venerdì 21 ottobre 2011

Barra al Centro...per non andare a sbattere

“Rinnoviamo il dialogo con gli amici dell’Udc…. erigere una casa al centro, nel solco del Partito popolare europeo….tendere a un nuovo terreno d’incontro, un nuovo contenitore...”. La destra sente il fiato sul collo dell’opposizione e spera di recuperare “il centro” per allontanare una sconfitta elettorale che si profila a breve con il disfacimento e la decomposizione del berlusconismo.
L’obiettivo sembra a portata di mano; basterebbe pensionare Berlusconi, dare il benservito a Bossi e allargare la casa del centro a tutto il Terzo Polo per ripartire con un nuovo governo che faccia piazza pulita della politica “eversiva” e anticostituzionale, imposta dal capo del PdL  nella sua ultima stagione, e ricominci a governare il Paese in modo più accettabile per i moderati italiani.
Quello del centro è oggi il “luogo” politico più affollato di pretendenti, di sinistra e di destra, che di fronte al fallimento del bipolarismo (di questo si tratta in effetti) riconoscono il realismo di una efficace immagine calcistico-politica di Massimo D’Alema: “Il centro è un giocatore pesante e lento. La politica, com'è naturale, si gioca sulle ali, ma poi ad un certo punto, per fare gol, chi sta all'ala deve passare la palla al centro se no va a sbattere sui tabelloni pubblicitari a fondo campo”.  Al centro dunque si sposta la competizione a lungo perseguita con scarso successo sulle ali. Bisogna pur prenderne atto: tre anni fa ha fallito miseramente l’Unione sbrindellata a sinistra di Prodi ed oggi è fallita l’alleanza avventurista con Lega ed ex fascisti di Berlusconi. 
Ma delle due “ali” qual è quella che ha dentro una più consistente componente di centro e dunque la più favorita nella competizione? A prima vista direi il centro sinistra, perché è qui, nel PD, che è approdata una parte consistente e storica del vecchio centro ed è qui che il rapporto di alleanza e contiguità politica, pur nella competizione, si è più a lungo esercitato nel passato. A Paderno Dugnano ad esempio, avrebbe più chance di realizzare un’allenza credibile e solida con l’UDC di Pirovano, il PD del moderato Oscar Figus  e ce l’avrebbe il PdL del greve Elio Torraca? Io non ho dubbi e mi auguro che su questa strada il PD, in vista delle elezioni del 2014, si incammini coerentemente. Senza per questo rinunciare a fare il suo gioco sulle ali, seguendo l’ottimo esempio milanese.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Comunque anche Silvio, a suo modo, tiene la barra dritta....

Aris Baraviera