi ha detto che la Giunta ascolta i cittadini ed è disposta ad accogliere qualunque soluzione purché sia condivisa dai Dirigenti scolastici, dai docenti e dai genitori... Insomma: portatemi la soluzione del problema e io l'adotterò!”.
Un comportamento pilatesco che si commenta da solo. A questo punto l’unità faticosamente raggiunta dalla stragrande maggioranza dei genitori (esclusi quelli della vandea palazzolese) è stata rimessa in discussione e le proposte sul tappeto da una sono diventate tre, quella del Comune, quella del 1° Circolo + Gramsci e quella di un neonato “cartello” Don Minzoni-Allende, che come afferma il genitore di Cassina Amata nella lettera seguente, “tiene conto solo degli interessi dei due Dirigenti”. Insomma, siamo tornati al camp di cent pertigh. Complimenti.
Questo il testo della lettera ricevuta stamattina:
La proposta del "cartello" Palazzolo-Incirano-Calderara tiene conto solo degli interessi dei due Dirigenti che lo hanno proposto e fatto votare e contengono una contraddizione palese: un interesse leggittimo (verticalità tra le Mazzini e le Allende) un interesse molto meno legittimo (Palazzolo che considera i nostri figli come numeri e li vuole anche se per legge può stare sotto a 1.000) e la contraddizione che Cassina torni con la Fisogni e Palazzolo. Se Mazzini-Allende è giusto perchè gli alunni di Mazzini vanno tutti alle Allende, Cassina-Palazzolo non ha senso perchè nessuno dei nostri figli va alle medie di Palazzolo. Forse 1 o 2. Tutti gli altri vanno alle Allende e, da quest'anno che è cambiato il preside, moltissimi alle Gramsci perchè si trovano molto bene, almeno così ci hanno detto.
Allora che senso ha costringere noi di Cassina a stare sotto Palazzolo? Se è giusto le Mazzini sulle Allende è giusto anche Cassina sulle Gramsci. E il comune deve tenerne conto se vuole veramente ascoltare noi genitori. Grazie.
Un genitore di Cassina
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