martedì 11 ottobre 2011

Cascine storiche: il silenzio del "paladino" padano

Il volantino che Mauro Anelli, capogruppo di RC-PdCI di Paderno Dugnano ci ha inviato ieri è interessante dal punto di vista urbanistico perché ci informa di un progetto di sviluppo immobiliare piuttosto discutibile e invasivo su una corte storica del centro cittadino che la giunta ha approvato eludendo il confronto in Consiglio Comunale. E interessante anche dal punto di vista politico perché sottolinea le incoerenze e le macroscopiche contraddizioni esistenti tra la “Lega di lotta” e la Lega di governo”, cioè tra le cose che la Lega dice quando è all’opposizione e quello che la Lega fa quando prende il potere e governa.
Il piano di intervento della proprietà della antica “Cascina di Pecc” situata in via Gramsci prevede: lo sventramento della vecchia corte per la creazione di ben 27 box interrati, e la trasformazone dei fabbricati rurali in 25 appartamenti residenziali e uffici. L’intervento è evidente porterà allo snaturamento della corte storica che risale al 1850 e che ne uscirà complemente trasformata in una nuova struttura che niente ha in comune con quella originaria, né la funzione, né l’immagine.
La contraddizione stridente è quella dell’assessore al Territorio titolare di questa operazione che è il vicesindaco Bogani, l’ex paladino delle cascine padernesi il quale negli anni in cui faceva l’oppositore si è occupato quasi totalmente solo di queste. Memorabili sono state le sue battaglie in Consiglio comunale e fuori per la “difesa” delle cascine padernesi, in particolare della Cascina Donzelli, che Bogani definiva storica con scarso senso del ridicolo dal momento che la costruzione da lui diifesa quasi fosse un monumento della ruralità cittadina era in realtà un fabbricato in cemento armato del 1930. Per opporsi alla sua ristrutturazione si è fatto espellere anche dall’aula consiliare dove era quasi venuto alle mani con altri consiglieri.
Oggi invece approva lo sventramento della “Cascina di Pecc”, questa sì storico reperto di una attività agricola e di un modello architettonico pregevole, senza dire una parola. M piacerebbe conoscere le ragioni di questa improvvisa acquiescenza. Forse considerava il cemento armato della Donzelli più “storico” dei mattoni del 1850?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido le osservazioni di anelli e le tue.Aggiungo che queste preoccupazioni le avevano manifestate anche molti consiglieri della PDL in commissione territorio.tuti avevano chiesto un altro progetto
ma l'assessore ha tirato diritto.
Ho fatto una breve riflesione anche'io sul mio sito.
saluti.
gianfranco massetti